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I legami nella contemporaneita’: alterita’ e processi di soggettivazione. Napoli, 16-17/12/2023. Report di S. Lombardi

8/01/24
Eventi

Report del Convegno Intersocietario

Napoli, 16 – 17 dicembre 2023

di Silvana Lombardi

I LEGAMI NELLA CONTEMPORANEITA’: ALTERITA’ E PROCESSI DI SOGGETTIVAZIONE

Report del Convegno Intersocietario

Napoli, 16 – 17 dicembre 2023

di Silvana Lombardi

Il Convegno ha riunito e fatto dialogare le sezioni locali delle 4 Società di psicoterapia e psicoanalisi: S.P.I. (Centro Napoletano di Psicoanalisi), A.I.P.P.I. (Napoli), S.I.Ps.I.A. (Campania), S.I.P.P. (Campania Puglia). Patrocinato dal Comune di Napoli, si è tenuto nello Spazio Comunale di P.zza Forcella, luogo di grande significato civico poiché tentativo riuscito di donare ad un quartiere storicamente “difficile” una struttura multiculturale per i soggetti, soprattutto giovani, interessati a percorsi culturali ed orientativi nella formazione e nel lavoro. Esso è dedicato, infatti, ad Annalisa Durante, ragazza di 14 anni uccisa per errore in un conflitto a fuoco tra esponenti della criminalità organizzata.

Una scelta del luogo, dunque, densa di buoni auspici per il futuro della psicoanalisi e della psicoterapia; e per quello della città.

La partecipazione è stata gratuita ed esclusivamente in presenza. Ha registrato un alto tasso di adesione anche da parte di colleghi residenti in altre città italiane.

Il Convegno si è articolato nell’intera giornata del sabato in due sessioni: mattutina con 4 relazioni di carattere teorico, pomeridiana con 4 relazioni cliniche. Una tavola rotonda in après-coup sui contenuti emersi ha chiuso i lavori nella mattinata della domenica.

L’apertura del sabato, chair Paolo Cotrufo (S.P.I.), è avvenuta con una introduzione di Raffaele Caprioli (S.I.P.P.) al concetto di soggettivazione ed alle criticità cui è esposto nel contemporaneo. I riferimenti teorici a S. Freud, D. Winnicott, R. Cahn hanno illustrato come la soggettivazione sia sempre un’intersoggettivazione: un processo evolutivo globale in cui le continue sollecitazioni identificatorie all’altro impongono al soggetto acquisizioni nuove ma anche una plastica messa alla prova della capacità di tollerare lo scarto temporale con il proprio passato. La dimensione soggettuale della tolleranza si radica inevitabilmente negli stati del corpo e si ramifica nello sviluppo del pensiero (R. Cahn, 2008). Ma il processo di soggettivazione dipende anche dall’incontro con un oggetto soggettualizzante: nella cura, augurabilmente, con un terapeuta soggettivante che favorisca il processo di appropriazione soggettiva.

La relazione di Aurora Gentile (A.I.P.P.I.) ha messo a fuoco il tempo fatale dell’infanzia in cui il bambino, ancora infans, è completamente dipendente dall’adulto. Questi è, per il piccolo, seduttivo ed enigmatico; inoltre, il più delle volte, ma non sempre, è adeguatamente intuitivo e soccorrevole. Entrano in gioco, al contempo, i messaggi dell’adulto-altro e l’attivazione della pulsionalità sessuale infantile, aguzzata dalla curiosità, che scolpiscono il soggetto in divenire. Alimentato dai primi scambi identificatori (J. Laplanche, A.Green,  P.Jeammet), questi si disimpegna dalla naturale dipendenza. Con l’acquisizione del linguaggio, il bambino potrà esprimere il suo dissenso: può finalmente proclamare che per dire sì a sé stesso, è necessario dire no all’oggetto (A. Green, 1993). Alcune patologie infantili sono tali, in larga parte, perché vi è sofferenza nella risoluzione del legame primario con conseguente impedimento alla crescita psichica personale. Il bambino cosiddetto iperattivo è esemplare di questa difficoltà. Considerato come uno scacco al mito del bambino perfetto (vero sintomo sociale del mondo occidentale), egli cerca d’imporsi in un’identità negativa che non dovrebbe nulla all’oggetto (P. Jeammet). Disconosciuto nella sua espressione di rivolta contro il conformismo delle norme familiari e sociali, viene spesso stigmatizzato e trattato farmacologicamente.

Feliciana Della Ratta (S.I.Ps.I.A.) ha sostenuto l’aumentata presenza di un falso-Sé, nella clinica e nella contemporaneità, come impalcatura difensiva del Sé dagli imperativi familiari e sociali di omologazione prestazionale. Il Sé-adolescente nasce dall’ascolto dei propri bisogni, dal riconoscimento del desiderio emergente in uno spazio-tempo di attesa, che s’intreccia con la capacità dei genitori, e, in genere, del mondo adulto, di sentire, vedere, percepire, sognare la realtà interna emozionale dei figli bambini ed adolescenti. Prerequisito imprescindibile allo stato di salute mentale è che l’individuo possa sperimentarsi: in quanto essere che esiste, è necessario che avvenga un’”incarnazione” del Sé, il cui fallimento, la cui “disincarnazione” comporta dover spezzettare il Sé, proiettandolo e disseminandolo all’infinito. Frequenti nella nostra contemporaneità sono le patologie del confine/limite differenziante e, quindi, soggettivante.

