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Conviction, suggestion, seduction . A cura di Adela Abella et Geneviève Déjusse. Recensione di A. Usuelli

6/07/17

Sous la direction de Adela Abella et Geneviève Déjusse

Presses Universitaries de France – Puf

Recensione di Almatea Usuelli

L’argomento di questo volume riguarda un tema rimasto a lungo in ombra e che non è più possibile ignorare, come dimostrano gli scritti qui raccolti.

Il loro arco temporale va dal 1994 al 2013 e i loro autori rappresentano le principali tendenze della psicoanalisi attuale.

Un buon numero di questi saggi è costituito dalla rielaborazione di altrettante conferenze tenutesi a Ginevra al Centro Raymond de Saussure, che ne ha curato la pubblicazione.

Nel primo capitolo  A. Abella mette a fuoco le questioni generali e i temi trattati dai singoli autori.

Poiché Convinzione, Suggestione, Seduzione sono fenomeni inevitabili in ogni relazione umana, ci si interroga sul loro ruolo nella pratica psicoanalitica. In questa interrogazione emergono notevoli differenze di opinione tra gli autori, in parte connesse alla loro appartenenza culturale.

Mentre sulla seduzione, come vedremo, i pareri divergono, sembra esserci un certo consenso nel considerare in modo negativo la suggestione, in quanto introduzione nel paziente di un’idea a lui estranea.

Si tratta di una tematica presente fin dall’inizio della psicoanalisi, nata dall’abbandono da parte di Freud dell’ipnosi, nel tentativo di eliminare la suggestione dalla cura, per ritrovare poi un problema analogo nel transfert … Ciò che l’analista crede di vedere nell’inconscio del paziente … e che gli rinvia nell’interpretazione, a chi appartiene veramente? Al paziente o all’analista?

D’altra parte anche il paziente tenta di deviare l’attenzione dell’analista, più o meno inconsciamente, seducendolo e suggestionandolo, al servizio delle resistenze. Ci si può quindi domandare se transfert e controtransfert non siano un fuoco incrociato di convinzioni, suggestioni e seduzioni.

Tematica disturbante, affrontata coraggiosamente da Ferenczi, ma in seguito a lungo dimenticata.

La seduzione sembrerebbe più accettabile, per lo meno da una parte (francofona) degli analisti, in quanto potrebbe facilitare il processo analitico, risvegliando desideri già presenti nel paziente.

Quanto alla convinzione, si tratterebbe di una condizione a monte della suggestione e seduzione, poiché quanto più siamo convinti di qualcosa, tanto più abbiamo tendenza ad attrarre l’altro verso ciò che per noi è la verità.

Nella psicoanalisi francofona si apprezzano gli stimoli costruttivi e trasformativi della seduzione (Laplanche, Lacan …), senza peraltro ignorarne il rischio di indottrinamento e di intrusività: il suo potere alienante. Questa posizione teorica fa ruotare la costruzione del soggetto intorno alla seduzione, leva fondamentale dello sviluppo e della cura.

Al contrario per la psicoanalisi anglofona la seduzione ha sempre una connotazione negativa, equivale a un sopruso, alla limitazione della libertà, a una volontà di dominio e di indottrinamento.

Questa radicale differenza nel modo di intendere la seduzione deriva, secondo Abella, dai diversi presupposti metapsicologici relativi al narcisismo primario, alla nozione di Hilflosigkeit, alla questione del preverbale e al modo di concepire lo spazio analitico.

L’Autrice analizza le posizioni dei principali autori anglosassoni relativamente a questi temi, sottolineando il loro rifiuto del concetto di narcisismo primario, la diversa visione della Hilflosigkeit, non vista come totale dipendenza, bensì considerando il bebè un soggetto attivo, in contatto con l’ambiente fin dall’inizio.

Anche relativamente al preverbale le concezioni divergono: gli uni (francofoni) sottolineano l’assenza originaria di rappresentazioni e quindi la necessità del contributo dell’altro per poter raggiungere la figurabilità e, nell’analisi, la necessità del contributo attivo dell’analista per fornire al paziente ciò che gli manca. In quest’ottica la seduzione è considerata uno strumento necessario.

