La Cura

Psicoanalisi e Università. A cura di N. Rossi

5/05/22
Psicoanalisi e Università. A cura di N. Rossi

PSICOANALISI E UNIVERSITA’

A cura di N. ROSSI

La Sezione Psicoanalisi e Università è dedicata ai rapporti tra la Psicoanalisi e l’Università.

I soci e i candidati che lavorano in ambito universitario (i docenti strutturati di prima e seconda fascia e i ricercatori) si sono riuniti in un gruppo di studio, allargato anche ai colleghi che tengono insegnamenti mediante contratti di collaborazione, il cui impegno accademico riguarda perlopiù la sola attività didattica, e a quelli che frequentano percorsi formativi accademici (dottorandi e assegnisti).

Obiettivo della iniziativa è quello di aprire un dialogo tra la SPI e i soci che lavorano dentro l’Università, considerati come una categoria ben definita, con specifiche esigenze, obiettivi e problemi. Un dialogo, reciprocamente fruttuoso, che faciliti e potenzi gli scambi nella duplice direzione: di diffondere la cultura e la prospettiva psicoanalitica nella realtà universitaria, da un lato, e di rendere utilizzabili in ambito societario le esperienze e le competenze scientifiche e formative acquisite in ambito accademico, dall’altro.

Ciò che abitualmente si è verificato in tale area è che i colleghi universitari abbiano cercato di far coesistere l’attività professionale, o anche societaria, e quella accademica, trovando a livello individuale e secondo le proprie possibilità forme di adattamento più o meno soddisfacenti, affrontando ostacoli e non raramente pagandone uno scotto.

Siamo tutti consapevoli del fatto che l’influenza di cui abbiamo goduto nel passato, in termini di prestigio e di consistenza numerica, si è andata progressivamente ridimensionando, non solo per ragioni antiche di carattere culturale, quali la tradizionale opposizione che la psicoanalisi ha trovato nel pensiero idealista e nell’orientamento biologista, ma anche in conseguenza dei cambiamenti che negli ultimi decenni sono intervenuti nella realtà accademica, tra i quali la valorizzazione, nelle valutazioni concorsuali della produzione scientifica, di parametri di tipo quantitativo (indicizzazione dei prodotti di ricerca, impact factor); condizioni  che hanno portato a favorire maggiormente approcci diversi, come quello biologista o cognitivo-comportamentale, e meno quelli più familiari alla nostra disciplina, per cui i nostri colleghi si trovano perlopiù ad operare in condizioni di difficoltà crescenti, con danno conseguente per la psicoanalisi e per le loro legittime aspettative di carriera.

Va, pertanto, riconosciuto che esiste un problema, di carattere generale, relativo ai rapporti tra la psicoanalisi e l’Università, in termini di diffusione, incisività, prestigio, collaborazioni, rivalità e ostilità, e questo ha a che fare anche con la nostra disciplina e con la nostra identità psicoanalitica e non solo con le capacità, l’impegno e la produttività dei singoli.

Diventa necessario avvicinare sempre di più la nostra ricerca a criteri condivisi dalla comunità scientifica, migliorando quella qualitativa e clinica e adottando quando possibile strumenti e tecniche d’indagine più adeguati alla verifica empirica, senza per questo tradire la specificità dei nostri presupposti teorici e la particolarità del metodo che caratterizza il nostro approccio esplorativo alla realtà psichica.

Allo stesso tempo è importante che Ricercatori e Docenti di formazione psicoanalitica dedichino alla vita accademica sufficiente tempo e coinvolgimento, assumendo cariche e responsabilità istituzionali, anche se questo può verosimilmente confliggere con la propria attività clinica. Laddove ciò è stato possibile realizzare, anche attraverso la partecipazione ai dottorati di ricerca indispensabili per la formazione di collaboratori capaci di competere sul piano della produzione scientifica accademica, sono stati ottenuti evidenti risultati in termini di prestigio e di crescita accademica degli allievi.

Diventa altrettanto necessario, d’altra parte,  che la SPI possa incoraggiare e sostenere l’impegno accademico dei colleghi, coinvolgendosi in progetti di ricerca e sostenendo, anche con sussidi e con interventi di coordinamento, le iniziative dei giovani ricercatori di formazione psicoanalitica.

