Cultura e Società

“Martin Eden” di P. Marcello. Commento di R. Rizzitelli

3/10/19
"Martin Eden" di P. Marcello. Commento di R. Rizzitelli

Autore: Renata Rizzitelli

Titolo: Martin Eden

Dati sul film: Regia di Pietro Marcello, Italia 2019, 129’

Genere:Drammatico, sentimentale, storico

 

Martin Eden” di Pietro Marcello è una nuova versione cinematografica liberamente tratta dall’omonimo romanzo di Jack London pubblicato nel 1909. Il protagonista Luca Marinelli ha vinto la Coppa Volpi come miglior attore per la sua interpretazione del protagonista. Al Festival di Toronto il film ha vinto il prestigioso Platform Prize, dedicato al cinema d’autore.

Martin, che è un marinaio di umili origini, salva da un pestaggio il giovane Arturo, appartenente ad una famiglia borghese di industriali. Per tale motivo, Martin viene ricevuto in casa della famiglia del ragazzo e qui conosce Elena, la bella sorella di Arturo, e se ne innamora al primo sguardo. Elena è una giovane colta e raffinata, riunisce in sé tutte le aspettative e i desideri di Martin perché rappresenta l’amore, ma anche il simbolo dello status sociale cui il giovane aspira a elevarsi. Con Elena, Martin scopre chi è e cosa vuole diventare: uno scrittore. Partendo da una posizione enormemente svantaggiata, per superare il gap culturale e la propria umile origine, si impegna con tenacia superando estacoli enormi, per realizzare il suo sogno. Il costo emotivo di tale fatica e scelta di vita,  sarà elevatissimo anche per via della forte influenza da parte del vecchio intellettuale Russ Brissenden che lo avvicina ai circoli socialisti. La scelta politica di Martin determina così un conflitto con Elena e con il suo mondo borghese.

Si tratta di una storia provocatoria, politicamente e filosoficamente, raccontata con  apprezzabile grazia ed inventiva, che tocca temi come quello del conflitto tra le classi sociali, la rivoluzione industriale e la dialettica fra individualismo e socialismo. Il film è ambientato a Napoli, in un clima senza tempo perché tutto il Novecento viene rappresentato come “in simultanea”, grazie ad un grande maestria nell’uso di straordinari materiali di archivio che sono stati inseriti nella pellicola, con modalità evocative e molto profonde, toccando lo spettatore nell’intimo delle origini e della storia italiana. Questo film, sia con la trama, sia nella sua struttura, ci fa pensare che vi siano ancora molte strade inedite da percorrere da parte dell’arte cinematografica.

Da uno spunto classico, che parte da un semplice marinaio che aspira a vette più alte, il film si articola in maniera molto variegata e con forme di espressione originali e a volte non convenzionali comunicando molto, attraverso il suo protagonista, con modalità irriverenti e  anacronistiche ma restando, in maniera caleidoscopica, fedele all’ambito del cinema. Mentre è generalmente convincente, la parte che riguarda il “femminile” non pare tuttavia abbastanza sviluppata ed articolata in quanto i personaggi sono un po’ frammentari ed incompleti. .

Del suo film, Pietro Marcello dice : “Noi l’abbiamo fatto in stato di grazia, e sin dal principio abbiamo pensato a un Martin Eden moderno, un uomo dei nostri tempi. Martin Eden è un personaggio creato da Jack London un secolo fa, ma la sua voce parla ancora oggi, perché è la voce della libertà e del coraggio che urla contro chi vuole costruire nuove prigioni e nuove paure per l’umanità. Per questo spero che il film possa essere visto dalle nuove generazioni. Viva Martin Eden. Grazie a tutti”.

L’ultima parte del film è sorprendente per l’evoluzione personologica del protagonista che, raggiunto il suo sogno, dice: “Lo scrittore Martin Eden non esiste. È un frutto delle vostre menti, quello che avete davanti è un malandrino, un marinaio … io non sono un mito, è inutile che ci provate, a me non mi fregate … a me non mi fregherete mai!”

 Settembre 2019

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