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Servadio Emilio

29/10/13
Servadio Emilio

Emilio Servadio

Maestri della Psicoanalisi

A cura di Rachele Mariani

Servadio Emilio (1904-1995)

Presentazione

Emilio Servadio (1904-1995) fu un pioniere della psicoanalisi in Italia. Scrisse la voce Psicoanalisi sull’Enciclopedia Italiana Treccani e insieme a Edoardo Weiss, Musatti e Perrotti fondò La Società Psicoanalitica Italiana. Inoltre, fu nell’editoriale della Rivista Italiana di Psicoanalisi. Servadio formulò una originale concezione sullo sviluppo precoce della mente, focalizzando la sua attenzione sui conflitti pre-edipici e su come questi possano direttamente influenzare la manifestazione dello stesso complesso edipico.

Gaddini englishEmilio Servadio (1904-1995) was a psychoanalyst pioneer in Italy. He drown up a Psychoanalisis lexical item on Italian Encyclopedia Treccani, and together with Edoardo Weiss, Musatti and Perrotti founded the Italian Psychoanalytic Society. Also, he was member of the editorial board of the Rivista Italiana di Psicoanalisi. Servadio formulated an original conception of the early formation of mind, focusing his interest in pre-Oedipal conflicts that influenced how the Oedipus complex would manifest itself.

La vita

Emilio Servadio nacque a Sestri Ponente, Genova, nel 1904 e morì a  Roma  nel 1995 all’età di 91 anni. E’ stato uno dei fondatori della psicoanalisi italiana oltre che un giornalista pubblicista, un poeta e un appassionato di fenomeni parapsicologici come la telepatia.

Di famiglia ebraica, Emilio Servadio sin da piccolo mostrò una passione per la musica e uno spiccato interesse per il teatro e l’arte in genere. La passione per la musica lo accompagnerà per tutta la vita. Studente brillante, conseguì studi classici, parlando anche correttamente tre lingue Inglese, francese e tedesco; appena maggiorenne pubblicò il suo primo articolo sul quotidiano genovese Il lavoro, con il quale stabilì una collaborazione giornalistica. Si iscrisse a Giurisprudenza dove si laureò a pieni voti discutendo una tesi sull’ipnosi in medicina legale.

Negli anni ’20 si appassionò alla poesia d’avanguardia, strinse un’amicizia con Montale e debuttò con il suo primo libro di poesie Licheni. Si trasferì stabilmente a Roma, lavorando come redattore dell’Enciclopedia Italiana Treccani e del Dizionario Enciclopedico Italiano; negli stessi anni consolidò la passione per la psicoanalisi entrando in contatto con Edoardo Weiss,  per stilare la voce Psicoanalisi.

In seguito a questo incontro Servadio diventò un  allievo di Weiss, il quale lo coinvolse nel 1932, insieme a Cesare Musatti e Nicola Perrotti,  nella fondazione della Società Italiana di Psicoanalisi (SPI), progetto, questo, pienamente sostenuto da Freud.
Subito dopo la nascita della SPI partecipò all’avvio della Rivista Italiana di Psicoanalisi, come rivista ufficiale per la diffusione e divulgazione della psicoanalisi. Dopo qualche anno Servadio venne ammesso all`Associazione Psicoanalitica Internazionale (IPA).

Parallelamente alla psicoanalisi, i suoi interessi di studio e ricerca riguardavano i fenomeni paranormali e le comunicazioni telepatiche, tanto che nel ‘34 partecipò al congresso dell’Associazione Psicoanalitica Internazionale di Lucerna presentando una relazione in tedesco su psicoanalisi e telepatia.

Purtroppo, con l’introduzione delle leggi razziali in Italia, fu costretto nel ’38 ad abbandonare il paese; in modo del tutto originale, decise di trasferirsi a Bombay in India, spinto dalla sua passione per lo yoga, le religioni antiche e l’esoterismo.

