La Ricerca

Un modello dinamico con solide basi empiriche. F. Gazzillo

25/05/23
Un modello dinamico con solide basi empiriche. Francesco Gazzillo

ALIGHIERO BOETTI 1968

Parole chiave: Psicopatologia, Psicoanalisi, Realtà, Trauma, Inconscio

Un modello dinamico con solide basi empiriche.

La Control-Mastery Theory.

A cura di Francesco Gazzillo

La CMT è un modello sviluppato, a partire dagli anni Cinquanta del Novecento, da Joseph Weiss, analista di training della Società Psicoanalitica di San Francisco, e poi empiricamente validato e ampliato da Weiss, Harold Sampson e il San Francisco Psychotherapy Research Group (SFPRG) e, più di recente, anche dal Control Mastery Theory-Italian Group (CMT-IG) presieduto Gazzillo et al. (2020).

La CMT è in genere definita come un modello integrativo, dinamico-cognitivo, di matrice relazionale, del funzionamento mentale, della psicopatologia e del processo terapeutico. In linea con il pensiero dell’ultimo Freud (1920; 1925; 1939), la CMT parte dall’assunto che l’obiettivo sovraordinato del funzionamento mentale sia l’adattamento alla realtà; che l’essere umano abbia una motivazione intrinseca a risolvere i propri problemi e padroneggiare (to master) i propri traumi e capacità di controllare (to control) inconsciamente il proprio funzionamento seguendo un principio di sicurezza; che il perseguimento di questi obiettivi sia possibile, in primo luogo, grazie alle sofisticate capacità cognitive, emotive e motivazionali del nostro inconscio e che la psicopatologia nasca da credenze patogene che vengono sviluppate inconsciamente, soprattutto nel corso dell’età evolutiva, per adattarsi a eventi e relazioni traumatiche. Si definiscono patogene le credenze che associano il perseguimento di obiettivi sani e adattivi a situazioni di pericolo, prime tra tutte la possibilità di essere puniti dalle persone care, perdere il loro amore o ferirle. Queste credenze alimentano sentimenti irrazionali di colpa o vergogna e sono alla base di inibizioni, sintomi e tratti di personalità disfunzionali.

Dalla prospettiva della CMT, le persone sono fortemente motivate a disconfermare queste credenze patogene e, quando chiedono una psicoterapia o iniziano una relazione importante, lo fanno con un piano inconscio più o meno articolato teso a diventarne consapevoli e disconfermale. Per disconfermarle le mettono alla prova per vedere se anche l’altro le condivida o meno, e queste messe alla prova inconsce delle credenze patogene si chiamano test, un termine in cui ricadono, con una certa approssimazione, i fenomeni di resistenze, transfert, esteriorizzazione e identificazione proiettiva.

Il compito principale del terapeuta, in ottica CMT, diventa dunque quello di comprendere e formulare il piano del paziente così da riuscire a individuare, comprendere e superare i suoi test e aiutarlo a diventare consapevole e disconfermare le proprie credenze patogene, padroneggiando in modo più completo i traumi che ne sono alla base. In questo compito, i clinici sono aiutati dai pazienti per mezzo di comunicazioni di coaching.

I test dei pazienti sono mediati dalle loro comunicazioni, azioni e atteggiamenti, e per superare questi test il terapeuta può servirsi di tutti gli strumenti che ha a disposizione, dal setting, all’atteggiamento e alle azioni del clinico, dalle comunicazioni non-verbali agli interventi verbali. Insomma, se la psicopatologia funzionale nasce in contesti relazionali traumatici, la sua risoluzione è possibile se la relazione terapeutica è in grado di dare ai pazienti ciò che inconsciamente cercano e hanno bisogno di ricevere.

A differenza di molti altri modelli, le ipotesi della CMT nel corso degli anni sono state supportate da numerose ricerche empiriche che ne hanno supportato i concetti di base: dalla relazione tra credenze patogene e psicopatologia alla possibilità di identificare in modo affidabile, nel corso dei primi colloqui, il piano inconscio dei pazienti; dall’ipotesi secondo la quale gli interventi del terapeuta che sostengono il piano del paziente sono predittivi di un buon esito del trattamento alla possibilità di identificare in modo affidabile i test che il paziente pone al terapeuta, per finire con l’ipotesi secondo cui la capacità di superare questi test incide in modo positivo sul funzionamento psichico del paziente. Mi limito a sottolineare solo l’ultima ricerca di questo tipo, i cui risultati sono stati pubblicati di recente su Psychotherapy Research (Fimiani, Gazzillo et al., 2022).

In italiano sono già presenti alcuni volumi sulla CMT, dal celebre Come funziona la psicoterapia di Joseph Weiss (Boringhieri, 1993) al mio Fidarsi dei pazienti (Raffaello Cortina, 2021) e a Joseph Weiss e la Control-Mastery Theory, una raccolta degli scritti più importanti di Weiss curati e commentati da Gazzillo e Dazzi (Carocci, 2011).

La CMT cerca di comprendere, formulare e seguire il piano dei pazienti in contesti terapeutici diversi: la psicoterapia per adulti, breve o a tempo indeterminato, e il counseling accademico; la terapia di pazienti adolescenti; la terapia di coppia, il sostegno alla genitorialità, la terapia di bambini e famiglie e la cura dei pazienti seguiti dai servizi sociali e sanitari.

