Cultura e Società

“La favorita” di Yorgos Lanthimos. Commento di Paola Ferri

18/02/19
"La favorita" di Yorgos Lanthimos. Commento di Paola Ferri

Autrice: Paola Ferri

Titolo: La favorita (The favourite)

Dati sul film: regia di Yorgos Lanthimos, USA, Gran Bretagna, Irlanda, 2018, 120’

Genere: drammatico

Trama

La storia si svolge nei primi anni del XVIII secolo in Gran Bretagna, durante il regno di Anna, interpretata da una fantastica Olivia Colman, già attrice teatrale shakespeariana, che ha meritato la Coppa Volpi alla 75esima Mostra del Cinema di Venezia e ai BAFTA. È guerra contro la Francia, ed è in iniziato il periodo di decadenza degli Stuart, di cui Anna è l’ultima regnante, vecchia e malata. La fragile regina è manipolata dalla sua “favorita” Lady Sarah Churchill (Rachel Weisz), che si è impossessata del suo potere e governa il paese. Quando l’affascinante Abigail (Emma Stone) giunge a corte e ne diventa la rivale comincia un gioco al massacro che vede protagoniste le tre donne, tra le quali si instaura una dinamica relazionale carica di affettività, erotismo e crudeltà.

 

Andare o non andare a vedere il film

È un film che condensa il cinismo abituale del regista greco (“The lobster” e “Il sacrificio del cervo sacro” sono le precedenti sue algide opere) con passioni estreme, con cui questa volta si compromette, passioni tutte declinate al ritmo di una estenuante decadenza, morale e fisica.

La morte è preceduta da una vecchiaia stanca, lasciva e nauseante: Olivia Colman dà vita a una regina Anna sola e infelice, che ricerca un contatto sensuale ed erotico con le sue – a turno – bellissime e giovani “favorite”, che attraverso di lei intraprendono – a turno – una scalata sociale intrisa di veleni, sangue, vomito e rancori.

È un film sul potere, sull’amicizia e sull’amore, non certo nelle sue dimensioni più idealizzate, bensì nelle sue valenze aggressive, ricattatorie ed estreme. Non è un film di buoni sentimenti, cosa che può risultare fastidiosa, ma sulla lotta di due donne per sopravvivere e avanzare socialmente, e riuscire ad avere un posto in una società decisamente maschile.

 

La versione di una psicoanalista:

Risulta molto interessante la dinamica “interpersonale” tra le tre donne, che riguarda il decadimento di una stirpe, intrecciata con il bisogno di affermazione da parte delle “favorite” in competizione tra loro, utilizzando strumenti ultimativi. Il fine di un esacerbato riscatto giustifica tale narcisismo, tale delirio grandioso di auto-affermazione?

Ognuno può rispondere come crede, fatto sta che il gioco è mostrato in tutta la sua crudeltà e potenza. “The Favourite” è un film sulla fine, sul momento della separazione definitiva, che rende deboli, miseri e soli anche i più potenti della terra. Per una vita tanto lussuriosa e grandiosa sarà valsa una tale miserevole fine, una decadenza così difficile e poco dignitosa?

Anna si lascia alle spalle una vita da Regina, con il potere nelle sue mani, ma non soddisfacente sul piano affettivo, con l’impossibile elaborazione della perdita di diciassette figli, rappresentati nel film da diciassette conigli che vivono nella sua camera. La vita infelice delle due “favorite” dimostra la vanità e forse l’inutilità della conquista del potere e dell’ascesa sociale non integrata ad una dimensione affettiva e di valori.

Ma Lanthimos, con la sua abilità registica, non giudica: allo spettatore fantasie, pensieri e proiezioni.

 

Febbraio 2019

 

 

 

 

 

 

 

 

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