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Motivational/Emotional Systems in Eating Disorders. Recensione di B. Genovesi e M. Trimarchi

20/02/24
Motivational/Emotional Systems in Eating Disorders. Recensione di B. Genovesi e M. Trimarchi

CAROL RAMA

Parole chiave: Neuroscienze, Psicoanalisi, Anoressia, Bulimia

Motivational/Emotional Systems in Eating Disorders

Giacolini, L. Tarsitani, F. Petrini, L. Picconi, G. Abbracciavento

Recensione di Benedetto Genovesi e Maria Trimarchi

da EC Psychology and Psychiatry 13.2 (2024):  01-28. T.

Gli autori, in questo interessante articolo, ci offrono importanti spunti di riflessione, sulla base delle evidenze delle neuroscienze affettive.

La personalità umana è radicata nei sistemi emozionali/motivazionali primari.

I disturbi del comportamento alimentare sono connessi ai sistemi emozionali/motivazionali primari e trovano la loro massima espressione nelle dinamiche della selezione sessuale, a partire dall’adolescenza.

La prevalenza dei disturbi del comportamento alimentare è maggiore nelle femmine rispetto ai maschi. L’anoressia e la bulimia condividono la preoccupazione per la forma e il peso del corpo. In alcuni casi, possono esserci dispercezioni dell’immagine corporea.  I disturbi del comportamento alimentare appaiono, in maniera più significativa, in adolescenza, in relazione alle dinamiche di interazione competitiva nell’ambito della selezione sessuale. Tali dinamiche di selezione sessuale, in adolescenza, sono collegate ai sistemi emozionali/motivazionali primari che caratterizzano le radici, biologiche e psicologiche, della personalità umana e sono regolate dalle aree sottocorticali.

Nel presente articolo, gli autori si pongono tre obiettivi: in primo luogo, valutare i sistemi emozionali/motivazionali nei pazienti con disturbi del comportamento alimentare, rispetto ai soggetti di controllo; in secondo luogo, valutare la connessione dei sistemi emozionali/motivazionali nei pazienti con disturbi del comportamento alimentare, nei confronti dei sistemi di dominazione/sottomissione nella competizione sessuale; in terzo luogo, valutare le correlazioni dei disturbi del comportamento alimentare con i sistemi neuroendocrini e con le evidenze di neuroimaging.

Le neuroscienze affettive traggono origine dalle intuizioni di Charles Darwin sulle dinamiche dei due istinti di base per la sopravvivenza dell’individuo e la selezione sessuale per la riproduzione della specie. Del resto, lo stesso Sigmund Freud (1914), nella sua prima teoria delle pulsioni, riprende questa suddivisione, concettualizzando le due pulsioni di autoconservazione e di accoppiamento sessuale.

Nella seconda teoria delle pulsioni, Freud (1920) parlerà di pulsione di vita (equiparata alla pulsione sessuale o libido) e pulsione di morte. Nella dinamica sessuale, Freud ha concettualizzato il complesso edipico e l’angoscia di castrazione, specificatamente, al genere maschile.

Ma le evidenze neuroscientifiche, ora, ci consentono di vedere come, seppur con manifestazioni diverse, le stesse dinamiche di competizione sessuale e di angoscia, sono presenti anche nel genere femminile.

Nei disturbi del comportamento alimentare, più diffusi nel genere femminile, si è vista una dissociazione tra i sistemi corticali e i sistemi sottocorticali. Nella fattispecie, i sistemi sottocorticali sfuggono al controllo dei sistemi corticali. Come se ci fosse una “dissociazione strutturale della personalità”, in cui prendono il sopravvento i “sistemi d’azione”. I sistemi d’azione sono organizzati in due categorie: quelli che spingono ad avvicinarsi all’oggetto desiderato, da un lato; e d’altro lato, quelli che spingono ad allontanarsi da un oggetto pericoloso e minaccioso. Questi sistemi d’azione sono espressione delle due tendenze ancestrali ad avvicinarsi al piacere e ad allontanarsi dal dolore, riprendendo il principio del piacere/dispiacere di Freud. Le azioni di avvicinamento o allontanamento da uno stimolo sono orientati dai sistemi emozionali/motivazionali, descritti dalle neuroscienze affettive. Per cui, spinte affettive di Ricerca, Piacere, Cura e Gioco attivano movimenti di avvicinamento; mentre, spinte affettive di Paura, Rabbia, Tristezza attivano movimenti di allontanamento.  Tuttavia, l’integrazione di questi due gruppi di sistemi emozionali/motivazionali può essere impedita da esperienze soggettive traumatiche, da cui scaturiscono manifestazioni dissociative. Qualcosa di simile era stato già intuito da Freud (1920) in “Al di là del principio di piacere”.

