La Ricerca

Generali Clements Lina

14/04/14

I maestri della Psicoanalisi 

Lina Generali Clements

A cura di Riccardo Brunacci, Renata Rizzitelli e  M.Angiola VignaTaglianti

Profilo di Lina Generali Clements
La dottoressa Lina Generali Clements nasce nel 1923 in provincia di Cremona; laureata in medicina, si specializza in neurologia e pediatria. Già in questo periodo scopre la passione per il lavoro con i bambini. Citando dall’ Intervista a Lina Clements, “Sulla storia della psicoanalisi infantile in Italia”, a cura di Maria Luisa Algini, Borla editore:
“L’idea di lavorare nel campo dei disturbi psicologici infantili è nata dall’esperienza fatta in clinica pediatrica come studente, prima, e come specializzando in Pediatria, poi. Mi aveva colpito allora la sofferenza a cui i bambini andavano incontro quando erano lontani dai genitori, sofferenza che niente poteva alleviare, nemmeno l’ambiente accogliente, caldo e pieno di affetto quale era il Reparto in cui a quel tempo lavoravo.
Se ci ripenso, devo dire che la mia successiva scelta non è stata mossa da sollecitazioni culturali o ambientali: la verità è che non avrei potuto fare altro”.
Come psicoanalista, la sua formazione avviene a Milano: ella infatti effettua la propria analisi didattica con Musatti, facendo poi un secondo training a Londra, nel gruppo kleiniano.
A Milano la dottoressa opera come libera docente in neuropsichiatria infantile e professore incaricato di psicoterapia all’Università fino al trasferimento a Londra, dove approfondisce la sua competenza sia per quanto riguarda il lavoro con gli adulti, sia per quello con i bambini, divenendo esperta anche di osservazione del bambino nel rapporto con la madre e l’ambiente familiare, l’ “Infant observation”. Le sue maestre sono Martha Harris e Esther Bick. Ai maestri, italiani e londinesi, che l’hanno accompagnata nel suo percorso di formazione, la dottoressa Generali, nella medesima intervista, mostra la propria riconoscenza:
“La mia grande fortuna son stati i miei compagni di viaggio, dai docenti dell’Università e della Scuola Psicoanalitica ai miei compagni di corso, agli assistenti di sala. Penso che anche loro avessero ascoltato e che per questo siano stati i miei migliori alleati, sempre disposti ad aiutarmi, e a tollerarmi senza farmelo pesare.
I loro nomi? È un elenco molto lungo; il prof. Musatti, e i suoi allievi; non ultima Vanna Giaconia, che è stata come una sorella per me.
Più tardi, dei miei compagni di viaggio citerò soltanto alcuni nomi: Ruth Riesemberg, Martha Harris, Hanna Segal, Betty Joseph, Nuscia Bick, tutte persone indimenticabili, e col passare del tempo a me sempre più care”.
E ancora:
“A un certo punto è arrivato per me il momento di pagare il mio debito verso chi mi aveva aiutato: in primo luogo verso la Società Italiana di Psicoanalisi, che mi ha dato l’incarico di insegnamento. E da qui si è ancora allargato il gruppo dei miei compagni di viaggio: Dina Vallino, Annalisa Ferretti, Alessandra Piontelli, Marinella Lia e tanti altri… è un lungo ponte verso il futuro”.
Il lavoro pionieristico di Lina Generali Clements consiste soprattutto nell’aver introdotto l’osservazione del neonato in Italia e di aver stimolato una direzione di ricerca a partire da esso. Ella portò, infatti, l’Infant Observation dapprima (intorno agli anni 70) nell’ambito della formazione dei neuropsichiatri infantili dell’Università Statale di Milano e quindi in ambito più squisitamente psicoanalitico, dal 1978 al1984, sia privatamente che al Centro Milanese di Psicoanalisi con un gruppo di candidati e di psicoanalisti provenienti da diverse città italiane ( fra cui Dina Vallino, Gina e Franco Mori, Giusi Tirelli, Giuliana Boccardi, Antonino Ferro, Franco Borgogno, Barbara Serrati…), gruppo in cui si lavorava sulla comparazione della relazione madre-bambino dell’Infant Observation e l’osservazione della relazione analista-paziente nella situazione analitica. Frutto del fervente lavoro di quegli anni furono la relazione “Correlazioni fra la relazione analitica e la relazione madre- bambina ” presentata da Lina Generali e da Gina Mori al IV Congresso Nazionale della Società Psicoanalitica Italiana (Taormina, 1980) ed il Pane “Dall’osservazione all’interpretazione: un vecchio metodo sempre più attuale” al V Congresso della Società Psicoanalitica Italiana (Roma, 1982), con relazioni di Ferro, Borgogna, Girelli, Serrati e Boccardo.
Nel 1990 Lina Generali si trasferisce a Ruta di Camogli, proseguendo da lì il suo impegno formativo di nuove leve di psicoanalisti; negli ultimi anni 90 rientra definitivamente a Londra, pur ritornando periodicamente in Italia per tenere seminari di psicoanalisi infantile, soprattutto a Firenze e Cremona. Rispetto ai contesti dell’esperienza italiana ed alle sollecitazioni che l’hanno sostenuta, la dottoressa ricorda:
“Durante la mia Specializzazione in Malattie Nervose presso l’Università di Milano la Prof.ssa Adriana Guareschi ha avviato un Ambulatorio di neuropsichiatria Infantile, in cui ho mosso i primi passi.
Le mie difficoltà erano la scarsa preparazione: il sostegno mi è venuto dalla stessa professoressa Guareschi, a cui sarò sempre grata. Con il suo incoraggiamento ho proseguito il cammino, a Londra nel Bethlem Hospital, negli Stati Uniti presso l’Università di Harvard, e successivamente ancora a Londra nella Tavistock Clinic”

