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“Lineamenti di Neuropsicoanalisi” di L. e F. Merico. Recensione di F. Castellet y Ballará

26/05/21
Damien Hirst

Damien Hirst

Lineamenti di Neuropsicoanalisi.

Metapsicologia, funzionamento onirico e meccanismo  allucinatorio

di Luigi Merico e Francesco Merico

(Youcanprint ed., Lecce 2021)

Prefazione di Rosa Spagnolo

Recensione a cura di Francesco Castellet y Ballará

"Lineamenti di Neuropsicoanalisi" di L. e F. Merico. Recensione di F. Castellet y BallaráQuesto agevole testo scritto con competenza e passione da Luigi e Francesco Merico, con la puntuale  introduzione di Rosa Spagnolo, ripercorre anche in senso storico e filologico lo sviluppo del pensiero freudiano e della sua teoria del funzionamento psichico a partire proprio dai suoi studi più neurologici come L’interpretazione delle afasie e Il Progetto per una psicologia fino ad arrivare agli scritti di metapsicologia e alla teoria del sogno e della allucinazione.

La tesi di fondo degli autori (pag.16) è quella che per Freud neurologo, le funzioni mentali nascano dal rapporto tra le varie strutture anatomo-funzionali che costituiscono il cervello e quindi, siano transanatomiche e virtuali, quindi non localizzate in strutture specifiche. Visione che l’approccio neuropsicoanalitico odierno riprende in chiave scientificamente aggiornata e agganciata alle basi biologiche della mente, in contrapposizione alla deriva ermeneutica e filosofica di una parte del movimento psicoanalitico.

L’autore di riferimento è Mark Solms, forse insieme a Jaak Panksepp, il principale promotore della svolta neuropsicoanalitica. In particolare, vengono utilizzati i suoi primi scritti sulla teoria del sogno freudiana convalidati dalla ricerca neuropsicologica su pazienti affetti da lesioni cerebrali. Putroppo, invece non viene sufficientemente sviluppato il secondo corso del pensiero di Solms ovvero la sua vera svolta teorica, basata su evidenze scientifiche, nella quale è l’Es ad essere cosciente mentre è l’Io ad essere automatico e inconscio. Tale svolta teorica effettivamente fonda la psicoanalisi su basi neuroscientifiche e affettive moderne anche a costo di smentire alcuni capisaldi della teoria freudiana classica.

In particolare la teoria del cervello predittivo di Friston e Solms, rappresenta, ad oggi,  il tentativo più interessante da parte della Neuropsicoanalisi  di aggiornare Il Progetto di Freud del 1895.

Infine nell’ultimo capitolo sulla regressione e trauma, compaiono i capisaldi della neuropsicoanalisi moderna: il fondamentale contributo esplicativo del neurosviluppo e della relazione coi caregiver e quindi delle emozioni e della loro co-regolazione diadica ed intersoggettiva. Una parte che avrebbe meritato più spazio.

I punti di forza del libro sono:

La chiarezza espositiva ed argomentativa.

Il tentativo riuscito di mostrare il legame tra Freud neurologo e la NPSA del primo Solms.

L’aggiornamento della metapsicologia freudiana del sogno e dell’allucinazione secondo la neuropsicoanalisi.

I punti deboli:

Il non prendere in considerazione la svolta teorica sottocorticale per spiegare l’origine della coscienza (Panksepp&Solms) e quindi la critica al modello della mente freudiano classico basato sul conflitto  e sulle pulsioni che vengono rimpiazzate dalle emozioni di base e dalle loro auto ed eteroregolazioni.

La mancanza  di conclusioni finali che riassumano il lavoro di ricerca svolto dagli autori nei capitoli precedenti.

In denitiva, “Lineamenti di Neuropsicoanalisi” può essere senz’altro utile come ponte tra gli studi classici della psicoanalisi e i moderni contributi delle neuroscienze per l’agilità e la chiarezza espositiva che lo caratterizza. Impresa non facile se pensiamo che tra Freud neurologo della mente e gli studi di neuroimaging funzionale o di trattologia o di neurobiochimica funzionale é passato più di un secolo.

Come scrive Rosa Spagnolo nella sua introduzione, non v’é dubbio che la psicoanalisi come scienza di frontiera e scienza a statuto speciale si situi al confine tra scienze umanistiche e biologiche, come d’altronde la medicina stessa quando cura non la malattia ma il malato in quanto persona.

Indubbiamente secondo il parere dello scrivente, l’enorme recente sviluppo delle scienze della vita e delle neuroscienze affettive in particolare non può essere trascurato dalla psicoanalisi odierna ma deve essere integrato nel nostro modello della mente e della cura.

Questo libro può essere un valido aiuto al raggiungimento di questo scopo.

Chi ha letto questo articolo ha anche letto…

Solms M. & Panksepp J. (in press). Why depression feels bad.

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Solms M. (2011). A neuropsychoanalytic perspective: what is depression for? Psychotherapie-Wissenschaft, vol.1(2): 85-93.

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