Cultura e Società

Compared to what: the improbable journey of Barney Frank (Uguale a cosa: l’improbabile viaggio di Barney Frank)

29/04/14

Documentario, di Michael Chandler
Stati Uniti, 2014

Ho scelto questo documentario, occasione quasi unica perchè proiettato solo l’ultimo giorno, per almeno due motivi. La conoscenza del deputato Barney Frank, politico del partito Democratico poco noto a noi ma molto conosciuto e amato, nel suo Partito, in USA come figura che si è sempre battuta per l’affermazione dei diritti per le minoranze, primo Membro del Congresso (importantissima sede istituzionale, analogo al nostro Parlamento) a dichiarare 25 anni fa di essere omosessuale, in modo sofferto e sentito come necessario, come il bel documentario fa vedere, in epoca in cui non erano di moda gli outing quotidiani come oggi. Inoltre, perché uno dei pochi “docu” a cui seguiva un dibattito, condotto qui dall’attore e in parte produttore Alec Baldwin (lo confesso…non mancava la curiosità di vederlo!), che ha creduto e investito personalmente nel progetto.
Compared to what? Si è chiesto il regista: a chi, a cosa si può paragonare una figura come quella di Frank? Unica e irripetibile, nei suoi 40 anni di vita politica – dall’attivismo giovanile nelle file del Partito Democratico a Boston negli anni ’50, sua città natale, dove ha compiuto gli studi ad Harvard e tuttora è tornato a vivere – ai comizi centrati inzialmente sul tema dei diritti a ogni minoranza, gay, donne, poveri, negri, alla necessità della riforma sanitaria, al richiamo sempre, attraverso la sua stessa figura, ad una politica trasparente, onesta, fatta di impegno, ideali di grandi respiro, ma anche attenta capacità politica in sé. Si uniscono infatti in Frank, cosa non frequentissima, la forza delle idee e la spinta ideale, con l’essere un ottimo e competente politico, occupatosi in particolare di Finanza, face poi parte, con l’ultima amministrazione Obama e Clinton, di coloro che hanno posto le basi per le riforme dopo il crollo di Wall Street.

L’uomo, oggi piuttosto anziano (tanto che si è ritirato dalla politica 2 anni fa, appoggiando la candidatura dell’ultima Kennedy tra i Democratici), è molto ben tratteggiato nel documentario: sincero, appassionato, tenero: non sono rari i momenti in cui si commuove e piange, come quando fece outing al Congresso, nelle recenti dimissioni, quando finalmente sposa il compagno di una vita, Jimmy, in Luglio a Boston, dove nel frattempo è approvata la legge per le unioni gay. Spendendosi personalmente, in vita dedicata alla politica e all’impegno, si può dire che oggi Frank può ritirarsi in pace, avendo raggiunto tutti gli obiettivi che si era proposto: la riforma sanitaria in parte vinta da Obama, il raggiungimento dei diritti civili in uno degli Stati, comunque, più evoluti del mondo, la riforma del sistema economico che limita lo strapotere delle banche, e via dicendo. Onesto, continua a vivere in una normale casetta a Boston tutt’altro che lussuosa, amato dai suoi elettori e sempre vicino alle minoranze, arruffato e passionale, il documentario lo riprende in normali atti della vita quotidiana, dai primi studi a Boston, le prime battaglie e l’iniziale inciampo dovuto a un supposto scandalo con una prostituta, la ripresa durante l’amministrazione Clinton, l’incontro con Jimmy cui resterà legatissimo (presente anche al dibattito, ma evidentemente intimidito e non abituato alle telecamere), le trasmissioni televisioni in cui si batte contro i Conservatori e le critiche per le riforme, davvero rivoluzionarie, in tema di economia. Uno di quegli uomini, rarissimi nella nostra politica, che ispirano simpatia al solo vedersi: per la loro umanità, la loro normalità intelligente, lo spirito di servizio, l’idealismo che non si spreca, però, in narcisistiche posizioni “contro”, ma fa i conti con le difficoltà del potere affinchè le idee si affermino. E la vita, il tempo, gli hanno dato ragione. Nessun esibizionismo nel rivelarsi, 25 anni or sono dopo le evidenti sofferenze della giovinezza, in un’epoca in cui non doveva essere facile, nemmeno in ambienti non certo ottusi come la Harvard University, dichiararsi omosessuale: Frank lo fece soffrendo, come esempio e stimolo ad altri che essere se stessi è possibile, forse anche come necessità personale, trattandosi di un uomo estremamente diretto e sincero (nel miglior spirito americano), incapace di sotterfugi, nascondimenti o le note scissioni che conosciamo, in uomini pubblici e non. Sempre consapevole, sempre responsabile.

E’ doloroso l’addio alla politica attiva nel 2012, dopo una vita ad essa dedicata (ma che prosegue scrivendo libri, rimanendo un ideologo di riferimento che è un piacere intervistare), ma se ne coglie anche la stanchezza, l’età avanzata, il desiderio di una meritata sosta ora che, anche simbolicamente, col matrimonio (peraltro alla presenza di un simpatico Governatore del Massachusetts, accompagnato dalle due sorelle e una folla di amici), i sogni di vita sembrano realizzati, e resteranno nelle riforme avvenute.

Segue, come detto, l’intervista e il dibattito condotto da Alec Baldwin (piccola nota di costume: il video non lo premia, nella realtà è più bello…), in cui si ripercorrono i punti del film, lo sviluppo delle idee, la difficoltà della vita a Washington per un uomo “in maniche di camicia”, semplicissimo nei modi e lontanissimo da ogni fantasia di lobby o appartenenza, nato da una famiglia evoluta ma non certo ricca e che dunque ha fatto tutto da sé, aiutato dai supporters e dalla forza delle idee. Nel poco tempo disponibile, qualcuno del pubblico è intervenuto: sempre semplici e pacate le risposte del vecchio Frank, come detto al suo fianco, ma era evidente la non abitudine alle telecamere (per fortuna!) del marito Jimmy, di poco più giovane, fotografo, anch’egli un uomo in maniche di camicia, del tutto lontano da ogni esibizionismo, ma autenticamente vicino solo al suo Barney.

No, forse ha ragione il regista…con chi confrontare una figura come quella di Frank? Esistono, esisteranno ancora politici così, che non siano vuoti ideologi da piazza confinati a piccoli partiti, che sappiano occupare posizioni di potere da cui poter incidere ma mantenendo l’integrità, la stessa autentica umanità, la stessa coerenza e forza della consapevolezza per tutta la vita?

Guadiamolo dalla sala…ancora a suo modo impacciato….

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