La Ricerca

Sonno del bambino

6/11/13

A cura di Marco Mastella      

Il sonno del bambino interessa i genitori, i ricercatori e i clinici. I genitori sono di solito interessati a che i figli dormano sonni tranquilli, che permettano loro di riposare, per affrontare serenamente la giornata.

Secondo diversi studiosi, il sonno nell’uomo può essere definito come: “stato dell’organismo caratterizzato da ridotta reattività agli stimoli ambientali, che comporta sospensione dell’attività relazionale e modificazione della coscienza; esso s’ instaura spontaneamente e periodicamente, si autolimita nel tempo, ed è reversibile “ ( Fagioli e Salzarulo, 1995, in : Salzarulo, 2002)

Peraltro, dormir bene tutta la notte non è di per sé sinonimo di “star bene”. Molti bambini in qualche modo si trattengono talora dall’esprimere il loro disagio quando le tensioni familiari sono troppo forti.

E’ bello vedere un bambino dormire tranquillo come è ben rappresentato in diversi dipinti. Un bambino di solito dorme molto e volentieri e, se sta bene e non è pressato da ritmi familiari troppo intensi, si sveglia altrettanto volentieri. L’acquisizione del ritmo sonno-veglia inizia già nel corso della vita intrauterina e prosegue soprattutto nel primo anno di vita giungendo di solito a sincronizzarsi sufficientemente con i ritmi di vita dei genitori, quando questi ritmi sono “sopportabili”.

L’organizzazione dei ritmi sonno-veglia e dell’alternarsi dei diversi tipi di sonno (sonno attivo e sonno calmo corrispondenti al cosiddetto sonno REM e NREM) dipende sia dalla maturazione biologica e cerebrale sia dalle abitudini di vita della famiglia che possono variare notevolmente sia su base culturale che sociale; essi possono variare inizialmente a seconda che il bambino sia nato a termine o pre-termine. Soltanto gravi malattie piuttosto rare possono impedirne l’acquisizione.

L’addormentamento è sempre un momento cruciale nella giornata di un bambino che accetta di affrontare, solo, l’avventura della notte. I genitori compiono di solito tutta una serie di rituali per ‘accompagnarlo fino all’ultimo’, ricordando qualcosa delle loro sere e notti di bambini, più o meno paurosi, più o meno ‘esclusi’ dal lettone e dall’intimità dei loro genitori, più o meno assaliti da incubi.

Questi rituali comprendono i preparativi per la notte, che cambiano con l’età del bambino, con l’organizzazione degli spazi all’interno della casa e della camera del bambino e con le abitudini e gli stili di vita familiare.  Ricordiamo l’importanza del cullare, delle ninne nanne, delle canzoni, delle favole, ma anche del permettere al bambino di auto consolarsi ( con varie modalità, tra cui la possibilità di succhiare il succhiotto o il dito, o di ricorrere al cosiddetto ‘oggetto transizionale’, l’equivalente della copertina di Linus) e di giungere ad addormentarsi da solo.

In una direzione opposta va la tendenza di taluni bambini che si aggrappano a parti del corpo dei genitori  ( in primis i capelli) con l’inconsapevole complicità dei genitori stessi: il che condiziona lo strutturarsi di abitudini difficilmente superabili, ma, soprattutto, di modalità di pensiero e di rappresentazione di sé del tutto particolari ( fantasie di fusionalità, negazione della separatezza fisio-psichica, persistere di uno stato del tutto particolare di dipendenza).

Un ruolo disturbante l’addormentamento è svolto spesso dalla televisione o da giochi eccitanti, talora introdotti dai genitori stessi come surrogato alle opportunità mancate durante la giornata.

In età più avanzata il bambino si organizza propri rituali, che di solito rimangono segreti, con un ritorno a stati mentali e fantasie più tipiche ad età precedenti.

In ogni caso, l’addormentamento è un’esperienza di passaggio, di transizione, di separazione, di perdita di controllo sulla realtà esterna, compreso l’ambiente e i genitori, e sulla fantasia, sull’immaginazione, che si dispiegano in modo più inquietante sia negli stati di transizione, di passaggio dalla veglia al sonno, sia negli stati di sonno profondo, attraverso i sogni.

Un’esperienza di passaggio verso il proprio mondo interno, i tentativi più intimi di rappresentarsi la realtà materiale e la realtà psichica, le emozioni, i sentimenti, i desideri, le paure, in uno stato di ripiegamento in se stessi e di solitudine mitigato dall’illusione di continuare ad essere tra le braccia della mamma o in presenza dei genitori che accompagnano l’addormentamento con dolce fermezza.

In  schede successive potremo occuparci dei ritmi del sonno, dei sogni del bambino, delle difficoltà di addormentamento, dei risvegli notturni e dei disturbi del sonno, nell’ambito della crescita psichica .

Novembre 2013

Bibliografia semplice:

Bibliografia

de Leersnyder  H. (1998) Il sonno del bambino. Come garantire ai vostri figli notti senza problemi e senza paure. Ediz. Pendragon, Bologna

Decobert S., Sacco F. (2001) (a cura di – ) Il sogno, il bambino e lo psicoanalista. F. Angeli, Milano.

Persico G. (2002) La Ninna Nanna. Dall’abbraccio materno alla psicofisiologia della relazione umana. Ediz. Univ. Romane, Roma.

Salzarulo P. ( 2002) Il primo sonno. Sviluppo dei ritmi sonno-veglia nel bambino. Bollati Boringhieri, Torino.

Salzarulo P. ( 2006) Come dormiamo. Giunti Barbera, Firenze

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