La Ricerca

E’ questo un sogno? Frontiers Psychology, Feb. 2021 Recensione di R. Spagnolo

13/06/22
E’ questo un sogno? Frontiers Psychology, Feb. 2021 R. Spagnolo

LEONORA CARRINGTON 1960

Keywords: sogno lucido, attività onirica, consapevolezza, coscienza.

Rosa Spagnolo.  Klartraum: il sogno lucido.

Presentazione del volume: E’ questo un sogno? Frontiers Psychology, Feb. 2021.


Mota-Rolim, S. A., Kirov, R., de Almondes, K. M., eds. (2021). “Is this a Dream?”- Evolutionary, Neurobiological and Psychopathological Perspectives on Lucid Dreaming”. Lausanne: Frontiers Media SA.  doi: 10.3389/978-2-88966-591-4

opensource: https://www.frontiersin.org/research-topics/8273/is-this-a-dream—evolutionary-neurobiological-and-psychopathological-perspectives-on-lucid-dreaming

Il numero monotematico di Frontiers Psychology (Feb 2021), dedicato al sogno lucido (LD), inizia chiarendo subito il campo: cos’è il sogno lucido?  Il sogno lucido è quel particolare stato della coscienza durante la fase REM del sonno, in cui sappiamo di sognare, possiamo controllare il sogno, possiamo interromperlo o proseguirlo continuando a sognare. Anche se tutti hanno sperimentato almeno una volta nella vita il sogno lucido, questo è soprattutto frequente nei disturbi del sonno ed in alcune psicopatologie, pertanto molte ricerche sono  volte ad individuare un  suo risvolto terapeutico.

L’idea di poter navigare liberamente nei contenuti del sogno,  ha da sempre suscitato curiosità, filmografia e tanta narrativa letteraria.  Ma è un’acquisizione recente l’induzione di uno stato ibrido sonno-veglia,  il sogno lucido appunto, che  ha condotto a vari tipi di esperimenti e riflessioni raccolte in questo volume composto da 16  articoli: sei ricerche originali, due reviews, sette articoli opinioni e un articolo target, che considerano aspetti diversi, ma parzialmente sovrapposti, della ricerca sul sogno lucido.

Il volume si apre descrivendo i vari dispositivi in commercio per indurre il sonno lucido, ma ben presto avanza ipotesi e dubbi che si riverberano e risuonano, in maniere coerente, in tutti gli articoli, come ad esempio la seguente riflessione di Vallat e Ruby (pag. 13) dal titolo: è una buona idea coltivare il sogno lucido?

Mentre c’è accordo sui  vari metodi di induzione del sogno lucido –  sostanzialmente si usano  tre modalità:  (1) tecniche cognitive, (2) stimolazione esterna durante il sonno e, (3) assunzione di specifiche sostanze –  non vi è altrettanto accordo sugli effetti negativi dell’induzione del sogno lucido.  L’induzione frequente del LD, al di là della tecnica induttiva, potrebbe infatti essere dannosa sia per le alterazioni del ciclo del sonno, che per la sua regolazione, pertanto, al momento, la  patologia target per il trattamento è quella relativa agli incubi ricorrenti, presi in considerazione nell’articolo successivo che analizza le ricerche fatte sul controllo degli incubi tramite LD.

In questa review viene introdotta un’importante distinzione eziologica tra gli incubi idiopatici e quelli post-traumatici. Gli incubi idiopatici sono quelli ad eziologia sconosciuta e non correlati ad altri disturbi. Il loro contenuto non è specifico e includono vari elementi quali il conflitto interpersonale, il fallimento, il senso di  impotenza o di apprensione, l’ essere inseguiti,  catastrofi e disastri vari. Mentre in passato questi incubi venivano pensati come adattivi agli eventi stressanti della vita (Revonsuo, 2000), tuttavia, recenti  osservazioni evidenziano al contrario, gli  effetti maladattivi sul sonno e sulle funzioni neurocomportamentali diurne. Gli incubi post-traumatici si riferiscono a disturbi del sogno che fanno parte della reazione allo stress in seguito all’esposizione a un evento traumatico, sia durante la risposta acuta allo stress, sia nel corso del PTSD.

