La Ricerca

Iannitelli A. (2016). La neurogenesi delle petites madeleines di Proust.

6/02/17

Giornata Nazionale di Studio del Gruppo di Ricerca Psicoanalisi e Neuroscienze, Roma 26 Nov 2016

Tavola Rotonda  –   La clinica psicoanalitica: plasticità neurobiologica, trasformazioni psichiche. Il ruolo delle diverse forme di memoria, con T.Giacolini, A.Iannitelli, G.Mattana, M.Ponsi, R.Spagnolo

Iannitelli A. (2016). La neurogenesi delle petites madeleines di Proust.

Abstract della relazione 

“La memoria nasce e prende forma unicamente dall’esperienza dei sensi” afferma Bion.

La memoria degli odori costituisce una caratteristica centrale della cognizione olfattiva che si esprime attraverso due processi: il riconoscimento e il ricordo di un odore già sentito e il cosiddetto “fenomeno Proust” che consiste in un ricordo evocato da un odore e che quindi fa parte della memoria autobiografica.

Il primo processo costituisce un’area molto critica per la salute mentale ed è sufficientemente studiato. “Il fenomeno Proust”, chiamato anche Odor-Evoked Memory, è meno studiato, perché non direttamente legato a condizioni severe di sofferenza mentale e può essere un’area di sviluppo nella ricerca in psicoanalisi. Riguarda all’incirca i primi dieci anni di vita (a differenza di quanto accade per la memoria per stimoli verbali o visivi) ma è di estremo interesse perchè evoca una memoria emotiva e un richiamo evocativo rispetto alle altre memorie, attiva i substrati neurobiologici dei processi emotivi e presenta la caratteristica di fissare meglio tempo e luogo dell’evento.

L’olfatto appare un’area di interesse perchè nessun altro senso ha connessioni dirette e confluenti contemporaneamente con le aree cerebrali che si occupano di memoria, emozioni e apprendimento associativo. Il semplice atto dell’odorare attiva il complesso amigdala-ippocampo e l’amigdala appare molto più attivata nella memoria autobiografica evocata dall’odore che non dal semplice odore non evocativo.

La presenza nelle vie olfattive, in particolar modo nei bulbi, di NGF e di BDNF, neurotrofine implicate nella neurogenesi durante lo sviluppo del cervello e, in età adulta, in specifiche aree cerebrali, colloca il senso dell’olfatto alla luce del ruolo che ricopre nella ontogenesi umana e nella filogenesi in un ambito di estremo interesse nei meccanismi di plasticità cerebrale.

E’ ormai noto che i meccanismi di plasticità rispondono a numerosi e differenti fattori di natura biologica, sociale e terapeutica, quali l’azione di molte classi di psicofarmaci e la talking therapy. In questo network di sempre più crescente complessità, il sistema olfattivo ricopre un ruolo di grande importanza a partire dalle prime fasi di sviluppo umano, nella costruzione delle prime relazioni significative e strutturanti del neonato, fino alla acquisizione di strumenti di conoscenza e uso della realtà esterna e interna.

 

 

Bibliografia minima

                  Tirassa P., Quartini A., Iannitelli A. Nerve Growth Factor, Brain-Derived Factor and the chronobiology of mood: a new insight into the “neurotrophic hypothesis”. ChronoPhysiology and Therapy, 2015, 5, 51-64.

                  Iannitelli A, Tirassa P. Pain & Depression: the Janus factor of human suffering, in: Introduction to Pain and its relations to nervous system disorders (A. Battaglia, Editor), Wiley-Blackwell Book, London, New York, 2016, Chapter 13, 317-44.

                  Iannitelli A. Il sistema olfattivo come via di ingresso per lo sviluppo cerebrale e la terapia: dalle petites madeleines di Proust al ruolo di NGF e BDNF nella schizofrenia e nella depressione, nel Simposio: Anomalie della funzione olfattiva e trattamenti farmacologici nei disturbi mentali. XIX Congresso Nazionale della Società Italiana di NeuroPsicoFarmacologia: Il Farmaco e le Neuroscienze, Acireale (CT), 11-14 ottobre 2016.

Iannitelli A. Psicoanalisi e psicofarmaci: storia e sviluppi di un incontro ravvicinato. Rivista di Psichiatria, 2014, vol. 49; p. 157-157.

Iannitelli A., Biondi M. L’epigenetica nella terapia dei disturbi psichiatrici. Rivista di Psichiatria, vol. 49; p. 1-1.

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