“Attorno agli anni ’70 e ’80 vi era la tendenza a richiedere e a volte ad attuare un trattamento psicoanalitico per un ampio spettro di disturbi psicologici e psichiatrici, tendenza che si è successivamente attenuata.
Il mio primo paziente è stato un bambino di otto anni con difficoltà di apprendimento, che si esprimeva soprattutto con il disegno.
L’aiuto migliore mi è venuto dalla pratica dell’Osservazione, di cui già Freud era stato fautore. Per molti anni, direi per tutto il periodo del mio lavoro, ho condotto Seminari di Osservazione del neonato (Osservazione madre-bambino) condotta secondo il metodo di Esther Bick.
Penso che il saper osservare secondo questo metodo sia alla base del lavoro analitico; non per niente i Seminari di Infant Observation fanno parte del training della Società Psicoanalitica Britannica, oltre ad essere alla base dell’insegnamento alla Tavistock di Londra”.
Si tratta di un lavoro faticoso, emotivamente impegnativo per chi lo attua e chi lo conduce; per cui non fa meraviglia che susciti delle resistenze […] .
Che cosa ho imparato dal mio lavoro, o meglio, cosa valuto di più di quello che ho imparato?
Non ho dubbi: il rispetto, l’apprezzamento, la gratitudine per tutti i genitori, fortunati o sfortunati; con il loro coraggio e la loro determinazione sono parte della vita – e sono loro che.
Cosa ho imparato su di noi esseri umani? Mah, potrebbe essere meglio.
Ma potrebbe anche essere peggio!”.
Vasta è stata l’attività della dottoressa in termini di formazione nel campo degli adulti e dei bambini e nell’osservazione dei neonati, piuttosto che in termini di pubblicazioni. Lina Generali è stata, infatti, psicanalista didatta e analista di bambini, adolescenti ed adulti.
Tra le pubblicazioni della dottoressa, in ogni caso, troviamo due lavori importanti:
“L’osservazione del neonato come metodo di studio in psichiatria infantile”, del 1971, sulla “Rivista di psicoanalisi” (XVII);
“Correlazioni tra la relazione analitica e la relazione madre – bambino”, del 1980 (Generali L., Ferrara Mori G., Quaderni di Psicoterapia Infantile, n. 55, 2007).

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