Gli autori della review si sono chiesti se la Lucid Dream Therapy  (LDT) sia valida nel trattamento degli incubi, come questa funzioni e quali siano le procedure ed i suoi limiti. Concludono che il trattamento tramite LDT aumenta il controllo del contenuto degli incubi, ma non varia la lucidità e l’intensità degli stessi. Come funziona la LTD? Ai  pazienti viene chiarito che avranno la piena capacità di imparare a controllare i propri sogni. Il terapeuta guida i pazienti a sviluppare tecniche di induzione LD e li aiuta ad affrontare la paura che incontrano nel LD.  Una volta che i pazienti si sentono capaci di controllare i sogni  la frequenza degli incubi dovrebbe diminuire (pag. 22).  Oltre a ciò, se si ripresenta un incubo, tenderà ad essere meno angosciante, dato il senso di padronanza che il paziente ha acquisito sul sogno. L’esperienza di poter affrontare la minaccia onirica, cioè di avere un sogno meno angosciante, sembra essere essenziale per la diminuzione degli incubi. Gli autori raccomandano  di avviare una psicoterapia a lungo termine, per esplorare più a fondo la vita da svegli e delucidare domande più ampie.

Quali le controindicazioi alla LDT. Ci sono almeno due ragioni (pag. 34) per cui si può teoricamente ipotizzare che una frequente induzione deliberata di LD sia dannosa per la salute mentale:(1) altera  la qualità del sonno e (2) altera i confini della realtà-fantasia. Quindi perché le persone desiderano indurre volontariamente il sogno lucido? In parte perché si è tentati di entrare, senza utilizzare alcuna sostanza, in uno stato di coscienza alterata in cui si possono compiere imprese impossibili nella vita reale (ad esempio, volare), esercitando il controllo sullo scenario onirico. Essendo il sogno lucido uno stato ibrido sonno-veglia che aumenta l’attività delle aree frontali e prefrontali,  che sono normalmente non attive durante il sogno, questa loro permanente attività potrebbe però portare alla distruzione del ciclo del sonno con tutte le conseguenze neurocomportamentali che ciò significa (organizzazione della memoria e dei sistemi metacognitivi in generale). Nonchè potrebbe condurre alla perdita del reality testing, già debole in alcune patologie considerate negli ambiti delle ricerche presentate.

Interessante l’associazione fra LD  e  DT (dark triad traits). La DT è connotata da tre diversi tipi di personalità, che hanno in comune l’insensibilità manipolativa, queste sono il machiavellismo, il narcisismo subclinico e la psicopatia subclinica. Siccome la dark triad presenta un cronotipo notturno, con forti disturbi del sonno, impulsività e scarso controllo emozionale, la possibilità di un maggiore controllo emozionale tramite il controllo del sogno ( e quindi del sonno) potrebbe far propendere per un buon uso del sogno lucido come terapia. Gli studi finora avanzati non hanno evidenziato, al momento un simile vantaggio.

Lo studio del sogno lucido, basato sull’ abilità di ricordare associata alla tecnica wake up and back to bed  si dimostra efficace nell’indurre il sogno lucido anche in chi abitualmente non ha sogni lucidi.  In questo caso gli elementi bizzarri o improbabili presenti nel sogno, e raccontati al primo risveglio, fanno da elementi mnemonici (i segni del sogno sognato) che vengono successivamente utilizzati (back to bed) per riconoscere l’attività onirica se incontrati in un nuovo sogno. In altre parole il soggetto mentre è sdraiato a letto e torna a dormire,  deve visualizzare il sogno e quando incontra un segno onirico immaginarsi di diventare lucido e impostare l’intenzione di ricordare: La prossima volta che sto sognando, mi ricorderò di riconoscere che sto sognando (pag 73). Senza questo riconoscimento/controllo (so che sto sognando) non è possibile parlare di sogno lucido (LD). Ma è proprio  il “controllo” all’interno del LD ad essere intrinsecamente innaturale e provocare l’interruzione del sonno. L’interruzione frequente del sonno comporta disturbi gravi, ben conosciuti in ambito psichiatrico, da deprivazione di sonno.

