La Ricerca

Psiche -Soma

12/12/16

A cura di Ersilia Cassani

La parola psiche-soma è stata creata da Winnicott congiungendo graficamente i due termini inglesi psyche e soma. Secondo l’Oxford Dictionary il primo significato di psyche è anima, mente o spirito ed il secondo è un nome proprio: Psyche è la personificazione dell’anima come una donna o a volte come una farfalla; l’etimo è greco e significa respiro, vita e anima. Dunque, il suo senso riguarda la vita mentale e nella sua radice ci sono rimandi al corpo vivo: il respiro, la vitalità, il movimento leggero. Nella definizione di soma rientrano sia le parti di un organismo che non sono le cellule riproduttive sia ciò che è distinto dall’anima, dalla mente o dalla psiche. Accanto alla definizione biologica il Somatics Systems Institute ha aggiunto una sfumatura di significato psicologico: il soma è la percezione interiore del proprio corpo. Pertanto, la parola soma ha un significato biologico e alla psiche si aggancia attraverso il vissuto interiore e adombrando l’idea di un corpo personale. I due termini psiche e soma si trovano in una relazione dialettica: nessuno può stare senza l’altro perché perde significato o si trasforma in qualche cosa di diverso. Attraverso il trattino di congiunzione Winnicott trasmette sinteticamente il significato di una mente incarnata nel corpo e di un corpo che è la persona.

Il concetto appartiene alla teoria dello sviluppo di Winnicott.

Secondo l’autore psiche-soma è la forma più primitiva della vita mentale, presente sin dai primi momenti dopo la nascita in modo discontinuo e poi progressivamente più stabile nelle diverse età della vita accanto ai prodotti più complessi del pensiero cosciente ed inconscio.

Sul piano fenomenologico si manifesta come la vitalità dell’individuo: il senso pieno della fame, quello della sazietà, il buon tono muscolare, la coordinazione motoria e così via esprimono la vita psichica della persona, che è primariamente il suo corpo vivo o, per meglio dire, il suo soma. Ben conosciute dagli psichiatri sono le dissociazioni patologiche tra psiche e soma che si hanno in alcune psicosi e nelle cosiddette malattie psicosomatiche; esistono anche dissociazioni fisiologiche come lo smarrimento nel tempo e nello spazio che può accompagnarsi ad un brusco risveglio. Sul piano dell’attività rappresentativa allo psiche-soma corrisponde l’elaborazione immaginativa del funzionamento corporeo al suo livello più semplice (1949, 1965).

Gli esempi fatti evidenziano che la psiche non risiede in un organo specifico, sebbene nel pensiero comune spesso sia posta nella testa. La sua tendenza ad abitare il corpo (e viceversa) è innata, tuttavia nei primi momenti della vita post-natale il bambino alterna momenti d’ integrazione psicosomatica a stati di non integrazione: solo dal punto di vista di un osservatore esterno è una unità, dall’interno è un complesso di fasi motorie e di percezioni sensoriali alternate a stati di riposo; alle prime corrisponde un’ integrazione temporanea della psiche nel corpo che manca negli stati di riposo. Inoltre, nelle fasi di dipendenza assoluta e poi relativa del bambino dalla madre (o da chi ne fa le veci) il processo di integrazione psicosomatica richiede una facilitazione ambientale, un attivo adattamento ai bisogni e ai ritmi del bambino attraverso le cure che, all’inizio, sono quelle fisiche emotivamente partecipate.

Winnicott pone particolare enfasi sullo stato psichico della madre che inserisce  ripetutamente la mente nel corpo senza disturbare in modo non tollerabile la continuità di esistere del piccolo: egli scrive che nei primi momenti dopo la nascita del bambino la madre va incontro  “quasi ad una malattia”, una regressione al proprio psiche-soma, che le permette d’identificarsi col piccolo, intuire e capire col corpo – dunque spontaneamente e preconsciamente – ciò che manca al bambino. Da questa prospettiva lo psiche-soma è la prima modalità di contatto tra la mamma ed il bambino.

Col passare delle settimane, la madre torna gradualmente come  era prima, mentre il bambino crescendo sviluppa altre funzioni mentali (l’attenzione, la memoria, la catalogazione, eccetera) che fanno parte del pensiero razionale cosciente e gli consentono di capire e tollerare i fallimenti relativi della madre, senza usurparne le funzioni. Winnicott raccoglie le funzioni mentali del pensiero razionale cosciente sotto il termine mind, che si può rendere in italiano con intelletto. L’intelletto è distinto dallo psiche-soma, costituisce una funzione specializzata e, in condizioni di salute, non si sostituisce alla tessitura di legami tra lo psiche ed il soma, che prosegue nelle successive fasi di sviluppo e durante l’età adulta (1949, 1965), continuando ad essere il modo primario d’ incontro tra le persone.

