Cultura e Società

Abitare l’assenza

10/11/06

 Nel raccontare sui diversi pazienti viene trasmesso al lettore il senso di lontananza per questi pazienti che devono essere trovati o dai quali forse lasciarsi trovare, nonostante la difficoltà, la sofferenza del senso di vuoto, di un senza assoluto, un “non” che nega la vita. Pure improvvisi momenti estatici, di incantamento con un socchiudere gli occhi quasi a fermare una straordinaria visione introducono un senso di nostalgia, un “de-siderio” come sottolinea Resnik. Questo possibile desiderio, questo movimento attiva la rêverie del terapeuta aprendo a un nuovo universo, a un registro che vada oltre la sensorialità.

Chi ha letto questo articolo ha anche letto…

"Altro nulla da segnalare" di F. Valente. Recensione di P. Santinon

Leggi tutto

"Il pensiero affettivo" di Bompiani e Thanopulos. Recensione di F. Ciaramelli

Leggi tutto