Cultura e Società

Rush

7/10/13

Dati sul film: regia di Ron Howard, USA,2013, 123 min. 

Genere: Azione, Biografico, Drammatico

Trailer: 

Trama: 1 agosto 1976, circuito di formula 1 del Nürburgring, Germania. la pioggia battente sulla pista fa sbandare una delle macchine in gara. L’impatto contro il guard rail è violento, la macchina si incendia, rimbalza in pista e viene colpita dalle altre in arrivo. Il circuito non ha vie di fuga, non ha gli stewards, non ci sono le gru. I piloti presenti sul circuito si fermano e tentano di estrarre dall’abitacolo un corpo in fiamme. E’ l’inizio della narrazione dell’avvincente storia della rivalità sportiva fra i due piloti Niki Lauda e James Hunt. Retrospettivamente e velocemente veniamo trasportati all’esordio della loro relazione quando, molto giovani, lottavano in formula 3 per un’affermazione sportiva che aveva il sapore dell’effimero, agli occhi  delle rispettive agiate famiglie. Solo la determinazione di ottenere un posto nell’olimpo dei piloti li accumunava, tutto il resto li divideva. James Hunt, inglese, bello, ribelle, brillante veniva chiamato “Hunt the Shunt” per la guida spericolata ed i tanti incidenti fatti e provocati. Ogni gara era l’ultima prima della morte, ogni gara era un modo per guardare in faccia la morte. Niki Lauda, austriaco, detto il “computer” per l’ossessione per le statistiche, le previsioni ed i numeri, non dava alla gara oltre “il 20 per cento” di probabilità di morire. Per sei anni si danno battaglia, si rincorrono nei circuiti e nella vita, affermando a gran voce (ed a colpi di acceleratore) le loro differenze. Fino a quel primo agosto del 1976 da quel momento, mentre Niki Lauda lotta in ospedale fra la vita e la morte lontano dalle piste, James Hunt dà il via alla storica rimonta che costringerà Lauda  a rientrare in pista 42 giorni dopo l’incidente con le bende in testa e le cicatrici sul volto ancora sanguinanti, fino alla resa dei conti nell’ultima gara del Gran Premio in Giappone per l’assegnazione del titolo mondiale. L’ultima gara del 1976 punto di svolta delle loro vite…

Andare o non andare a vedere il film? 

Per gli appassionati di formula 1 sarà come entrare in un museo e rivedere le macchine d’epoca con il cambio a mano, le sospensioni in vista, gli specchietti retrovisori laterali, roba d’altri tempi e, al pari di un living theatre assistere al passaggio dalla mitica Ferrari 312 T (quella con la presa d’aria a forma di periscopio che sporgeva, come il cappello di un fungo, dietro al pilota) alla 312T2 che inaugura le prese d’aria anteriori. E’ un’immersione lunga due ore nel rombo di un motore Cosworth che quasi ti fa aspirare l’odore del gas che il film sprigiona. E infine per rivivere un duello romantico dal destino meno tragico di altre più famose rivalità quali quelle tra Pironi e Villeneuve o Prost e Senna. Per tutti gli altri perché è un western che parla di eterne lotte portate all’ultimo respiro da eroi moderni che corrono alla stessa velocità di un proiettile sparato in pista. E come eroi moderni danno vita alla leggenda che trasforma in epica la loro storia.

La versione di uno psicoanalista

Quanti modi ci sono per affrontare la morte e quale la nostra personale soluzione? Paure antiche, inscritte nel corpo trovano destini differenti ed espressioni diverse nelle storie di ognuno. Hunt vomita prima di ogni gara, Lauda si affida ai numeri ed alla precisione maniacale con cui cura la sua macchina. La paura di morire può impietrire ed essere personificata in un’andatura lenta che genera controllo della quotidianità, trascinando l’esistenza in una routine conosciuta e prevedibile, oppure può spingere a sfidare la morte sul suo stesso terreno tentando di controllarla attraverso quell’attimo in cui si è sul punto di  sfiorarla. Quell’attimo a volte conduce alla gloria e genera eroi. E’ la reificazione di quell’attimo che anima alcuni sport estremi oppure la ricerca spasmodica di un posto nell’olimpo dei grandi nomi? La formula uno le riunisce entrambe, reificazione e ricerca si ritrovano nel destino di ogni pilota, ma solo quelli che hanno aggiunto a ciò la propria capacità di immetterle nella relazione con l’altro (il rivale che spinge e frena) hanno scritto un pezzo importante della storia della formula uno che vale la pena di essere raccontata.

Ottobre 2013

Chi ha letto questo articolo ha anche letto…

"La sala professori" di I. Catak. Recensione di E. Berardi.

Leggi tutto

"Estranei" (All of Us Strangers) di A. Haigh. Recensione di F. Barosi

Leggi tutto