La carriera nel movimento psicoanalitico internazionale era in piena ascesa in quel periodo, ma il dramma della guerra non lo risparmiò, anche se con conseguenze minori rispetto ai suoi familiari (la sorella e il cognato furono deportati ad Auschwitz). Pur essendo un rifugiato, Servadio venne internato in un campo di concentramento inglese per più di tre anni, assieme ad altri italiani residenti in India. Egli fu sempre molto riservato su questi aspetti e nel 1987, tracciando una “semi-autobiografia” della permanenza in India per la Rivista di Psicoanalisi, commentò: “Sorvolo sui tre anni e oltre dell’internamento che dovetti subire. Quando mi fu possibile ritornare a Bombay, ripresi per un certo tempo la mia attività, ma infine, quando le condizioni lo consentirono, tornai in Italia. Era un freddo gennaio del 1946”.

Tornato in Italia, gli anni ’50 furono per Servadio il momento di una fiorente produzione teorica psicoanalitica, vedendolo presentare i suoi principali contributi tra cui: La ricerca psichica (1930; 1946); Rôle des conflits pré-oedipiens (1953) e Il sogno (1953).

Nel 1962 alcune divergenze fra gli analisti didatti della SPI, circa la questione del training formativo, fecero sì che si costituissero due gruppi a Roma ed un terzo a Milano occupandosi in modo autonomo della preparazione degli allievi della Società Psicoanalitica Italiana, di cui fu Presidente dal 1963 al 1969.

Oltre ad occuparsi di psicoanalisi, si dedicò a studi di parapsicologia scrivendo alcuni saggi su questo tema e insieme ad altri studiosi fondò la Società Italiana di Parapsicologia.

Il suo profondo impegno nella divulgazione della Psicoanalisi lo portò a collaborare con vari quotidiani tra cui Il Tempo di Roma, nonché come consulente della RAI sia per la realizzazione di trasmissioni a carattere scientifico sul tema psicoanalisi, sia per la realizzazione della miniserie RAI ESP del 1973, per la regia di Daniele D’Anza.

Nel 1984 pubblicò il secondo libro di versi, Poesie d’amore e di pena, vincendo il Premio Donatello.

Nel 1992 Servadio e altri membri Società di Psicoanalisi Italiana, rivolsero al Comitato Esecutivo dell’IPA la domanda di poter costituire una diversa Società componente, denominata Associazione Italiana di Psicoanalisi (A.I.Psi.), scindendosi in questo modo dalla S.P.I.

Nel 1993, il Presidente del Consiglio Carlo Azeglio Ciampi gli consegnò il premio speciale della cultura, per la medicina e psicologia, assegnato dalla Presidenza del Consiglio.

Alla sua morte venne sepolto nel cimitero acattolico di Roma, noto come Cimitero degli Inglesi, nel rione di Testaccio.

Il contributo alla psicoanalisi

Alla celebrazione dei 70 anni di Servadio, Gaddini (1974, p. 5) scrisse: “è giunto alla soglia dei suoi anni settanta senza che noi, pur essendogli accanto, ce ne avvedessimo. Ciò non dipende soltanto dall’eccezionale disinvoltura con la quale la sua persona fisica sostiene l’incalzare del tempo, ma anche dalla sua non meno eccezionale capacità di essere vivo e operante a pieno ritmo in un modo costante e con grande naturalezza. Per sorprendersi dell’attività di Servadio occorre che capiti di pensarci sopra. Allora soltanto se ne rimane stupefatti.”

La grande intelligenza e l’ampiezza di conoscenza sono il primo contributo che Servadio in quanto pioniere della psicoanalisi ha portato a servizio di questa disciplina. Novelletto (1995, p.171), commemorandone la scomparsa, disse: “A colpirmi per prima fu l’eccezionale qualità del suo metodo di studio, di lavoro e di ricerca. Non era tanto la dimensione enciclopedica delle sue conoscenze a meravigliarmi, quanto piuttosto il constatare che, pur senza aver mai appartenuto ad alcun ambiente universitario, dopo la laurea in legge, egli mostrava un approccio alle problematiche della ricerca scientifica che, per conoscenza della bibliografia, puntualità dei riferimenti, lucidità d’impostazione delle ipotesi, non aveva niente da invidiare alle migliori tradizioni accademiche, senza peraltro patire dei vezzi, dei fronzoli e della retorica che tanto spesso affliggono queste ultime”.

