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Congresso FEP 11-14 aprile 2019 Report di D. Timpano

2/05/19

REPORT DEL CONGRESSO FEP 11-14 APRILE 2019: “BODY”

di Domenico Timpano

Il 32° Congresso della Federazione Psicoanalitica Europea si è svolto quest’anno a Madrid, dall’11 al 14 aprile. Il tema del congresso, il Corpo, è stato affrontato da molteplici prospettive, da quelle più tradizionali a quelle più recenti, mostrando una psicoanalisi sensibile ai cambiamenti, che si confronta con le nuove tecnologie, con internet, coi trapianti d’organo, con l’identità di genere, e, soprattutto, una psicoanalisi in grado di dialogare con altre discipline, quali la biologia, le neuroscienze e le scienze cognitive. Il problema della relazione mente-corpo, tra monismo e dualismo, ha fatto da sfondo e da cornice teorica di tutto il congresso

Il programma dettagliato e gran parte dei lavori presentati possono  essere consultati sul sito www.epf-fep.eu.

Le fasi precongressuali hanno occupato le prime due giornate, quelle di mercoledì 10 e giovedì 11 aprile. Diversi gruppi hanno riportato lo stato del loro lavoro: Il gruppo sulla psicosomatica, i forum e i seminari sulla tecnica dell’ ‘ascolto dell’ascolto’, su processo di training e pratica psicoanalitica, sui traumi collettivi, sull’invecchiamento, su psicoanalisi e WEB, sulla psicoanalisi dell’infanzia e dell’adolescenza. In molti di questi gruppi erano presenti colleghi italiani.

Gli iscritti erano in tutto 982, di cui 174 candidati, e provenivano da 47 nazionalità di tutto il mondo. I più numerosi erano i tedeschi (157), poi gli spagnoli (93), i francesi (93) e gli italiani (67), che erano al 4° posto. Tra questi ultimi, 22 hanno avuto ruoli di speaker, come relatori e/o come chair: Ambrosiano L., Ambrosio G., Bolognini S., De Mari M., De Micco V., Egidi Morpurgo V., Ferruta A., Gaddini A., Giustino G., Lombardi R., Luchetti A., Marzi A., Naccari Carlizzi M., Nicolò A., Quagliata E., Riefolo G., Rocchetto F., Ruggiero I., Saottini C., Scardovi A., Solano L., Valdrè R.

Ecco, di seguito, un breve diario del congresso, di cui riporterò sinteticamente le sedute plenarie. Per quanto riguarda invece i panel successivi alle plenarie, che sono stati numerosi, interessanti e vari, riporterò solo i pochi cui ho potuto partecipare personalmente, rimandando al sito www.epf-fep.eu la possibilità di consultare gli abstract di tutti i lavori.

 

VENERDI’ 12 APRILE

Sessione plenaria. Chair: Teresa Olmos de Paz.

1°Relatore: Christophe Dejour (Società Francese), “I due corpi: corpo biologico e corpo erotico”. Sulla scia delle concezioni francesi del pensiero operatorio e dell’alexitimia di origine canadese, l’Autore ha proposto una rielaborazione teorica  della metapsicologia freudiana con l’intento di articolare il rapporto mente-corpo in maniera più esaustiva. Il corpo erotico si forma a partire dal corpo biologico mediante un processo di “sovversione libidica” delle funzioni fisiologiche. La pulsione di morte  svolge un ruolo di primo piano nelle somatizzazioni e deve essere accuratamente analizzata, essendo una fonte di energia che può essere utilizzata al servizio delle pulsioni di vita.

2°Relatore: Catalina Bronstein (Società Britannica), “Gli avatars del dolore”. Il dolore è un’esperienza che nasce al limite tra la mente e il corpo e che si organizza all’interno della relazione precoce con l’oggetto primario. Il caso di una ragazza depressa, anoressica e dipendente da analgesici, è stato molto interessante. Un lavoro analitico intenso si è reso necessario per avviare un’elaborazione vitale del dolore ed ottenere un miglioramento della sintomatologia.

Panel e presentazioni individuali cui ho partecipato personalmente

“L’altro in me: l’esperienza del trapianto nella vita onirica”, relatore: Lutz Gotzmann (Società Svizzera), discussant: Christian Seulin (Società di Parigi), chair: Andrea Gaddini (SPI).