Un impegno che nel tempo potrà essere significativamente remunerativo. All’Università, infatti, si lega, in modo elettivo,  il tema del potenziamento di una ricerca psicoanalitica o psicoanaliticamente orientata in vari ambiti, come quelli relativi al processo e agli esiti della psicoterapia, alla psicopatologia dello sviluppo, alla clinica degli adulti, alle neuroscienze; una ricerca i cui risultati non sono solo indispensabili per garantire ai colleghi accademici un adeguato e meritato sviluppo dentro l’università e una maggiore incisività dentro i suoi organismi, come i Corsi di Laurea,  le Scuole di Specializzazioni di area psicologica e medica, i Dottorati,   ma anche per fornire le necessarie credenziali scientifiche alla nostra disciplina, e ai professionisti che se ne fanno interpreti, presso le diverse istituzioni e realtà assistenziali nelle quali si propongono di operare.

E’ lungo i percorsi universitari, d’altra parte, che i futuri psicologi e medici, ma anche tutti gli altri studenti destinati a diventare lavoratori in ambito sanitario ed educativo, possono essere sensibilizzati ad apprezzare la nostra disciplina e a conoscerla nel suo versante di cura affidabile e di percorso formativo professionale.

Prestare una nuova attenzione al lavoro degli psicoanalisti dentro l’Università costituisce, pertanto, un compito societario di importanza primaria e in tale prospettiva il gruppo dei colleghi che operano in ambito accademico ha iniziato un confronto costruttivo, proponendosi alcuni iniziali obiettivi.

Tra questi:

1) condurre un censimento dei colleghi universitari per poter avere un quadro completo delle sedi interessate, dei ruoli occupati, delle discipline insegnate, delle linee di ricerca seguite.

Attualmente la situazione sembra la seguente:

  • Sedi Universitarie con almeno uno psicoanalista nel corpo docente: 12 (10 nei Corsi di Laurea in Psicologia e 2 in quelli di Medicina e Chirurgia):
  • Docenti in ruolo: 23 (6 Professori Ordinari (1 candidato), 11 professori Associati (2 candidate), 6 Ricercatori (2 candidati)
  • Allievi in formazione: 3 (2 candidati)
  • Numerosi Contratti di insegnamento (circa 15-20), variabili nel tempo.

2) conoscere le linee di ricerca seguite, i temi affrontati e i metodi utilizzati, in relazione sia alla ricerca concettuale che a quella empirica orientata psicoanaliticamente, al fine di esplorare possibili integrazioni e collaborazioni tra sedi diverse, anche alla luce delle problematiche relative all’evidence based. Importante a questo proposito sarà lo scambio con la Rivista e con altre iniziative SPI inerenti all’attività scientifica e di ricerca.

Questa la sintesi, inevitabilmente parziale ed approssimativa, delle linee di ricerca seguite, con metodi clinici, osservativi, psicometrici e sperimentali,

  • Età evolutiva (sviluppo affettivo e fattori di rischio, attaccamento, adozione, etc.)
  • Coppia famiglia e genitorialità (dinamiche coniugali, PMA, LGBTQ, etc.)  
  • Personalità e quadri psicopatologici (disturbi alimentari, patologie organiche, mentalizzazione, somatizzazioni, autismo, autolesionismo, psicosi)     
  • Intervento psicoterapeutico e verifica della efficacia (counselling, alleanza terapeutica, esito del trattamento)
  • Processo psicoanalitico (ricerca empirica e teorica sul processo psicoanalitico, transfert, etc.)

3) ripensare il senso che è necessario dare, per riprendere la riflessione di Freud nel suo saggio del 1918 “Bisogna insegnare la psicoanalisi nell’Università?”, all’insegnamento della psicoanalisi nella realtà accademica, interrogandoci sul modo in cui lo realizziamo, con quali denominazioni disciplinari lo facciamo, dentro quali percorsi accademici e con quali finalità. Centrale, a questo proposito, è il nostro contributo alla formazione clinica degli Studenti di Psicologia e di Medicina, a livello dei Corsi di Laurea e delle Scuole di Specializzazione.

4) condurre una ricognizione delle sedi nelle quali i colleghi partecipano alle attività cliniche di aiuto psicologico agli studenti o di simile natura per facilitare collegamenti tra queste e quelle svolte nei Centri clinici attivati nei Centri psicoanalitici, anche in funzione del percorso formativo dei candidati.

Allo stato attuale quasi tutti i colleghi sono coinvolti nei servizi di aiuto psicologico agli studenti nelle sedi dove questi sono attivi.

5) avviare progetti di ricerca di carattere trasversale, interuniversitario, che coinvolga un numero allargato di colleghi, su temi di carattere teorico-clinico che rispondano anche a esigenze scientifiche della Società.