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CMP – 12 dicembre 2013 Tutto parla di te

12/12/13

Centro Milanese di Psicoanalisi “Cesare Musatti”

Giovedì 12 dicembre 2013, ore 21.00

Cinema Ariosto

Via Ariosto, 16

20145 – Milano 

proiezione del film

TUTTO PARLA DI TE

(Alina Marazzi, I-CH, 2012, 83 min)

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al termine la regista Alina Marazzi e gli psicoanalisti Gabriella Giustino e Sandro Panizza ne parleranno tra loro e con il pubblico.

PRESENTAZIONE DEL FILM

Tutto parla di te (regia di Alina Marazzi, I-CH, 2012, 83 min) è l’ultima opera della regista milanese che tutti abbiamo conosciuto per Un’ora sola ti vorrei del 2001.
Rappresenta la prosecuzione del suo personale, intimo e coraggioso percorso all’interno dell’universo femminile e delle sue problematiche, caratteristiche e difficoltà.
Questa volta occupandosi direttamente del tema delle maternità problematiche.
Ecco la storia (da spiweb)

Pauline, entomologa ormai anziana, silenziosa e dimessa, della quale una bravissima Charlotte Ramplig interpreta lo sguardo profondo della bambina di allora, dagli occhi tristi e dalle dolorose domande sul mondo segreto degli adulti, torna, dopo esserne stata a lungo lontana, nella sua Torino e nella sua casa avita, dove tutto si è fermato e i ricordi sono soffocati nella polvere. Sono gli stessi ricordi a farle intraprendere una ricerca presso un “centro di assistenza per la maternità” gestito da una sua vecchia amica, Angela. Pauline guarda e riguarda video-interviste di madri, legge e rilegge trascrizioni delle loro storie, osserva attenta gruppi di esercizi preparatori al parto e gruppi di riflessione fra neo-mamme. A colpirla particolarmente è Emma, una bellissima e intensa Elena Radonich, ballerina di danza contemporanea, con il suo bimbo nato da poco, sentito come un estraneo, come un ladro venuto a rubarle la vita e il futuro. Dall’incontro di sguardi tra le due donne e dai profondi reciproci rispecchiamenti si dipana la trama della fiction, che rimane sfondo sfumato sul quale la regista incastona ‘pezzi’ di immagini, preziose, di altri generi: video-interviste, fotografie, filmati in Super 8, animazioni in stop-motion, sequenze di repertorio. L’impatto è quello di una storia a bassorilievo: un quadro materico, un’opera d’arte contemporanea che riesce ad assemblare ed integrare materiali diversi.

Così ne parla la regista (http://www.tuttoparladite.it).

“Un giorno ero con mio figlio appena nato quando una donna mi si avvicinò dicendomi con un sorriso: “Che belli i bambini quando sono in braccio agli altri”. Una frase all’apparenza banale che mi fece riflettere sulla conflittualità che può manifestarsi nel rapporto madre-figlio. Ogni madre conosce quel sentimento in bilico tra l’amore e il rifiuto per il proprio bambino. Una tensione dolorosa da vivere e difficile da confessare, perché va contro il senso comune di quel legame primordiale. Con questo film ho voluto raccontare l’ambivalenza del sentimento materno e la fatica che si fa ancora oggi ad accettarla e affrontarla. Per restituire la complessità di questo sentimento ho voluto integrare la fiction con materiali diversi: filmati d’archivio, animazioni, elementi documentari, con i quali evocare i vari livelli emotivi che questa tensione muove in chi la vive.”

Su spiweb potete trovare

una recensione di P.R.Goisis e E.Marchiori 

e una videointervista ad Alina Marazzi a cura di G.Giustino e P.R.Goisis 

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