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Cicli di Seminari del CMP. II) Paziente e terapeuta nelle patologie gravi : il concetto di residenza emotiva

Dal

30/01/13

 al 

12/06/13

PAZIENTE E TERAPEUTA NELLE PATOLOGIE GRAVI: IL CONCETTO DI RESIDENZA EMOTIVA

(M. Arrigoni, M. Marinetti,  L. Reatto, G. Sabucco)

MERCOLEDì 30 GENNAIO 2013

Paziente e terapeuta: formazione dell’alleanza terapeutica nelle patologie gravi (M. Arrigoni)

MERCOLEDì 20 FEBBRAIO 2013

Le modalità dell’ascolto; come affrontare gli aspetti distruttivi nel corso della relazione terapeutica(M. Arrigoni)

MERCOLEDì 20 MARZO 2013

Il paziente grave come portatore di bisogni e risorse (L. Reatto)

MERCOLEDì 17 APRILE 2013

Il formarsi della “Residenza emotiva” come modello d’intervento terapeutico nel disagio grave (L. Reatto)

MERCOLEDì 15 MAGGIO 2013

Ingresso in comunità. Tra Storia e Clinica. (G. Sabucco)

MERCOLEDì  12 GIUGNO 2013

Perdere e ritrovare il senso dell’azione terapeutica: alcune vicissitudini di un’equipe psichiatrica.(M. Marinetti)

Conosciamo la posizione negativa nei confronti della cura del disagio psicotico da parte di Freud, che riteneva la “nevrosi narcisistica” inaccessibile al trattamento analitico, tuttavia mai rinunciando del tutto ad indagare la possibilità di sviluppare l’apparato concettuale e metodologico della psicoanalisi in modo da poterlo estendere alla cura del disagio grave.Il punto critico era rappresentato dalla possibilità di accedere alla relazione di transfert,  cardine dell’interventoterapeutico.Le molteplici evoluzioni intercorse nella teoria psicoanalitica e nell’applicazione clinica hanno consentito un significativo cambiamento in merito, portando a dare maggiore rilievo alla natura specifica della relazione che il paziente grave stabilisce, alle esigenze che esprime, alla qualità del rapporto con l’oggetto che vi è rappresentata, ribaltando in qualche modo la prospettiva.Oggi sappiamo che uno degli aspetti che caratterizza il disagio psichico grave è la difficoltà nel formare una relazione di riferimento, in conseguenza del fatto che nell’evoluzione non si è potuto costituire un oggetto interno stabile e idoneo alla formazione del mondo interno ed alla sua rappresentazione.Il timore del ritorno degli “oggetti interni cattivi”, in corrispondenza di bisogni simbiotici residuali, costituisce fonte di angosce persecutorie ricorrenti, ed impedisce lo sviluppo del senso di sicurezza e della capacità di stabilire relazioni affidabili. Assume perciò particolare importanza riconsiderare la natura e la qualità della relazione terapeutica, che può divenire elemento stabilizzatore, in grado di favorire la regolazione psicoaffettiva, il superamento degli aspetti scissionali, e la formazione di una dipendenza meno conflittuale.A questo proposito Zapparoli ha formulato il concetto di “residenza emotiva”, indicativo della qualità peculiare del rapporto terapeutico con il paziente grave, favorevole al fondarsi del senso di fiducia e dell’identità personale, in grado di reggere le oscillazioni emozionali della relazione.Nel corso dei seminari dedicheremo particolare attenzione alla formazione di tale rapporto, a partire dalla qualità della relazione con l’oggetto, per informare il processo terapeutico in modo idoneo a rispondere alle specifiche necessità del paziente grave; saranno considerate anche le problematiche relative alla formazione del rapporto nella realtà istituzionale.