Silvana Lombardi ha affrontato il tema dell’alterità, in contrappunto a quello dell’oggettualità, che la psicoanalisi contemporanea si dà il compito di esplorare nel contesto della civiltà occidentale, facendone il suo attuale paradigma. La tensione all’oggettualità pervade tenacemente l’intero pensiero freudiano. Ma l’”altro” ha nel soggetto un suo luogo psichico di cui la psicoanalisi, ancor più post-freudiana, riconosce lo statuto. L’eccezionale offerta di “alterità” da parte della cultura e civiltà contemporanee, attraverso il progresso scientifico e tecnologico, giustifica questa ricerca. Nella cura, lo sfondamento dell’orizzonte dell’oggettualità, inoltre, apre scenari non di rado perturbanti (S.Freud, 1919): dalle crisi identitarie, frequenti nei giovani, fino all’esperienza, nelle generazioni più mature, d’incertezza intellettuale, da cogliere come segnale di pressione del rimosso. L’Altro intersoggettivo, l’altro intrapsichico vengono esplorati, rispettivamente, attraverso il pensiero di Lacan e di Green e Gaddini. Nella società contemporanea è il ruolo del padre, oggi in crisi, a rappresentare un argine all’incontro spesso cruciale con l’alterità: sia come agente simbolico di ordine interno sia come “primo altro” generato nel bambino nel corso della relazione primaria con l’oggetto materno.

La sessione pomeridiana del sabato, chair Carmela Guerriera (A.I.P.P.I.), è stata dedicata alla clinica.

EriKa Frevola (A.I.P.P.I.) ha presentato il caso di una bambina di 7 anni, aggressiva e oppositiva, stigmatizzata come deficitaria. La piccola pz. si è rivelata bloccata da un patto narcisistico alienante stipulato dai genitori a fini riparativi con le proprie figure genitoriali, a cominciare dall’attribuzione del nome. Il caso clinico ha trovato il suo riferimento teorico nella metapsicologia di III tipo di R.Kaes.

Berniero Ragone (S.I.Ps.I.A.) ha mostrato come le problematiche di un pz. adolescente fossero chiaramente espressione dell’instabilità emotiva e logistica della sua famiglia.

Fabiola Mengoli (S.I.P.P.I.) ha condiviso la terapia a distanza di un giovane migrante, fortemente traumatizzato e con difficoltà di adattamento, durante la pandemia.

Giuseppe Stanziano (S.P.I.) ha interpretato il processo di soggettivazione a partire dalla dimensione interna della violenza, intesa come aspetto costitutivo della dialettica Io-Altro. Presente nel legame con l’alterità, essa sostanzia e dà origine alla stessa soggettività. L’implicazione teorica e clinica tra aspetti dell’idealità (coscienza morale, ideali e identificazioni) e la violenza è stata analizzata in tre brevi sequenze cliniche di giovani adulti.

Alla tavola rotonda della domenica mattina, chair Paolo Cotrufo, hanno partecipato M. Antonietta Lucariello (A.I.P.P.I.), Lucia Vitiello (S.I.Ps.I.A.), Roberto Metrangolo (S.I.P.P.), Luigi Rinaldi (S.P.I.).

Essi hanno principalmente sviluppato i contenuti dei lavori presentati in precedenza.

Inoltre, Lucia Vitiello ha ripreso i due punti focali su cui si è strutturato il “corpo” del Convegno stesso nel “luogo” scelto: il “corpo” ed il “luogo” hanno declinato in maniera esemplare il senso del mettere insieme, dell’integrare. Mettere insieme pensieri diversi (nel nostro caso, quello delle 4 Società) è la base di un’attività pensante che genera salute per gl’individui e per la società. Ne fa fede l’esistenza del Centro sociale di piazza Forcella dove un legislatore illuminato ha convertito un atto di violenza in una realtà accogliente che previene la devianza. Riconoscendo a D. Winnicott la paternità teorica di questo pensiero, ella aggiunge che nella sua sensibilità di psicoterapeuta è centrale l’attenzione al contesto in cui il suo lavoro si attua. L’ambiente diventa scenario dell’interno. Incontrare un pz. una, due o tre volte a settimana, in presenza o attraverso uno schermo, nella propria stanza di lavoro o in uno spazio istituzionale, significa incontrarlo in luoghi mentali diversi. Tuttavia, il pensiero e la formazione psicoanalitica, mantenendo saldo il proprio alfabeto e la propria sintassi, consentono solitamente di mantenersi in grado di parlare e d’imparare lingue diverse.

Luigi Rinaldi ha analizzato la crisi attuale del legame sociale. Nata dal fallimento dei garanti metasociali, dal crollo delle “grandi narrazioni”, delle ideologie basate sulla credenza nel progresso, dalla perdita di credibilità delle istituzioni dello Stato, si è manifestata con incredulità e sfiducia nei confronti delle leggi ed interdizioni che regolano i legami sociali, aprendo la strada ad individualismo e consumismo. La società “slegata” appare come una turbolenta fabbrica di sempre nuove illusioni che non possono colmare profondi vuoti interiori percepiti a malapena come pseudomancanze. L’angoscia alimenta comportamenti devianti e violenti o crea neopatologie: anoressie, bulimie, panico, dipendenze … Queste patologie sembrano rappresentare delle metafore sociali di una mutazione antropologica in cui l’imperativo categorico del dovere è diventato quello al godimento illimitato. Il tempo è quello di un eterno presente, che non permette, dunque, lo sviluppo dell’Io poiché non consente la dilazione della scarica pulsionale compatibile alle esigenze sociali o ne favorisce la sublimazione. Purtroppo, oggi, il Padre, il significante simbolico fondamentale, garante dell’ordine interno di ciascuno, fatica ad arginare con la sua autorità l’irruzione di imperativi incessanti al godimento provenienti dal sociale.

Questo Convegno si è svolto in un clima di scambi emotivi ed intellettuali, rilanciati anche nella discussione con la platea dei partecipanti, che ne fanno auspicare la periodica realizzazione.

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