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Videointervista ad Alexandra Billinghurst a cura di Patrizia Montagner

19/04/16
Videointervista ad Alexandra Billinghurst a cura di Patrizia Montagner

 

Intervista ad Alexandra Billinghurst    

Undicesima  SOUTH AFRICAN Psychoanalytical Conference – Johannesburg.

“Divisioni e scissioni nelle Società”

A cura di Patrizia Montagner

Domanda : Lei, dottoressa Billinghurst ,  vice presidente dell’ IPA, ha presentato  a questo Congresso il  KEY NOTE ADDRESS: Scissioni e divisioni nelle Società Psicoanalitiche.

Un argomento estremamente interessante , poiché si riferisce a situazioni di gruppo, di grandi gruppi, e soprattutto a gruppi di cui tutti noi facciamo parte: le Società Psicoanalitiche.

Nel suo ruolo di  Vice Presidente dell’ IPA lei ha avuto l’opportunità di osservare , da un punto di vista molto speciale, la complicata vita delle società psicoanalitiche . Ciò che ci interessa è conoscere le osservazioni e le idee che ha maturato in proposito.

Sappiamo bene che proprio il fatto che tutti noi apparteniamo a società psicoanalitiche , ci fa vivere le dinamiche di gruppo dall’interno e che questo rende a volte difficile usare gli strumenti psicoanalitici per osservare noi stessi in questo contesto.

Perciò, a mio avviso, riveste una grande importanza il fatto che un Congresso  sia dedicato a discutere e approfondire questo tema.

Entrando nello specifico, lei fa riferimento, nella sua esposizione, alla teoria dei gruppi così come è proposta da Bion.

Come lei sottolinea, cito le sue parole:“Il gruppo è ben di più della somma degli individui,  il gruppo ha  una sua vita inconscia, e all’interno di un gruppo capita che ci scopriamo fare cose che noi normalmente non faremmo proprio.”

Vuole raccontarci qual’è stata la sua scoperta quando è diventata presidente della Swedish Society e poi ha incontrato il  Presidente della FEP?

Risposta : Quando sono diventata membro della Società svedese, e sono stata nel Board stesso , ho visto che uno dei punti di frizione più forti era fra il Traning Institute e il Board, dove c’è il potere più forte. Abbiamo dovuto faticare molto per riuscire a lavorare insieme, invece di litigare su chi aveva più potere.

Poi sono diventata presidente, è lì ho imparato che non siamo i soli, ma che la maggior parte delle Società hanno questo problema . La battaglia di potere tra l’Istituto di Training e il Board ha le sue radici nelle teorie di Freud e nella prima società da lui fondata.

Domanda-Un altro aspetto che ci intriga rispetto alla dinamica delle organizzazioni è quello che lei chiama:” Il fenomeno della  group culture che resta “nei muri” del gruppo nonostante il fatto che tutti gli individui che ne facevano parte siano stati sostituiti.” Vuole spiegarci a che cosa si riferisce?

Risposta : Se abbiamo un gruppo problematico, lo vedo ad esempio nella organizzazione psichiatrica, intendo un gruppo che va avanti a lottare invece che occuparsi del lavoro per cui è stato costituito, e ad un certo punto tutti suoi membri originali vengono rimpiazzati, la battaglia continua anche se tutti sono stati sostituiti .

Lo stesso tipo di cultura e lo stesso pattern di comportamento si ripetono anche se i vecchi membri non ci sono più. E’ come se fossero rimasti presenti nei muri. Qualcosa è stato trasportato nel nuovo gruppo di persone. E’ qualcosa su cui dobbiamo prestare attenzione anche nell’IPA. Dobbiamo cambiare le persone o cambiare i compiti di ciascuno? E’ come in un’analisi individuale, quando il paziente si trova a lottare con i suoi problemi, torna indietro e trova che essi hanno avuto origine persino dai suoi nonni, già in quella loro generazione, e la stessa cosa avviene nella vita inconscia del gruppo.

Domanda : Entrando nello specifico dei meccanismi di scissione e divisione , vuole dirci qualcosa sulla “saga” delle due Swedish Societies? Anche questo è un punto che interessa da vicino le Società Italiane. Come lei sa anche in Italia c’è stata una divisione, e da ormai alcuni decenni abbiamo due società Psicoanalitiche in Italia.

Risposta: La società madre è stata creata nel 1934, e ha portato la teoria di Freud in Svezia. Alla fine degli anni 50, inizi anni 60 , c’è stata un’ analista di training che voleva introdurre lo studio di altre teorie dall’America, ma non le hanno dato spazio, nè negli incontri scientifici, né nella formazione, e perciò lei si è staccata dalla società madre e ha creato un nuovo gruppo.

E così è nata la mia società madre, e così  è stato introdotto ad esempio Sullivan. Sono nate le due Società con due differenti teorie che venivano insegnate . L’analista che si è staccata è stata oggetto di polemiche perchè ha portato con sé altri membri dell’altro guppo. Ci siamo trovati ad avere due modelli di insegnamento, entrambi storici. Modelli che sono diventati col tempo sempre più simili perchè in ognuna ha preso  sempre più spazio un pensiero critico. E ad un certo punto abbiamo deciso che era folle avere due Società, con due Presidenti, due Esecutivi ecc, e abbiamo deciso di unirci.