Quindi perchè l’induzione del sogno lucido? Oltre al suo utilizzo come tecnica terapeutica nel controllo degli incubi, questa si rivela utile per studiare i processi cognitivi nel sogno e soprattutto per studiare quel favoloso meccanismo, capace di cambiare con lo stato veglia/sonno, che è la coscienza.

Gli articoli centrali entrano nel merito dei meccanismi del sogno. Innanzitutto chiariamo che, scrive la Horton a pag 91,  mentre il sogno lucido (LD) è definito come essere consapevoli di sognare mentre si sogna, esiste un malinteso di dominio pubblico in riferimento al controllo del contenuto e della trama del sogno. E prosegue identificando  cosa sia il sogno, prima, ed il sogno lucido poi. 

Essenzialmente il sogno si riferisce al ricordo del contenuto mentale presente nel sonno (il sogno è l’attività mentale del sonno). I  sogni possono essere frammentati, brevi, non narrativi, simili a pensieri e/o contenere esperienze sensoriali-percettive di base come le emozioni, senza necessariamente comprendere trame o attività complesse. Ovviamente sonno REM non è sinonimo di sognare, visto che il sogno avviene anche in fase NONREM. Sicuramente il sonno REM, a differenza del NONREM, fornisce al sogno elementi bizzarri, iperassociatività, vividezza, emozionalità.

Ed il sogno lucido? Proviamo in sintesi ad enucleare alcune sue caratteristiche. La consapevolezza di sognare  durante il sogno lucido  si basa su un buona capacità di controllare la realtà (reality testing). Il monitoraggio della realtà è in genere compromesso durante il sonno, per via della disattivazione delle aree frontali, rendendo così rare le esperienze di lucidità. Pertanto la lucidità del sogno lucido è atipica, introducendo un dato di coscienza abnorme (artificiale) che non riflette ciò che la coscienza del sogno è durante il sonno. Nonostante ciò questi studi sulla lucidità aggiungono nuova conoscenza sull’ attività metacognitiva, e quindi sulla cognizione in generale, nel sonno e nella veglia, riconosciute ormai come simili. La cognizione, in questo caso durante il sonno, è riferita  all’organizzazione, attivazione e riattivazione, di ricordi o esperienze che sono familiari o non familiari al sognatore e che non sono facili da studiare durante la veglia perchè la loro elaborazione è automatica, veloce, fuori dalla coscienza. Se l’attività cognitiva offline (sleep mentation) offre ampie novità nel riconoscimento dei processi elaborativi, manca però della parola chiave tipica del funzionamento mentale durante la veglia: il reality testing.  In particolare, durante la maggior parte delle esperienze di sonno, le persone non possono determinare se la loro esperienza mentale (sogno) è generata internamente piuttosto che esternamente e di conseguenza i sogni sembrano reali. Solo nei casi di LD gli individui sono consapevoli di sognare, il che introduce il reality testing nel sogno. Tuttavia, il sorgere della consapevolezza risveglia il sognatore riportando l’attività mentale  all’attività di veglia e non più alla coscienza del sogno. L’esperienza cosciente del sogno lucido include sensazioni di stupore nel rendersi conto che si sta sognando, così come ricordi vividi dell’esperienza onirica, nonchè  può  riferirsi alle caratteristiche della mente nel sonno, che include elementi esperienziali come la fluidità, la continuità nel tempo, la natura più olistica del contenuto mentale, anche con elementi bizzarri e inverosimili, su cui il sognatore prova ad avere il controllo.

Lucidità e controllo sono la medesima cosa? C. Horton, da pag. 91, ci avvisa a non confondere lucidità e controllo. Per rendere operativa la lucidità, i ricercatori dovrebbero fare attenzione a non confondere il controllo dell’esperienza onirica con la mera consapevolezza del sogno (pag. 92), quindi l’ipotesi di poter controllare il sogno è fuorviante perchè sembrerebbe introdurre l’idea di poter controllare cosa sognamo. Il controllo implica l’esperienza del cambiare volontariamente. Nel LD la consapevolezza del controllo può diventare evidente solo al momento del ricordo (raccolta del resoconto), piuttosto che durante l’esperienza stessa, poichè  la consapevolezza del poter scegliere induce il risveglio.

