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Sconfinamenti: escursioni psicoantropologiche. A cura di Stefano Beggiora, Mario Giampà, Alfredo Lombardozzi e Anthony Molino – Ed. Mimesis (2014)

21/07/14

SCONFINAMENTI-ROTANTEA cura di Stefano Beggiora, Mario Giampà, Alfredo Lombardozzi e Anthony Molino (2014)

Sconfinamenti: escursioni psicoantropologiche

Ed. Mimesis

Il testo, pubblicato presso l’editore Mimesis, nasce da una lunga collaborazione durata alcuni anni tra studiosi che si sono cimentati nell’approfondire l’area di confine tra psicoanalisi e antropologia.
Si sono incontrate in questo volume molteplici aree di interesse e di ricerca. E’ curato da Stefano Beggiora, Mario Giampà, Alfredo Lombardozzi ed Anthony Molino, che sono intervenuti anche con propri contributi nel volume.
Sono proposti nel libro lavori molto significativi nel campo dell’antropologia psicologica ad orientamento psicoanalitico come quelli di Benjamin Kilborne, Gananah Obeyesekere, Waud Kracke. Inoltre partecipano studiosi e psicoanalisti sudamericani come Cecila Sinay Millonschick, Claudio Castelo Filho e la storica Paola di Cori. L’antropologo Vincenzo Padiglione intervista uno dei padri dell’antropologia psicologica americana Mel Spiro. Anthony Molino intervista, invece, alcuni importanti rappresentanti dell’antropologia psicologica statunitense come Vincent Crapanzano e Katleeen Stewart e la studiosa di origine nipponica Korinne Kondo.
Figurano, inoltre, con saggi molto significativi, alcuni studiosi italiani: Luca Caldironi, psicoanalista, Virginia De Micco, psicoanalista ed etnopsichiatra e gli antropologi Domenico Scafoglio e Gualtiero Harrison. Alfredo Lombardozzi ha curato l’introduzione.

Il libro si occupa di indagare e transitare, quasi navigare, in una area di confine tra la psicoanalisi e l’antropologia. Non intende tanto descrivere un quadro fisso e definito della storia del rapporto tra queste due discipline quanto, attraverso l’esplicitazione di una molteplicità di vertici di osservazione e di analisi eterogenei, aprire nuovi scenari di comprensione del mondo, in particolare quelli riguardanti il rapporto gruppo sociale/individuo, interiorità/esteriorità, conscio/inconscio.
Nel volume è rappresentata una ricchezza di punti di vista che ci consente di valutare posizioni di partenza molto diverse nell’analisi dei contesti socio-culturali affrontati in termini psico-antropologici. In generale i vari autori si muovono su questo terreno complesso e rischioso con attenzione e senso della misura.
Gli sconfinamenti, inevitabili e produttivi, lo sono in quanto possano essere visti nel senso non solo del loro andare ‘oltre’ confine, ma anche nel percorso di ritorno alla disciplina di partenza che può essere, a quel punto, rinnovata nelle sue categorie e principi di base e anche rafforzata nella sua specificità. Un’incursione condivisa e reciproca nell’alterità dell’altra disciplina, che per molti versi è bene che rimanga tale, proprio in quanto alterità. Questo per consentire che le due discipline si attestino nel loro rapporto di contiguità collaborativa, nel rispetto reciproco, e mantengano un canale di dialogo aperto a cogliere e scambiarsi il senso della attuale complessità.

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