La Cura

“Il cantiere delle idee” di C. Schinaia. Recensione di T. Baldini

20/06/23
"Il cantiere delle idee" di C. Schinaia. Recensione di T. Baldini

Parole chiave: Psicoanalisi, Psichiatria, Ospedale Psichiatrico

Il cantiere delle idee

Fotografie dalle feste dell’ex ospedale psichiatrico di Cogoleto

fotografie di Giorgio Bergami

(Editore Vecchiarelli, scaricabile gratuitamente dal portale Psicoanalisi e Sociale)

A cura di Tito Baldini

Il mondo un po’ resta attonito e un po’ cerca di riflettere sull’attuale incremento di fragilità psichica, nei termini di conseguenze di una ‘malattia’ planetaria di sistema che provoca ricadute dall’ambiente naturale a quello umano, inter e intrapsichico. Quando viene uccisa una giovane psichiatra qualche persona fragile delle istituzioni politiche nazionali invoca spaventata la riapertura dei manicomi. La psicoanalisi sente il dovere sociale e civile di aiutare a mantenere il diritto di pensare e quello di sostenere l’umanità in questo come in tutti i suoi passaggi difficili e nelle svariate grandi sue “questioni”. Ecco quindi che il concetto di pazzia torna ad aleggiare come un fantasma sui torrioni, come quello della bomba atomica che prima non si evocava e ora, di nuovo, sì. E se si evocano, entrambi, si alimentano. Torna quindi necessario ascoltare il pensiero e il  riabilitare il lavoro di generazioni di illustri colleghi che la difesa nell’oblio culturale tipica del momento mette a rischio di designificazione fino alla non avvenuta esistenza, dalla negazione alla forclusione. Ecco quindi che, su sollecitazione di Pier Luca Zuppi, nella fucina redazionale del portale Psicoanalisi e Sociale s’inizia a considerare il progetto di ripubblicare testi psicoanalitici importanti e purtroppo usciti di catalogo. Quello curato da Cosimo Schinaia ne vanta e vara l’esordio, anche per importanza. La sua operazione è straordinariamente intuitiva: una vita consumata nella psicoanalisi e nell’istituzione psichiatrica, un’esperienza professionale e umana colossali e una cultura enciclopedica; la partecipazione attiva, negli anni ’60 e ’70 del secolo scorso, ai movimenti di liberazione della psichiatria dai suoi vincoli preconcettuali, e dei ‘matti’ dai manicomi: una festa in manicomio che ribalta il concetto patetico del contentino col sorriso ebete d’obbligo di pazienti e personale per la foto in presidenza; un intimo amico fotografo di Schinaia eccezionalmente bravo e coraggioso, Giorgio Bergami, morto mentre si stilava la terza presentazione, quella della versione attuale. Ma riavvolgendo ancora la storia del libro, ecco affiancare Cosimo e Giorgio l’illustre collega e accademico Carmelo Conforto e l’eccelso poeta Edoardo Sanguineti, Premio Musatti 2001. Un gruppo eccezionale. E ancora, riportando il cursore su quest’ultima vicenda editoriale, ecco che a Pier Luca Zuppi si affiancano Nicoletta Faccenda, Gabriella De Intinis e Adriano Purgato, e, col sostegno attivo dell’Editore Saverio Vecchiarelli e la passione di tutti, il volume inizia a tornare a vivere, nei nuovi caratteri editoriali, nella nuova rivisitazione dell’autore, nella curatela di un pool di colleghe e colleghi dediti. Saprete a breve che, oltre il contenitore, anche il contenuto del libro è già un processo d’integrazione psichica: esperienze laboratoriali (vere forme di cura della mente –  come le definirebbe il nostro Ezio Izzo, che ce ne parla in eventi scientifici notabili e storiche imprese eroiche anche documentate in soggetti filmati); festeggiamenti a coronamento di tale e tanto lavoro; e, non ultima, la presenza della dimensione fotografica. Ora su questo ultimo punto sarebbe utile aprire una questione affascinante che non so quanto si possa affrontare per limiti di spazio e di ambito argomentale. Ma sicuramente un accenno lo faccio. E si parte dall’incantevole quanto avventurosa storia delle tavole fotografiche di Edmund Engelman a Sigmund Freud per poi passare per l’intrigante e operoso volume di Marina Guglielmi Raccontare il manicomio. La macchina narrativa di Basaglia fra parole e immagini. Incontro tra linguaggi. Taluni più argomentanti come la scrittura; altri molto ma molto toccanti come la fotografia, e mettiamoci anche il cinema; quello del corpo e della corporeità coordinata con la mente come nei laboratori, e del corpo in armonia con l’ambiente come nei veri festeggiamenti: tutto questo ha contribuito a determinare il doppio miracolo della cura di matti, e di curanti e istituzioni di cura. Ne parla anche Massimo Ammaniti nel recente Passoscuro e Daniele Mencarelli in Tutto chiede salvezza, e non è un caso che questo volume veda i natali in PeS appena dopo l’evento internazionale Tre strade maestre. Ammaniti, Mencarelli e Thanopulos uniti per la salute mentale che pure trovate registrato e montato nel portale.

Ecco una premessa collocata il calce al testo: nelle recensioni trovo noioso per tutti e controproducente per lo scopo raccontare i libri, scelgo quindi di presentare delle motivazioni a vantaggio della loro lettura. Spero che ne abbiate trovate delle utili.

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