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“Atteggiamenti mentali inconsci e clinica psicoanalitica” di Angelo Battistini

9/02/18

Atteggiamenti mentali inconsci e clinica psicoanalitica

Autore: Angelo Battistini 

Casa editrice: Mimesis

Anno: 2018

“A volte mi è stato obiettato che alla fin fine il concetto di A.M.I. non porterebbe nulla di nuovo rispetto a quello di fantasia inconscia illustrato magistralmente a suo tempo da Susan Isaacs (1948). Un’obiezione che spero di avere confutato con i lavori qui pubblicati mostrando in qual modo, seppure tra i due concetti vi sia ampia coincidenza, quello di A.M.I. si caratterizzi per la fondamentale valorizzazione del comportamento del paziente rispetto alla fantasia inconscia che lo sottende nel contesto di una specifica situazione relazionale. Segnalato all’analista da fastidiosi sentimenti e sensazioni controtransferali quali insofferenza, torpore, noia, rabbia, incomprensione, impotenza, un A.M.I. può essere inteso come la via regia per arrivare nel corso dell’analisi a dare pieno significato relazionale a quella stessa fantasia. D’altra parte è cosa ovvia che un paziente, in seduta, non ci mostra certo le sue fantasie più segrete bensì un comportamento, verbale e non verbale, che ne è l’espressione”.

Angelo Battistini: psichiatra e psicologo medico, è membro ordinario con funzioni di training della Società Psicoanalitica Italiana. Dal 2006 al 2012 è stato presidente del Centro Psicoanalitico di Bologna. Ha curato il volume Le nevrosi infantili (1983) e ha pubblicato Il delitto di S. Patrignano (1995), Lo sguardo psicoanalitico (2007), Il resto del lettino  (2008). Dal 2003 tiene sulle pagine della cronaca di Rimini de “Il Resto del Carlino” una rubrica di psicoanalisi e vita quotidiana.

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