Decidere, quindi cosa è un sogno lucido “Klartraum” è essenziale per distinguerlo dall’attività onirica  non lucida “Non – Klartraum”, in tale direzione sono ancora validi i criteri introdotti da Tholey (1980) e ripresi a pag. 96 da Holzinger e Mayer per meglio definirli con criteri più attuali. In sintesi quanto da loro proposto:

“Klartum” significa non solo aver chiaro (lucidità) che si sta sognado, che si possa scegliere, che si è coscienti, che si è svegli ma,  seguendo le più recenti ricerche neuroscientifiche, al termine lucidità bisogna sostituire il termine consapevolezza. Consapevolezza dell’orientamento (spaziale), di essere liberi di scegliere, di essere focalizzati, di avere un’identità (Io), consapevolezza dell’attività onirica che si sta svolgendo, del significato del sogno e delle memorie in ballo. I primi due criteri: consapevolezza di essere nel sogno e di poterlo cambiare, sono i due requisiti essenziali del sogno lucido.

Attraverso i sette  criteri esposti da Holzinger e Mayer è stato possibile tracciare i circuiti attivi nel sogno lucido (Klartraum) e differenziarli dal sogno non lucido (Non-Klartaum).

Senza entrare nel merito dei circuiti attivi durante il sogno lucido, che interessano regioni frontali e posteriori normalmente non attive durante il sonno REM,  le ricerche confermano il suo essere uno stato ibrido solo parzialmente governato dalla coscienza primaria, capace di pensiero primario, rudimentale ed animistico, ma che coinvolge anche aree attenzionali, di sef-reference e metacognitive tipiche della veglia. Per tale ragione ha senso differenziarlo dal sogno non lucido (l’attività onirica legata al sonno) e continuare a studiarne le caratteristiche, anche in termini di controllo dei contenuti. E’ quanto hanno provato ad evidenziare Holzinger, Saletu, e Klösch nell’ultimo articolo presentato a pag. 104, in cui l’induzione del sogno lucido è correlato alla terapia della sindrome da stress post traumatico (PTSD). Circa l’80% dei pazienti con PTSD soffre di incubi o sogni disforici che causano grave angoscia e influiscono sul funzionamento notturno o diurno. Il sogno lucido (LD) è una strategia apprendibile ed efficace per far fronte agli incubi e ha effetti positivi su altre variabili del sonno (pag. 104), scrivono gli autori nel presentare il loro lavoro. La conclusione a cui giungono è: i nostri risultati mostrano che i livelli di ansia e depressione sono diminuiti significativamente durante il trattamento. Tutti gli altri parametri come l’ interferenza degli incubi sul funzionamento quotidiano e sulla qualità della vita (MQLI) in generale, la gravità del trauma (IE-S),  la sonnolenza diurna  e la qualità del sonno non hanno mostrato alcun segno significativo di cambiamento (pag. 108). Pertanto nuovi studi dovranno essere fatti prima di poter dire che la terapia con induzione di sogno lucido sia valida e gli effetti collaterali presenti siano trascurabili.

Comunque in quasi tutti i lavori considerati nella rivista viene chiaramente esplicitato che l’induzione del sogno lucido come terapia non sostituisce le psicoterapie che lavorano sui contenuti del sogno, ma le affianca nel controllo emozionale maladattivo che accompagna molte psicopatologie.

Gli editori chiudono il volume con un richiamo storico al sogno lucido nella varie religioni: dalla sua funzione divinatoria, a quella di tramite o di previsione e controllo del futuro, a seconda della religione. Di sicuro il sogno lucido interessa da sempre l’essere umano per quella sua parte incontrollabile che l’attività onirica rappresenta e attraverso cui ci introduce uno stato a noi stessi sconosciuto: l’inconscio.  L’inconscio dominio dell’ingovernabile che si lascia cogliere in qualche raro frammento onirico, Non-Klartraum,  strappato all’oblio della coscienza nel momento in cui sta variando il suo stato per restituirci la consapevolezza del risveglio.

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