Per i kleiniani e postkleiniani invece i fantasmi inconsci e gli scenari relazionali, presenti fin dall’inizio, organizzano la vita psichica di ognuno. Scopo dell’analisi sarà quindi la loro trasformazione e la risoluzione dei conflitti pulsionali.

Infine, riguardo allo spazio analitico, si constata una convergenza tra analisti di diverse tendenze, che concordano nel considerare oggetto fondamentale di comprensione ed esplorazione lo spazio intrapsichico del paziente.

Se ne distaccano invece altri autori (Baranger, Viderman, Ogden, Ferro …) che sostengono la co-creazione dello spazio analitico, all’origine del campo bi-personale, del terzo analitico, del co-pensiero, della “chimera”… In quest’ottica il dibattito intorno ai concetti di suggestione, seduzione ecc. perde ogni pertinenza.

Fin qui A. Abella, che ci offre un saggio introduttivo, molto ricco e articolato,  inquadrando egregiamente gli otto contributi successivi.

Bolognini sostiene che gli analisti influenzano le produzioni dei loro pazienti e che il cambiamento nei pazienti avviene indipendentemente dalle opzioni teoriche dell’analista, in funzione piuttosto della sua percezione che l’analista ha una certezza fondata delle sue convinzioni.

R.Britton e J.Steiner, riconoscendo la difficoltà di distinguere il ”fatto scelto dall’idea sovrastimata”, si affidano alla risposta del paziente nel corso del tempo e sottolineano l’importanza del setting e della presenza dell’analista.

Per M. Feldman l’interpretazione è una struttura organizzatrice necessaria ma transitoria che non deve bloccare il movimento interno del paziente e dell’analista.

R.Blass analizza l’evoluzione del pensiero di Freud su convinzione, dubbio, suggestione e seduzione appoggiandosi al testo su Mosè, per concludere che la convinzione può farci approdare a delle verità impossibili da verificare.

S.Haellmigk, sulla scia di Laplanche, sostiene l’onnipresenza della seduzione, l’ineliminabilità della suggestione nel transfert e finalmente l’importanza dell’influenzamento reciproco.

In un’ottica winnicottiana, per P. Denis, convinzione e credenza derivano dalla capacità di illusione. Le credenze effimere e mobili sono derivati degli oggetti transazionali, le credenze persistenti, i dogmi religiosi, ideologici si apparentano ad oggetti feticcio.

C. e S. Botella si addentrano nelle origini complesse della convinzione e del suo rapporto con la regressione del pensiero (“Régrédience”).

Secondo R. Roussillon seduzione, suggestione e influenza sono consustanziali allo sviluppo umano. In accordo col pensiero di Winnicott, la convinzione nasce quando ciò che il soggetto crea e ciò che esso trova coincidono.

Segue una seconda parte dedicata alla clinica con tre saggi  su bebè (B.Golse), bambini (G.Swec) e adolescenti (C. Bronstein) e ad una riflessione sulla supervisione, dove l’autore (T. Ogden) sostiene l’importanza che i due analisti, supervisore e supervisionato, possano sognare i sogni che l’analista non ha potuto sognare  sul suo paziente e sulla relazione analitica.

Questa raccolta di saggi ha il grande merito di affrontare un tema che è al cuore della pratica analitica, mettendo a confronto le diverse scuole e le diverse opzioni metapsicologiche. L’intreccio delle voci degli autori è di estremo interesse e ci mostra tutta la complessità dell’argomento. I punti di vista contrastanti si combinano tra loro come altrettante tessere di un mosaico, o meglio come le molte sfaccettature di un prisma e arricchiscono il lettore che è sollecitato a riflettere sulle origini della psicoanalisi, sulla sua evoluzione e finalmente a riconoscere il ruolo centrale dell’influenza nel processo psicoanalitico.

Luglio 2017

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