Servadio debuttò nel ’34 ad un convegno internazione di psicoanalisi con un lavoro molto originale “psicoanalisi e telepatia”, che sancì un legame stretto tra il lavoro psicoanalitico e alcuni fenomeni di comunicazioni inconsce da lui studiati. Gaddini (1974), commentando il lavoro di Servadio, affermò come quest’ultimo potesse essere considerato un antesignano, in psicoanalisi, delle ricerche sul contro-transfert, avendo aperto, con lo studio della telepatia, la porta a specifici fenomeni contro-transferali, anticipando di almeno 20 anni gli studi in questo campo. Egli sottolineava costantemente quanto fosse importante che la ricerca in psicoanalisi dovesse sempre partire dalla clinica, privilegiando lo studio della situazione psicoanalitica.

La sua profonda curiosità lo portò ad avere sempre un pensiero autonomo e indipendente, orientando i suoi interessi sullo sviluppo psichico in relazione ai conflitti pre-edipici, anche in un momento storico in cui questo interesse era meno apprezzato. Nella sua teoria, egli propose una nuova concettualizzazione del complesso edipico, affermando che non fosse il punto centrale dello sviluppo psicopatologico, bensì che i conflitti pre-edipici avessero una diretta influenza su come il complesso edipico si possa strutturare e manifestare, sviluppando delle compromissioni psicopatologiche. Infatti nel suo scritto “Il ruolo dei conflitti pre-edipici”, presentato in francese al XVI Congresso degli psicoanalisti di lingue romanze (Roma, 1953), Servadio enfatizzò il ruolo primario svolto dalle proiezioni e dalle fantasie nei conflitti pre-edipici e la loro diretta influenza nella costellazione edipica. Secondo Servadio la necessità di riesaminare e ridefinire in termini di una situazione binaria (pre-edipica), anziché ternaria (edipica), alcuni dei più importanti problemi psicologici e psicogenetici, risultava essenziale per comprendere la strutturazione dell’apparato psichico, sia nel senso di una sua sufficiente e “normale” funzionalità, sia in quello di un suo anormale sviluppo e funzionamento. La condizione di dipendenza infantile da un solo oggetto, scriveva Servadio, nella fase pre-edipica, fa sì che per sussistere l’apparato psichico infantile debba erigere in sé alcuni meccanismi ed istanze di autoregolazione, fatti di oggetti parziali  introiettati aventi funzione di Super-Io precoce, le cui note caratteristiche sono, anche nel migliore dei casi, la rigidità, la mostruosa discrepanza rispetto alle loro ulteriori e più adulte sovrastrutture, la loro enorme capacità di essere “produttori d’angoscia”.  Dal punto di vista istintuale, tali precocissimi conflitti sono contraddistinti dall’autoaggressività più o meno masochistica e dal sentimento di colpa più o meno libidizzato. Questo spostamento teorico proposto da Servadio sulla conflittualità pre-edipica e il ruolo della madre nella strutturazione della personalità, contribuì senz’altro alla formazione della successiva teorizzazione gaddiniana.

Un ulteriore contributo innovativo proposto da Servadio, è l’attenzione posta allo studio nella situazione analitica di fenomeni e.s.p. -percezioni extra-sensoriali. Egli definiva tali fenomeni percettivi come derivanti da una particolare situazione reciproca, in un rapporto tra due persone, generalmente consanguinei. Tali percezioni sono connotate da un carattere regressivo, che Freud aveva già concettualizzato come sorta di comunicazione primitiva. L’aspetto regressivo del fenomeno e l’aspetto di familiarità dà ragione del suo riprodursi nella situazione analitica, dove per effetto del transfert del paziente e del contro-transfert dell’analista le situazioni infantili reciproche vengono riattivate. Il movente inconscio caratteristico dell’effetto e.s.p., secondo Servadio, è legato all’angoscia di separazione, vissuta come possibile perdita dell’oggetto e del sé. La sperimentazione quindi nel setting analitico darebbe modo di esplorare fondanti conflittualità pre-edipiche che hanno formato e strutturato l’Io del soggetto.