Sono stati riportati casi di trapianto polmonare in cui i pazienti venivano intervistati periodicamente e i cui sogni e fantasie da svegli venivano valutati secondo una metodica specifica, lo Zurich Dream Process Coding System. Gli autori hanno descritto una sorta di ‘complesso del trapianto’, incentrato su fantasie a carattere sadico-orale in cui il donatore veniva ucciso e la sua anima incorporata insieme al suo polmone. Tali fantasie producevano intensi sentimenti di colpa. I sogni delle prime fasi del trapianto consistevano in scene in cui veniva tagliata legna, forse in relazione alle manovre chirurgiche subite. In seguito comparivano sogni di nascita o di adozione di un bambino.

 

SABATO 13 APRILE

Sessione plenaria. Chair: Gabriel Sapisochin (Associazione di Madrid).

1° Relatore: Patrick Miller (Società Francese SPRF), “Lavorare mediante l’Io-corporeo nel processo analitico”. E’ stato descritto il processo analitico come interscambio psicofisico continuo tra l’‘Io-corpo’ dell’analista e quello del paziente. Sono state evidenziate le ripercussioni sul corpo degli analisti del ‘lavoro residuo’ che rimane da elaborare dopo le sedute. Particolare attenzione è stata data all’importanza del controtransfert somatico nell’elaborazione di esperienze traumatiche precoci. Un concetto, quello di penetrabilità, è stato usato per descrivere la disposizione della madre a ricevere le identificazioni proiettive del bambino che somatizza. Un caso di ipertensione arteriosa è stato presentato come esemplificazione clinica.

2° Relatore: Joachim Kuchenhoff (Società Tedesca e Svizzera), “Corpo e linguaggio”. Il rapporto tra corpo e linguaggio è stato approfondito nel tentativo di migliorare l’appropriatezza descrittiva dei termini psicoanalitici. L’uso del termine ‘rappresentazione’, per esempio, è tutt’altro che chiaro e, per meglio esaminare il problema, l’Autore ha introdotto le teorie semiotiche di C.S. Pierce. Altri concetti utilizzati sono stati quello di intercorporeità di M. Marleau-Ponty e di musicalità infralinguistica di J.Kristeva. Come vignetta clinica è stato descritto il caso di una paziente anoressica.

Presentazione del libro “Experiencing the Body

Alle 13:15 c’è stata la presentazione del libro “Experiencing the body. A psychoanalytic dialogue on psychosomatics”, edito da Karnac books, e scritto da Jacques Press, Fotis Bobos, Jorg Frommer, Marina Perris, Eva Schmit-Gloor, Beréngèr de Senarclens, Christian Seulin, Luigi Solano e Nick Temple. Il volume è frutto dell’attività di ricerca svolta dal Gruppo di lavoro sulla Psicosomatica dell’EPF, attivo dal 2013.

J.Canestri ha fatto le osservazioni introduttive e ha espresso il suo dispiacere per l’assenza di J. Press, dovuta a ragioni di salute. I membri presenti hanno raccontato la storia del gruppo che, partendo da posizioni teoriche e cliniche diverse, è riuscito progressivamente a trovare un terreno d’incontro e a costituirsi come gruppo di lavoro.

Panel e presentazioni individuali cui ho partecipato

“L’uso isterico del corpo nel lutto patologico: note sulla relazione mente-corpo”, relatrice Gabriella Giustino (SPI), discussant Teresa Olmos de Paz (Associazione di Madrid), chair Ewa Glod (Società Polacca). E’ stato presentato il caso di una donna che ha sviluppato una paraparesi isterica dopo la morte del padre. Il lavoro analitico ha evidenziato il rapporto con una madre devitalizzata che ha portato la paziente da un lato ad appoggiarsi alla figura paterna e dall’altro a identificarsi con una bambina-bambola. L’autrice ha fatto riferimento alle concezioni winnicottiane di ‘indwelling’ e di scissione tra ‘intelletto’ e psiche-soma. Ha richiamato, inoltre, il lavoro di E. Gaddini sulle sindromi psicofisiche che si instaurano nel bambino a seguito di separazioni precoci. La discussant spagnola è stata sostanzialmente d’accordo e ha aggiunto alcune considerazioni personali sul concetto di ’identificazione’.

Self-cutting in adolescenza, relatrice: Anna Nicolò (SPI), discussant: Elena Fieschi Viscardi (Società Spagnola); chair: Anita Plume (Società Estonia-Lettonia).