Nelle interazioni di dominazione/sottomissione nelle dinamiche competitive, soprattutto in adolescenza, l’anoressia mostra comportamenti di evitamento del cibo, percepito come qualcosa di pericoloso; lo stesso avviene nelle condotte di eliminazione dopo l’assunzione di cibo, nella bulimia.  La ricerca neurobiologica ha scoperto dinamiche di competizione sociale, con interazioni di dominazione/sottomissione tra femmine, per il cibo e l’accoppiamento sessuale. Per cui, le femmine dominanti hanno la priorità di accesso alle risorse alimentari, all’accoppiamento sessuale, alla fecondazione e all’allevamento della prole.

Come già intuito da Freud (1905), la pulsione sessuale “si appoggia” o comunque è strettamente collegata al rapporto con la nutrizione alimentare. La nutrizione alimentare e la sessualità sono fonti di piacere che promuovono movimenti di avvicinamento agli stimoli appetibili. Da un punto di vista neurobiologico, quindi, le femmine hanno un sistema emozionale/motivazionale e di dominazione/sottomissione simile a quello dei maschi. Anche nelle femmine l’aumento degli androgeni è connesso con una maggiore aggressività, desiderio sessuale e predisposizione al dominio sulle rivali sessuali. Da un punto di vista neuroendocrino esiste, prevalentemente, un rapporto tra due ormoni: il testosterone e il cortisolo. Una prevalenza della condizione dominante è caratterizzata da alto testosterone e basso cortisolo. All’apice dello stress  c’è un alto livello di cortisolo, il quale ha un’azione inibente nei confronti del testosterone. Tuttavia, c’è una differenza di gestione dello stress tra maschi e femmine.

In linea di massima, i maschi tenderebbero maggiormente a comportamenti esternalizzanti; mentre, le femmine tenderebbero maggiormente a comportamenti internalizzanti. Comunque, in entrambi i sessi, alti livelli di cortisolo e bassi livelli di testosterone, favoriscono atteggiamenti di sottomissione, tendenza a comportamenti di polarità internalizzante con depressione, ansia, autolesionismo, ritiro sociale e disturbi del comportamento alimentare. Nella condizione di sottomissione prevalgono sentimenti di sfiducia, autosvalutazione, colpa e vergogna. Nelle femmine, in condizioni di stress e di fronte a qualsiasi minaccia, c’è una maggiore produzione di testosterone, essendo nelle femmine, differentemente dai maschi, questo ormone principalmente di origine surrenalica. Picchi di testosterone espongono le femmine a sviluppare comportamenti anoressici e iperattività motoria, alterando così l’equilibrio economico tra introiti alimentari e consumi energetici. Qui, c’è una differenza tra maschi e femmine.  Infatti, mentre nei maschi il testosterone alto è protettivo nei confronti dei disturbi alimentari; di contro, come detto, nelle femmine alti livelli di testosterone predispongono all’anoressia. Piuttosto, nelle femmine sono gli estrogeni, soprattutto l’estradiolo, a svolgere una funzione protettiva nei confronti dei disturbi del comportamento alimentare; mentre, il progesterone avrebbe l’effetto opposto. Infatti, nella fase premestruale, caratterizzata da un aumento del progesterone, si ha una maggiore vulnerabilità all’ansia, alla depressione e ai disturbi del comportamento alimentare.    In condizioni di stress cronico, correlati alla diminuzione di cortisolo, che a sua volta determina riduzione della dopamina, si sviluppano deflessione del tono dell’umore, abbassamento dell’autostima, immagine di Sè negativa, anedonia.

Dalle ricerche di neuroimaging si evince che nell’anoressia c’è una minore reattività del sistema di ricompensa; mentre, nella bulimia c’è una maggiore reattività del sistema di ricompensa.  I sistemi sottocorticali soprattutto striato ventrale e dorsale, amigdala, insula sfuggono al controllo dei sistemi corticali quali corteccia prefrontale, corteccia orbitofrontale, corteccia cingolata anteriore, corteccia parietale. Da qui, ci sarebbe una dissociazione con discontrollo sui comportamenti alimentari. Specificatamente, nell’anoressia si apprenderebbe un comportamento di restrizione alimentare rituale e reiterato che può determinare il passaggio del controllo neurobiologico dallo striato ventrale allo striato dorsale, iperattivazione dell’amigdala e inibizione simultanea dei circuiti di ricompensa. Tale quadro della condizione anoressica comporta sviluppo di anedonia e iperattività motoria. Invece, in condizioni di relax, gli ormoni steroidei favoriscono la neuroplasticità e le connessioni delle sinapsi neuronali. Tali condizioni promuovono uno stato di benessere, un umore equilibrato e un buon rapporto nei confronti del cibo.

Gli autori concludono considerando che il presente lavoro è in linea con la letteratura evolutiva che sottolinea l’ipotesi della competizione sessuale connessa con il desiderio di accoppiamento, l’attivazione dei sistemi emozionali/motivazionali e dominazione/sottomissione nei confronti dei comportamenti alimentari.

Bibliografia

Freud S. (1905). Tre saggi sulla teoria sessuale. OSF. 4.

Freud S. (1914). Introduzione al narcisismo. OSF. 7.

Freud S. (1920). Al di là del principio di piacere. OSF. 9.

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