Un ulteriore aspetto analizzato da Servadio che ha arricchito il dibattito psicoanalitico in Italia e all’estero, è rappresentato dalla sua visione del femminile e dalla rivisitazione delle concezioni edipiche alla luce di brillanti intuizioni teoriche arricchite dalle sue conoscenze della cultura orientale.

Rileggendo oggi i contributi del maestro Servadio, emerge con chiarezza la sua ampiezza e complessità di pensiero, che è ancora oggi al centro dei principali dibattiti psicoanalitici contemporanei. I temi teorici sollevati da Servadio sono tuttora attuali e fecondi, tanto in relazione alle più attuali ricerche sulle comunicazioni pre ed extra verbali, che alle nuove conoscenze sorte in campi affini come le neuroscienze.

Cronologia degli scritti

Articoli:

Servadio, E. (1932). Christa Winsloe Gestern und Heute. Tr. fr. Demoiselles en uniforme Fasquelle ed., Paris, 1932, Frs. 12.. Riv. Ital. Psicoanal., 1, 415-415.

Servadio, E. (1932). Edgard Michaelis Freud, son visage et son masque, traduit de l’allemand avec une introduction sur les éléments romantiques de la psychologie freudienne par le Dr. Jankélévitch. Paris, Les Editions, Rieder, 1932 Frs. 30.. Riv. Ital. Psicoanal., 1:262-264.

Servadio, E. (1932). Forme larvate di omosessualità. Rivista Ital. Psicoanal., 1:248-252.

Servadio, E. (1932). G. Franceschini «Vita sessuale» Hoepli, ed. Milano, 1933, L. 10.. Riv. Ital. Psicoanal., 1:267-268.

Servadio, E. (1932). Histoires d’enfants contées et illustrées par eux-mêmes. Denoël & Steele, Paris, 1932. Frs. 15.. Riv. Ital. Psicoanal., 1:413-414.

Servadio, E. (1932). Mary Chadwick Adolescent Girlhood George Allen & Unwin ed., Londra, 1932, 10s. 6d.. Riv. Ital. Psicoanal., 1:411-411.

Servadio, E. (1932). Quattro casi di “lapsus”. Riv. Ital. Psicoanal., 1:56-57.

Servadio, E. (1932). R. e Y. Allendy Capitalisme et sexualité Les éditions Denoël et Steele. Paris, 1932.. Riv. Ital. Psicoanal., 1:194-195.

Servadio, E. (1932). Stefan Zweig L’anima che guarisce (Mesmer, Mary Baker-Eddy, Freud). Trad. it. di Lavinia Mazzucchetti, Sperling e Kupfer, Milano, 1931.. Riv. Ital. Psicoanal., 1:74-78.

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Servadio, E. (1933). Hans Jacobi Handschrift und Sexualität A. Marcus & E. Weber’s Verlag. Berlin und Köln, 1982, s. i. p. (ma RM. 3,80), Riv. Ital. Psicoanal., 2:63-64.

Servadio, E. (1933). Il motto di spirito. Riv. Ital. Psicoanal., 2:256-273.

Servadio, E. (1933). Il nome dimenticato. Riv. Ital. Psicoanal., 2:216-217.

Servadio, E. (1933). Pietro Zanfrognini Cristianesimo e psicanalisi. Guanda, Modena, 1933, L. 5.. Riv. Ital. Psicoanal., 2:222-223.

Perrotti, N., Servadio, E. (1933). Predica bene e … . Riv. Ital. Psicoanal., 2:274-281.