Accenno qualcosa di tutto il lavoro che sta dietro a questo processo di formare una Società unica.

I due esecutivi, le due diverse Società decisero di creare un Comitato indipendente con due membri per ciascuna , per pensare insieme come fare . Il Comitato si è trovato a dover  controllare tutto il processo ,  tenere gli incontri tra i due gruppi, compresi i candidati, a pensare insieme a  come trovare gli accordi su come procedere , sulla visione futura e  sulla storia dei gruppi. L’esecutivo delle due società  si è regolarmente incontrato e si è deciso di organizzare degli incontri per tutti i membri  delle due società insieme. Ci sono stati tre meetings : il primo che riguardava la storia, dove i membri hanno raccontato i problemi e i conflitti che c’erano stati dentro il loro gruppo; questo ha dato alle persone la possibilità di conoscere meglio il reciproco passato.

Poi si è tenuto un incontro che aveva come oggetto il  presente e in questo si è parlato delle differenze e delle similitudini delle due Società., in particolare rispetto ai due programmi di training. E poi un altro incontro in cui abbiamo parlato della nostra visione del  futuro della nuova società che si sarebbe creata.

Domanda:.Le chiedo, infine, di dirci qualcosa riguardo alla fase della fondazione di una società psicoanalitica. C’è un grande movimento all’interno dell’IPA verso la creazione di nuove società. La psicoanalisi si sta sviluppando in aree lontane e nuove rispetto a quelle dove è nata e cresciuta finora. Tra l’altro questo riguarda da vicino il Sud Africa, che ospita questo Congresso e che ha attualmente uno Study Group of Psychoanalysis.

Quali sono i punti importanti nella creazione di nuove società?

Risposta :Potremo parlare per ore delle nuove società. Sono stata molto coinvolta nel lavoro di creazione di nuovi gruppi in ambito internazionale. Abbiamo cercato di dare una grande enfasi al processo del pensare insieme intorno alle organizzazioni e alle dinamiche delle società, per creare organizzazioni democratiche. Perchè quando si crea una nuova associazione, abbiamo bisogno di insegnare come insegnare la psicoanalisi. I principali obbiettivi sono di formare un comitato etico e altri diversi comitati. Ciò che abbiamo anche bisogno di fare è aiutare le società che si stanno creando a capire dall’inizio quali sono le possibili minacce di divisione nel futuro, e capire cos’è una organizzazione democratica e come possiamo andare avanti anche se siamo una piccola Società  con complesse situazioni relazionali. Perchè  ci si trova ad essere lì insieme con l’ analista e con il supervisore che abbiamo avuto nel training, e allora come possiamo continuare a lavorare insieme alle persone con cui  si è vissuto magari anche un  conflitto, come possiamo passare a quest’altro tipo di contesto relazionale e come possiamo affrontare questa cosa?

Ciò che abbiamo scoperto è che quando c’è uno splitting, c’è sempre alla base qualcosa all’origine della società . C’era un conflitto tra i fondatori e  i pionieri o  c’era un conflitto tra i pionieri e la seconda generazione. E questo non è stato affrontato in modo adeguato. E’ un  conflitto che rimane nella società  e scoppia molte generazioni dopo, magari  perchè c’è pressione dall’esterno o la società non vive la stessa condizione. Ma il fatto che scoppi ha a che fare con il fatto che non è stato affrontato adeguatamente il conflitto iniziale tra i membri fondatori, e/o che  non si è stati sufficientemente consapevoli di esso .

Come dicevo,  è davvero importante per una Società rimanere viva e sana. Un modo per misurare la salute di una Società è quello di vedere se esiste la possibilità che, all’interno di essa,  ognuno dei suoi membri possa avere il proprio pensiero e portare nella Società nuove teorie senza che su questo si dica alla persona : “Questa non è psicoanalisi.”

Domanda: Un’ ultima precisazione. Lei ha parlato  dei conflitti nascosti. E’ molto importante capire che cosa sono , come li ha visti  nella sua esperienza, e darcene un esempio.

Risposta : E’ proprio questo a cui mi riferivo: i conflitti nascosti sono qualcosa di cui la società non vuole parlare , e di cui  magari non è neanche più consapevole. Magari c’erano stati  dei pionieri o due persone che hanno dato inizio alla Società e che forse  avevano due idee diverse a proposito di ciò che è psicoanalisi. I due litigavano per chi doveva diventare presidente, e così via, e questo è il conflitto nascosto della Società,che non è stato risolto. La Società ha continuato ad andare avanti . Non  è rimasta consapevolezza di questo conflitto che c’era all’inizio,  ma lo si può ancora vedere nella attuale organizzazione della Società  senza che esso sia espresso in modo diretto, però il pensiero dei membri del gruppo si schiera  con una  o con l’altra parte dei due fondatori, e senza che diventi palese perchè, le due fazioni   vanno avanti a litigare su che cos’è la vera psicoanalisi e che cosa non è psicoanalisi.

Johannesburg, Febbraio 2016

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