La Ricerca

Psicopatologia dell’anoressia mentale

10/11/06

 

Resoconti psicoanalitici esaurienti sull’anoressia mentale sono abbastanza rari sia per la natura stessa del disturbo che rende l’approccio psicodinamico lungo e difficoltoso, come accade in tutte le malattie psicosomatiche importanti, sia perché, nel passato, erano pochi gli psicoanalisti che si interessavano ai problemi legati ai disordini alimentari. Brusset espone l’atmosfera dei Servizi di Psichiatria negli anni settanta e rileva quanto l’anoressia fosse sconosciuta ai più e appannaggio di endocrinologi o di psichiatri che ne descrivevano le caratteristiche organiche e fenomenologiche senza avere il sospetto di possibili sottostanti e concomitanti eziologie psichiche. Prevaleva la ricerca di una organogenesi della malattia mentale. L’autore, pur tenendo sempre presenti le implicazioni biologiche e culturali, si schiera decisamente per un orientamento “assolutamente psicoanalitico” e si dedica all’approfondimento teorico sull’adolescenza, sullo sviluppo libidico, sul narcisismo, sulle relazioni d’oggetto soprattutto con l’oggetto primario, sui meccanismi inconsci, sulla sessualità femminile.

Su tali basi teoriche giustifica una presa in carico terapeutica seria, coerente e prolungata, quando si verificano i presupposti per poterla proporre e iniziare. Il libro si sviluppa in tre parti. Nella prima si dedica in maniera esaustiva a tratteggiare le caratteristiche peculiari e la genesi dell’anoressia mentale. L’incremento di svariate forme di iperalimentazione o di restrizioni nell’assunzione del cibo rende quanto mai attuale il problema della definizione dell’anoressia e della possibilità di distinguerla da altre patologie. Molto spesso il disturbo si manifesta durante l’adolescenza con un’insorgenza a volte silente attraverso riduzioni e limitazioni alimentari progressive che esitano in un dimagrimento preoccupante che spinge i genitori a cercare una consultazione. Tutto ciò impone una conoscenza approfondita sul ruolo delle differenti cause che concorrono all’instaurarsi e al mantenimento di un processo anoressico, come pure degli aspetti evolutivi legati al periodo stesso dell’adolescenza. L’autore, attraverso casi seguiti in terapie di lunga durata, cerca una sua posizione tra modelli teorici diversi evitando la riduzione ad un solo punto di vista in modo da scegliere l’approccio più adatto alla complessità della patologia.

Pur mantenendo l’attenzione rivolta alla problematica intrapsichica l’autore è del parere che ogni fattore che interviene nella genesi della anoressia mentale debba essere preso in considerazione tenendo presente come quel fattore interviene e con quali conseguenze. Si apre la seconda parte del libro dedicata alla comprensione psicoanalitica dell’anoressia attraverso la descrizione del ricco materiale clinico emerso nel trattamento di due pazienti. Il commento accurato e approfondito induce a riflettere sui diversi aspetti dei vissuti corporei persecutori e sul complesso rapporto con la madre. Infine è particolarmente interessante l’accostamento tra anoressia e tossicomania proposto nell’ultima parte del volume. L’anoressia come forma patologica femminile sembra essere l’equivalente della tossicomania nei maschi. E’ la dimensione del piacere, del godimento, della autosufficienza narcisistica indotti dal digiuno, che accomuna l’anoressia con la tossicomania in un paradosso in cui il rifiuto della dipendenza finisce per creare dipendenza in una specie di circuito chiuso mortifero.

 

Bernard Brusset è psichiatra e psicoanalista, membro della Società Psicoanalitica di Parigi e professore dell’Istituto di Psicologia, Università Paris V René Descartes.

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