La Cura

Bambini e adolescenti: in due anni covid e minaccia terza guerra mondiale. Che fare? F. Rocchetto 

11/03/22
Bambini e adolescenti: in due anni covid e minaccia terza guerra mondiale. Che fare? F. Rocchetto 

Bambini e adolescenti: in due anni covid e minaccia terza guerra mondiale. Che fare? Fabrizio Rocchetto 

Una diciassettenne, lapidaria, commenta: “Che palle! Negli ultimi due anni prima ho dovuto fare i conti con il covid e adesso pure l’invasione della Ucraina e la minaccia della terza guerra mondiale! Appartengo ad una generazione sfortunata. Che altro deve accadere? Che ci invadono i marziani?” La domanda conseguente è cosa può fare il mondo adulto per sostenere bambini e adolescenti in questo periodo drammatico. Sicuramente offrire spazio e tempo per accogliere il malessere, per discutere e pensare insieme sapendo che la geografia – vicinanza ai teatri di guerra – costituisce una dimensione ineludibile. Covid e avvio della guerra hanno reso concrete, tangibili le fantasie catastrofiche: è difficile mantenere la capacità di metaforizzare sui disastri. Non si può dire “come una guerra”. È una guerra che richiama il drammatico film di Benigni “La vita è bella” (1997) nel quale però un padre riesce a giocare con il figlio durante il nazismo. L’attuale generazione di giovani si trova quindi esposta a vivere un’esperienza drammatica che richiederà tempo e lavoro per la sua elaborazione dovendo convivere con l’angoscia di non poter disporre di prospettive rassicuranti. Può essere l’occasione per mantenere viva la capacità di giocare con i più piccoli invece di lasciarli soli con i giochi elettronici mentre per i più grandi può essere utile la discussione nelle scuole superiori di un testo fondamentale: la corrispondenza tra Einstein e Freud “Perché la guerra?”(Freud, 1932). In questo contesto drammatico rischiano però di scivolare in secondo piano le recenti violenze sessuali sulle adolescenti di cui si sono resi responsabili coetanei maschi in occasioni di “feste”. La violenza sessuale (Ciconte, 2014) è un reato esecrabile espressione di psicopatologia che deve essere perseguito penalmente ma deve anche ricevere interventi di prevenzione. L’aspetto preoccupante è che nel 2022 in Italia adolescenti maschi appartenenti ad ambienti socio-culturali non degradati si siano resi protagonisti di episodi di questo tipo. Lo stupro lascia una cicatrice irreparabile nelle vittime e negli autori e impone interrogativi sulle cause che sicuramente vedono coinvolti i genitori dei violentatori. Il pericolo maggiore è che si diffonda un sentimento di indifferenza sociale coperto dall’angoscia della guerra e che gli eventi violenti vengano “normalizzati” considerandoli come “casi isolati” mentre sono anche espressione di una diffusa sotto-cultura presente in tutti gli ambienti sociali che considera la donna come un oggetto e si caratterizza per il mancato rispetto per il prossimo. Sono necessarie iniziative di prevenzione e sensibilizzazione attraverso incontri e dibattiti nelle scuole.

Bibliografia
Freud S. (1932): Perché la guerra. Boringhieri, Torino, 1997.
Ciconte E. (2014): Storia dello stupro e di donne ribelli. Rubettino, Soveria Mannelli

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