Le applicazioni della CMT a setting diversi dalla terapia per i pazienti adulti sono state in gran parte sviluppate dal CMT-IG e alcuni studi sono tesi alla loro validazione empirica (vedi ad esempio De Luca, Gazzillo et al., 2021; Rodomonti et al. 2019, 2022).

Il modello, poco conosciuto nel mondo psicoanalitico, oggi è abbracciato da professionisti di formazioni diverse, analitiche ma anche sistemico-relazionali, bioenergetiche e cognitiviste. E’ degno di nota il fatto che gran parte delle sue ipotesi hanno anticipato, e sono state successivamente raffinate e corroborate, da studi recenti di psicologia morale, social-cognition, neuroscienze emotive e psicologia sperimentale, oltre che da ricerche empiriche sulla psicoterapia e psicopatologia (vedi, ad esempio, Aafjes-van Doorn et al., 2020; Gazzillo, 2022; Gazzillo, Dazzi et al., 2020; Gazzillo, Fimiani et al., 2020; Gazzillo, Silberschatz et al., 2020; Gazzillo et al., 2021; Rodomonti et al. 2021; Leonardi, Gazzillo, Dazzi, 2021).

Bibliografia

Aafjes-van Doorn, K., Kamsteeg, C., & Silberschatz, G. (2020). Cognitive mediators of the relationship between adverse childhood experiences and adult psychopathology: A systematic review. Development and Psychopathology, 32(3), 1017–1029.

Freud, S. (1920), Al di là del principio di piacere. OSF Vol. 9

Freud, S. (1925), Inibizione, sintomo, angoscia. OSF Vol. 10

Freud, S. (1939). Compendio di psicoanalisi. OSF Vol.11

Fimiani, R., Gazzillo, F., Gorman, B., Leonardi, J., Biuso, G.S., Rodomonti, M., Mannocchi, C., Genova, F. (2022): The therapeutic effects of the therapists’ ability to pass their patients’ tests in psychotherapy, Psychotherapy Research, DOI: 10.1080/10503307.2022.2157227

Gazzillo, F. (2021), Fidarsi dei pazienti. Introduzione alla Control-Mastery Theory. Raffaello Cortina, Milano.

Gazzillo, F. Toward a More Comprehensive Understanding of Pathogenic Beliefs: Theory and Clinical Implications. Journal of Contemporary Psychotherapy (2022). https://doi.org/10.1007/s10879-022-09564-5

Gazzillo, F., Dazzi, N. (a cura di) (2021), Joseph Weiss e al Control-Mastery Theory. Carocci, Roma.

Gazzillo, F., Dazzi, N., De Luca, E., Rodomonti, M., & Silberschatz, G. (2020). Attachment disorganization and severe psychopathology: A possible dialogue between attachment theory and control-mastery theory. Psychoanalytic Psychology, 37(3), 173–184. https://doi.org/10.1037/pap0000260

Gazzillo, F., Fimiani, R., De Luca, E., Dazzi, N., Curtis, J. T., & Bush, M. (2020). New developments in understanding morality: Between evolutionary psychology, developmental psychology, and control-mastery theory. Psychoanalytic Psychology, 37(1), 37–49. https://doi.org/10.1037/pap0000235

Gazzillo, F., Silberschatz, G., Fimiani, R., De Luca, E., & Bush, M. (2020). Dreaming and adaptation: The perspective of control-mastery theory. Psychoanalytic Psychology, 37(3), 185–198. https://doi.org/10.1037/pap0000252

Gazzillo, F., De Luca, E., Rodomonti, M., & Fimiani, R. (2021). Through flow and swirls: Modifying implicit relational knowledge and disconfirming pathogenic beliefs within the therapeutic process. Psychoanalytic Psychology, 38(3), 204–215. https://doi.org/10.1037/pap0000281

Jessica Leonardi, Francesco Gazzillo & Nino Dazzi (2022) The adaptive unconscious in psychoanalysis, International Forum of Psychoanalysis, 31:4, 201-217, DOI: 10.1080/0803706X.2021.1893382

Rodomonti, M., Crisafulli, V., Angrisani, S. et al. Description and First Steps Toward the Empirical Validation of the Plan Formulation Method for Couples. Journal of Contemporary Psychotherapy 52, 227–236 (2022). https://doi.org/10.1007/s10879-022-09534-x

Rodomonti, M., Fedeli, F., De Luca, E., Gazzillo, F., & Bush, M. (2021). The adaptive function of fantasy: A proposal from the perspective of control-mastery theory. Psychoanalytic Psychology, 38(1), 1–11. https://doi.org/10.1037/pap0000278

Silberschatz, G. (2005). Transformative relationships: The control-masterytheory of psychotherapy. New York, NY: Routledge.

Weiss, J. (1993), Come funziona la psicoterapia. Bollati Boringhieri. Torino 1999.

Weiss, J., Sampson, H., & the Mount Zion Psychotherapy Research Group. (1986). The psychoanalytic process: Theory, clinical observation, and empirical research. New York, NY: Guilford Pres

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