Lo psiche-soma è la matrice concettuale dalla quale si sviluppano ulteriori caposaldi del pensiero di Winnicott. É la base della “personalization”, altro termine creato da Winnicott per descrivere il divenire una persona a  partire dalla molteplicità delle esperienze corporee ed emotive vissute tra la madre ed il bambino. Detto in altro modo, al centro della persona che  ciascuno sente di essere sta lo psiche-soma, che Winnicott chiama anche il vero sé per distinguerlo dal modo sociale di essere una persona che definisce, per contrapposizione, falso sé: il vero sé è inconscio e spontaneo – come il gesto spontaneo oppure il respiro; il falso sé è consapevole, disciplinato e compiacente. L’amore della mamma, che accetta incondizionatamente il suo bambino, fa dello psiche-soma un vero sé sano anche quando il bambino è malato, handicappato o deforme. Solo con il progressivo sviluppo intellettuale il bambino si renderà conto dei propri limiti senza che siano però compromesse le fondamenta della persona e dunque anche le possibilità psicoterapeutiche (1970, 1970). Lo psiche-soma sta anche alla base della creatività (1971): è col corpo vivo che l’individuo entra in contatto col mondo esterno in una forma personale, che successivamente diventerà la donazione di un significato personale al percepito.

Il concetto di psiche-soma ha delle ricadute sulla teoria della tecnica psicoanalitica: Winnicott suggerisce all’analista di accostarsi ai bisogni non pensati del paziente con lo psiche-soma e non con la conoscenza intellettuale delle teorie (1956). Egli pone dunque l’accento sulla necessità che l’analista condivida l’esperienza somatica ed emotiva come primo passo verso l’evoluzione della pensabilità.

Per quanto riguarda l’utilità clinica del concetto, lo psiche-soma aiuta ad accostarsi alle aree non pensate non solo dei pazienti più gravi (psicotici e gravi borderline) ma anche di coloro che appaiono ben adattati, con un forte investimento della vita intellettuale (mind) e che vivono un senso di inutilità o non si sentono esistere a causa di dissociazioni di vario grado tra la mente ed il corpo. Amplia il modo di guardare alle malattie psicosomatiche, le quali possono essere considerate non solo come espressione di una dissociazione tra la vita mentale e quella corporea, ma anche come un tentativo estremo di riconnettere psiche e soma attraverso il dolore e la malattia fisica (1964).

La mente primitiva e la centralità della sintonizzazione psicosomatica tra psicoanalista e paziente contribuiscono agli orientamenti attuali del pensiero psicoanalitico verso lo sviluppo della capacità di pensare più che sui contenuti psichici rimossi.

Bibliografia

Winnicott D. W. (1949). Mind and its Relation to the Psyche-Soma1, in Throught Paediatrics to Psycho-Analysis 1958. Trad. Ital. Dalla Pediatria alla Psicoanalisi. Martinelli . Firenze. 1975

Winnicott D.W. (1956). On Transference1. Int. J. Psycho-Anal., 37:386-388

Winnicott D.W. (1964). La malattia psicosomatica: aspetti positivi e negativi. In Psycho-Analytic Explorations 1989. Trad. Ital. Esplorazioni Psicoanalitiche. Cortina Editore. Milano 1995

Winnicott D.W. (1965). The Family and Individual Development. Trad. Ital. La famiglia e lo sviluppo dell’individuo. Armando Editore. Roma. 1968

Winnicott D.W. (1970). Le basi di sé nel corpo. In Psycho-Analytic Explorations 1989. Trad. Ital. Esplorazioni Psicoanalitiche. Cortina Editore. Milano. 1995

Winnicott D.W. (1970). Due ulteriori esempi clinici. In Psycho-Analytic Explorations 1989. Trad. Ital. Esplorazioni Psicoanalitiche. Cortina Editore. Milano. 1995.

Winnicott D.W. (1971). La creatività e le sue origini. In: Gioco e realtà. Armando Editore, Roma 1974.

Novembre 2016

Vedi anche in Report –Materiali:

23-24 Ottobre 2015 C.M.P A partire dall’unità corpo/mente

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