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14-17 maggio 2015, LIONE, 75° Congresso degli Psicoanalisti di Lingua Francese. A cura di Olimpia Sartorelli

4/06/15

sessual infantileIl sessuale infantile e i suoi destini. Setting e metodo.

Che cosa resta dei Tre Saggi sulla Teoria Sessuale nella pratica psicoanalitica contemporanea? Quale posto occupa oggi il sessuale infantile nella cura analitica? Come definirlo e rintracciarlo, come trasformarlo? Il 75o Congresso degli Psicoanalisti di Lingua Francese, tenutosi a Lione il maggio scorso si è svolto intorno a questo tema, proponendo una riflessione su: “Il Sessuale infantile e i suoi destini”.

Il dibattito, strutturato in tre giornate di interventi plenari e seminari paralleli, ha preso le mosse dai lavori degli psicoanalisti francesi Christan Seulin (SSP, Lione) e Dominique Suchet (APF, Lione), in cui si sono messi in evidenza aspetti differenti del sessuale infantile.
Per Seulin occorre distinguere il sessuale infantile, equivalente all’inconscio dinamico e ai moti pulsionali dell’Es, dalla sessualità infantile, specifico terreno del lavoro analitico, che si costituisce in après-coup, come trasformazione delle componenti inconscie in forme eterogene: autoerotismi, sogno, rêverie, gioco, espressioni creative e fantasmi. Lo sviluppo della sessualità infantile, intesa come potenzialità espressiva diversificata della pulsione sessuale, che soddisfa una tendenza generale al piacere, rappresenta la ricchezza del funzionamento dell’apparato psichico che il lavoro analitico mira a potenziare.
Secondo Suchet invece, il sessuale infantile, menzionato da Freud solo successivamente alla sessualità infantile, quale punto d’approdo ulteriore della sua ricerca, coincide con la natura stessa dell’Es, che soppiantando il concetto di inconscio vede il prevalere della pulsione sulla rappresentazione. Nella prospettiva della seconda topica, sessuale e infantile restano nozioni fluide non concetti e delineano lo sfondo della riflessione teorico-clinica, attraendo come Sirene la ricerca analitica nel luogo in cui si congiungono amore e odio, vita e morte. Il sessuale infantile si fa così processo più che stato. Ecco allora che nel viaggio psicoanalitico divengono approdi essenziali i vissuti di Sensucht e Einfalll. La nostalgia del presente, come riapertura agli aspetti traumatici dell’irruzione della sessualità e della perdita dell’oggetto, e l’idea improvvisa, ispirazione o insight che modifica la rappresentazione coatta dei destini, liberando la creatività del pensiero.
Ulteriori riflessioni sulla traccia dei due lavori sono state proposte negli interventi di discussione di Catherine Chabert (APF, Parigi) e Gilbert Diatkine (SPP, Parigi), che hanno messo in luce svariati aspetti inerenti il sessuale infantile quali: il ruolo della vergogna, le relazioni possibili tra sessuale infantile e invecchiamento e sessuale infantile e après-coup, e il “doppio senso” della parola nell’espressione della pulsione sessuale.

Accanto alla discussione sui due lavori di apertura, le giornate di studio hanno accolto gli interventi plenari di René Roussillon (SPP, Lione) e di Jean-Claude Rolland (APF, Lione).
Roussillon ha sottolineato in particolare come l’infantile derivi da un “altrove”, facendo riferimento al ruolo centrale dell’ambiente nello sviluppo e del rapporto con la madre e il suo godimento a cui si combina la possibilità per il bambino, futuro soggetto, di un’esperienza di reciprocità affettiva condivisa.
Rolland si è invece soffermato sulla relazione tra sessuale e testuale, percorrendo i possibili intrecci di sessualità e scrittura, sia nella pratica analitica che in riferimento alla letteratura.
Di particolare interesse nella discussione successiva con Bruno Gelas, docente di letteratura (Université Lyon II), la riflessione su testo e vissuto a partire da un brano tratto dello Straniero di A.Camus.

Un approfondimento nello specifico dei vari aspetti inerenti al tema del sessuale infantile è stato svolto negli atelier paralleli in riferimento all’arte figurativa, alla letteratura, all’espressione della sessualità infantile nel sogno e nel gioco, alle esperienze traumatiche precoci, alla differenza di genere e alle tappe evolutive, nonché al tema del ruolo del desiderio e della perversione polimorfa nella modulazione del sessuale.
Da segnalare la presenza tra gli animatori degli atelier delle colleghe Anna Maria Nicolò e Amalia Giuffrida nei gruppi che hanno trattato rispettivamente i temi dell’azione sovversiva in adolescenza del sessuale infantile e dell’incompiuto nella ricerca oggettuale.

Tre tavole rotonde hanno infine affrontato i temi: Il Sessuale infantile nella cura del bambino, con la partecipazione di Bernard Golse (APF, Parigi); L’ Arcaico e i suoi après coup nella cura dell’adulto con il collega Giuseppe Civitarese e Il Bambino, l’Adulto, il sessuale infantile con la partecipazione del collega Francesco Conrotto.
L’intervento di Civitarese ha sottolineato il ruolo trasformativo nella cura della rêverie dell’analista, che permette di tessere relazioni di senso inattese, riimmaginando gesti e agiti di fine seduta grazie anche alla rievocazione di racconti d’infanzia.
Conrotto si è invece soffermato sulla specificità dell’intervento psicoanalitico che ha per oggetto proprio il sessuale infantile, sia nell’adulto che nel bambino, avvicinato attraverso tecniche differenti, modulate in base all’età evolutiva. Nel sessuale in oggetto, espressione principe dell’inconscio, si inscrive inoltre, secondo Conrotto, la storia ambientale ontogenetica e filogenetica del soggetto in analisi.
Tra gli psicoanalisti italiani presenti menzioniamo da ultimo Stefano Bolognini in qualità di presidente dell’IPA, che ha introdotto e concluso, accanto agli altri rappresentanti delle società francofone, i lavori congressuali e presieduto la tavola rotonda su Sessuale e Genere.

Nell’iniseme il ricco programma di studio ha permesso una riflessione approfondita sul sessuale nella teoria e nella clinica psicoanalitica, partendo dal modello pulsionale caro allo psicoanalisi francese per aprirsi alla dimensione della relazione d’oggetto.
Il merito nella scelta di dedicare al sessuale un rinnovato spazio pare significativo, tenendo conto dell’importanza data da Freud nella costruzione del sapere psicoanalitico alla sessualità, essenziale alla comprensione dell’inconscio quanto il sogno.
Come ricorda Freud nell’Uomo dei Topi, l’inconscio è innanzitutto sessuale e infantile. Se l’infantile è più facile al ricordo e al dibattito, è il sessuale nascosto in esso a renderlo vissuto inesauribile di trasformazioni possibili.

 

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