Servadio, E., Weiss, E. (1933). Varia. Riv. Ital. Psicoanal., 2:385-393.

Zoller, I., Servadio, E. (1933). Varia. Riv. Ital. Psicoanal., 2:138-141.

Servadio, E. (1933). Vittorio Benussi. Suggestione e Psicanalisi a cura di Silvia Musatti De Marchi. Casa Ed. Giuseppe Principato, Messina e Milano, 1932, L. 15.. Riv. Ital. Psicoanal., 2:64-68.

Servadio, E. (1934). La paura del malocchio. Riv. Ital. Psicoanal., 3:67-83.

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Servadio, E. (1953). The Lure of the Forbidden. Int. J. Psycho-Anal., 34:325-327.

Servadio, E. (1955). A Presumptively Telepathic-Precognitive Dream During Analysis. Int. J. Psycho-Anal., 36:27-30.

Servadio, E. (1955). Le prime situazioni conflittuali rispetto alla formazione dell’Io: i meccanismi di base. Riv. Psicoanal., 1A:18-22.

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Servadio, E. (1991). Su L’infinito di Leopardi: un’ipotesi. Riv. Psicoanal., 37:915-919.

Servadio, E. (1993). Replica di Emilio Servadio. Riv. Psicoanal., 39A:195-196.

Libri:

Servadio, E. (1929). Licheni. Torino, Fratelli Ribet.

Servadio, E. (1930). La ricerca psichica. Roma, Cremonese.

Servadio, E. (1955). Il sogno. Milano, Garzanti.

Servadio, E. (1961). La psicologia dell’attualità. Milano, Longanesi.

Servadio, E. (1970). L’educazione sessuale. Napoli, Guida.

Servadio, E. (1972). Psiche e sessualità. Roma, Astrolabio.

Servadio, E. (1972). Sesso e Psiche. Milano, Armenia.

Servadio, E. (1977). Passi sulla via iniziatica. Roma, Ed. Mediterranee.

Servadio, E. (1988). Poesie del sogno e dell’estasi. Firenze, Nardini.

Servadio, E. (1989). Poesie del cuore e del cielo. Firenze, Nardini.

Servadio, E. (1991). Poesie dell’aria e del fuoco. Firenze, Nardini.

Servadio, E. (1993). Poesie della spada e della rosa. Firenze, Nardini.

Servadio, E. (1994). Poesie del vento e della luce. Firenze, Il Fauno.

Bibliografia e Sitografia su Emilio Servadio:

Carotenuto A. (a cura di) (1992). “Servadio Emilio”, in Dizionario degli psicologi contemporanei. Bompiani.

David, M. (1966). La psicoanalisi nella cultura italiana. Torino: Bollati Boringhieri.

Errera, G. (1990). Emilio Servadio. Dall’ipnosi alla psicoanalisi. Firenze: Nardini.

Gaddini, E. (1974). I settanta di Emilio Servadio. Un tributo. Riv. Psicoanal., fascicolo unico, 5-13.

Garzia P. (1980), Intervista con Emilio Servadio, Luce e Ombra, 1.

Garzia P. (1995), Qualche riflessione sui novant’anni di Servadio, Luce e Ombra, 4.

Gramigna G. (1995), Servadio: lo psicoanalista che s’ immerse nel Gange, Corriere della Sera, 19-01-1995.

Lilli L. (1995), La scomparsa di Emilio Servadio, la Repubblica, 19-01-1995.

Magherini, G. (1994). Servadio: un profilo intellettuale. Inventario, 3, 131-140.

Novelletto, A. (1995). Emilio Servadio. Riv. Psicoanal., 1, 171-179.

Riferimenti in rete

http://www.emilioservadio.it

http://www.archiviapsychologica.org/index.php?id=909

http://www.treccani.it/enciclopedia/emilio-servadio/

http://www.eternoulisse.it/vite_straordinarie/emilio_servadio.html

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