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Oggetto Interno Gruppale (OIG)

11/12/23
Oggetto Interno Gruppale (OIG)

D. NASH, 2015

Parole Chiave: oggetto interno, gruppo, campo gruppale, psicoanalisi

Oggetto Interno Gruppale (OIG)

A cura del Gruppo Manutenzione della mente dell’analista
Vanna Berlincioni, Maria Cristina Calzolari, Cinzia Carnevali, Ambra Cusin, Elena Fieschi Viscardi, Roberto Fiorentino, Sandra Maestro, Patrizia Masoni, Tullio Medici, Emanuele Prosepe, Grazia Venturi, Mino Zanchi

L’Oggetto Interno Gruppale (OIG) come concetto nasce dall’esperienza del gruppo per la Manutenzione della mente dello psicoanalista, formatosi all’interno della SPI a partire dai Seminari Multipli del 2013. L’OIG è un oggetto con caratteristiche sue proprie, una imago, una rappresentazione centrale, da evidenziare in controluce dalla trama narrativa e dal gioco di una seduta di gruppo di psicodramma analitico. Non è un personaggio della narrazione ma è una formazione inconscia dell’inconscio gruppale.

Nel corso delle sedute di psicodrammatizzazione si è realizzato che certe immagini continuavano a circolare nel pensiero del gruppo, come se condensassero significati ancora non compresi, o come proto-pensieri in cerca di una rappresentabilità. Inizialmente il gruppo non aveva avuto risposte vere e proprie in merito, ci si appoggiava a concetti già noti, come ad es. il fatto scelto di Bion, lasciando molte domande in sospeso. La mente del gruppo non aveva ancora le risorse per guardare a quanto stava accadendo nel campo gruppale: andavano sviluppate alcune strutture per poter avere uno sguardo capace di indagare quello che con Bollas (1987) potremmo chiamare il conosciuto non pensato. La raffigurabilità (Botella, 2004) fa parte del processo analitico e rappresenta uno strumento prezioso per raggiungere alcuni strati della vita psichica di ogni membro del gruppo. Prezioso appunto in questo processo è il gioco per la sua attività di rappresentazione.

Successivamente nelle discussioni, che si svolgono dopo la parte esperienziale, si è scoperta la polisemia di queste immagini che condensano le esperienze emotive circolate nel gruppo e che rappresentano un precursore di nuovi insight: quello da noi definito OIG.

L’OIG sarebbe quindi generato autonomamente e provvisoriamente dalla “mentalità di gruppo”, (Bion 1961) nell’area dell’intersoggettività e dell’inter-discorsività (Kaës 1999). In base al modello di lavoro di gruppo proposto da Corrao (1988), usando il suo linguaggio, si potrebbe dire che dalla struttura poliadica di fondo soggiacente la trama narrativa, emerge una nuova configurazione, un nuovo elemento figurativo creato dall’intreccio delle funzioni alfa e gamma. La natura relazionale diadica e triadica della nuova configurazione emergente, si arricchisce nel nostro pensiero, di aspetti figurativi e polisemici, che ne espandono anche visivamente e percettivamente i contorni.   Nella nostra ipotesi, l’OIG non è solo una configurazione di legame (struttura diadica, triadica), ma è una neo-formazione cangiante, che si rinnova nell’hic et nunc dell’incontro gruppale. Attraverso il gioco e una confluenza gestaltica degli apporti individuali di ogni partecipante, l’OIG si manifesta come un elemento originale e non come somma o prodotto delle singole menti gruppali. Esso dà forma a emozioni che i singoli non potrebbero altrimenti descrivere e sperimentare ed ha anche la potenzialità di far emergere contenuti nuovi e originali per i membri del gruppo stesso; opera nella direzione del pensiero, della costruzione di un senso condivisibile, attraverso la personificazione di rappresentazioni che prendono corpo nel gruppo. Ci sembra quindi di poter dire che attraverso la funzione gamma si producono gli OIG grazie ai quali si promuovono operazioni trasformative degli elementi sensoriali ed emotivi del gruppo. Generato dalla tessitura emotiva del legame di gruppo, l’OIG è un precipitato di elementi beta dell’inconscio gruppale – il soggetto del gruppo secondo la terminologia di Kaës – trasformati dalla funzione gamma in rappresentazioni condivisibili.  È un punto di approdo ma al tempo stesso un punto di partenza che dona al gruppo, ed al singolo, nuove metafore, nuove vie di simbolizzazione e inediti punti di appoggio interiore. L’OIG è qualcosa che ciascun partecipante del gruppo può interiorizzare dall’esperienza, è una nuova configurazione dell’intra-psichico che può continuare a parlare/risuonare nel Sé in modo diverso a seconda della soggettività del singolo.

Bibliografia

Bion W.R. (1961). Esperienze nei gruppi. Armando, Roma, 1971.

Botella C. e S. (2004). La raffigurabilità psichica. Borla, Roma, 2004.

Corrao F. (1998). Orme. Contributi alla psicoanalisi di gruppo. Raffaello Cortina, Milano.

Kaës R. (1999). Le teorie psicoanalitiche del gruppo. Borla, Roma, 2006

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