E’ stato evidenziato il ruolo centrale del corpo come veicolo e luogo di elaborazione  delle profonde trasformazioni che si verificano durante l’adolescenza. La pelle, in particolare, ha la capacità di funzionare come contenitore e come frontiera nei confronti del mondo esterno, diventando perciò una ‘superficie di iscrizione’ dei conflitti profondi e della ricerca identitaria tipica di questa fase della vita. Tatuaggi, piercing e tagli caratterizzano il comportamento degli adolescenti di oggi e possono essere considerati, dal punto di vista del significato, a due livelli diversi. A un primo livello, il più comune, in cui la pelle, pur se ferita, incisa, punta, funziona come ‘schermo verso la simbolizzazione’: si tratta di comunicazioni che rimangono a metà tra l’agito e il simbolizzato. C’è poi un secondo livello, più grave, in cui i tagli sono espressione di scissioni che trattano il corpo come un oggetto estraneo. In questo caso, che deve allertare lo psicoanalista, i tagli servono a garantire coesione e integrazione contro il crollo. Il caso di una ragazza che faceva ricorso ai tagli è stato toccante ed esemplificativo di entrambi i livelli considerati.

 “Lavorare psicoanaliticamente con un transessuale adulto F-to-M: il drammatico rifiuto di essere donna”, relatrice Sheila Levi (Società Britannica), discussant Giovanna Ambrosio (AIPsi). L’autrice ha presentato il trattamento analitico di un anno con una donna matura che, sofferente di depressione, di solitudine e di un intollerabile senso di incongruenza col proprio genere sessuale, aveva già preso la decisione di diventare maschio. Il lavoro analitico si è rivelato piuttosto difficile perché non c’era modo di elaborare insieme una decisione che già era stata presa. Anche la discussant ha sottolineato le difficoltà e i limiti del trattamento analitico di questi casi chiedendosi inoltre se l’analisi fosse effettivamente indicata.

Gli interventi dell’uditorio, prevalentemente concordi con le difficoltà segnalate dai relatori, hanno sollevato alcuni interrogativi. Un collega, in particolare, ha richiamato il fatto che le neuroscienze contemporanee riconoscono una base biologica alla discordanza tra il genere sessuale a livello cerebrale e il sesso anatomico-genetico. Un’ulteriore riflessione che tenga conto di tutte le variabili, biologiche e psicodinamiche, implicate nella definizione dell’identità di genere, sembra rendersi necessaria all’interno del panorama analitico contempraneo.

 

DOMENICA 14 APRILE

Sessione plenaria. Chair M. Fitger (Società Danese)

1°Relatore: J. Press (Società Svizzera), assente per ragioni di salute. Lavoro letto dalla Chair: “Lo psicoanalista e lo psichesoma”. Lo psichesoma ha un carattere unitario che è costitutivo dell’identità individuale e che viene mantenuto dalla sua rete di rapporti interpersonali. Il caso clinico è stato molto interessante. E’ stato possibile infatti apprezzare come alcuni eventi somatici, cioè malattie nel senso tradizionale del termine, quali l’epilessia o un tumore intestinale, fossero insorti in stretta concomitanza con eventi significativi della vita del paziente. La malattia, cioè, è emersa non solo in virtu’ del suo determinismo biologico indipendente, ma alla luce di una trama esistenziale in cui la malattia stessa si inseriva a diversi livelli di significato. Ad un livello simbolico, in cui erano riconoscibili delle similitudini tra la dinamica somatica – per esempio dell’epilessia – e la dinamica ‘psichica’ cui il paziente attingeva per sentirsi vivo, ma anche ad un livello meno simbolico, in cui al crollo del Sé dovuto a una perdita relazionale importante, faceva seguito un’attivazione somatica grave, come, per esempio, una neoplasia che minacciava la vita.

2° Relatore: Riccardo Lombardi (SPI), “Awakening the body” . Presentazione di un lavoro analitico complesso, sia per la gravità del caso, una paziente psicotica con impulsi suicidari e deliri di vario genere, sia per gli agiti anche fisicamente violenti che l’analista ha dovuto fronteggiare. Lo scambio profondo della coppia analitica ha attivato una funzione di contenimento e di strutturazione basata sulla relazione mente-corpo che si è venuta a stabilire. L’autore ha sottolineato l’importanza di interpretare la relazione col corpo più che la relazione di transfert. L’uditorio ha mostrato di apprezzare molto il lavoro presentato.

3° Relatore: Virginia Ungar (Società di Buenos Aires), “Skin deep: an appealing paradox”. E’stato ampiamente trattato il ruolo che la pelle svolge sia come barriera protettiva che come mezzo di comunicazione con l’ambiente. In particolare, è stata sottolineata l’importanza della pelle in adolescenza, in cui il tumulto evolutivo e la ricerca di contenimento vengono spesso comunicati per mezzo della pelle (acne, tatuaggi, tagli). L’esemplificazione clinica con il caso di ragazzina prepubere è stata molto efficace.

 

Jorge Canestri ha presieduto la cerimonia conclusiva dando appuntamento a Vienna dal 2 al 5 aprile 2020 per il prossimo Congresso Annuale FEP.

 

 

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