Cultura e Società

“Oppenheimer” di C. Nolan. Recensione di P. Ferri

4/09/23
"Oppenheimer" di C. Nolan. Recensione di P. Ferri

Parole Chiave: Fisica quantistica, Bomba atomica, distruttività, cosmo, universo, sentimento oceanico

Autrice: Paola Ferri

Titolo : Oppenheimer

Dati sul film: Regia, Cristopher Nolan, 2023, Usa, 3h

Genere: drammatico, storico

Il film è l’ultima opera di Christopher Nolan, il visionario regista già autore di successi come Inception (2010),   Interstellar (2014),  Dunkirk (2017),Tenet (2020).

Tratto dal romanzo  Robert Hoppenheimer, il padre della bomba atomica, il film ci colloca nel pieno del conflitto della Seconda Guerra Mondiale, periodo in cui matura la creazione della bomba atomica da parte di un’équipe di fisici guidati da Robert Oppenheimer, che insegna presso l’Università di Berkley prima, e dirige poi il famoso Progetto Manhattan (1942),  che conduce agli esperimenti nucleari nei deserti del New Mexico, a Los Alamos.

Il tutto è preceduto dai suoi studi in Europa, a Gottinga in Germania, dove entra in contatto con i maggiori protagonisti della Fisica quantistica, nuova branca di studio e sviluppo, oltre che di rottura con la Fisica di Einstein.

Nel film sentiamo nominare Bohr, Heisenberg, Fermi, Rabi, e un nucleo di brillantissime menti che lo seguiranno anche al ritorno negli Stati Uniti, a Berkley prima, e nel Progetto Manhattan poi.

Al rientro in America, incontrerà due donne di cui una diverrà sua moglie, mentre l’altra finirà in ospedale psichiatrico: colte, preparate (la moglie è biologa) e politicamente attive nella Sinistra e nel Partito Comunista Americano. Entrerà in un circolo di intellettuali che si interessano di tutti i topoi del pensiero di inizio e metà secolo, come la Psicoanalisi di Freud e il pensiero marxista.

Il cast è eccezionale.

Il processo per maccartismo avverrà a bombe su Hiroshima e Nagasaki già lanciate (1945), e a guerra conclusa, quando Oppenheimer è tormentato dai sensi di colpa e dall’idea di aver causato morte e distruzione

Viene processato in quanto è appartenuto ad ambienti di sinistra, ha frequentato tre donne iscritte al partito Comunista americano, ha aiutato la resistenza spagnola, e accusa più grave, potrebbe avere fornito informazioni ai russi.

Lo sfondo politico è importante perché gli costerà la perdita del nulla osta di sicurezza, ossia la possibilità di dirigere qualsiasi progetto relativo al nucleare, essendo considerato un pericolo per la nazione. Gli verrà comunque conferito il premio Enrico Fermi nel 1963 dal Presidente Johnson. Ironia della sorte, colui che lo aveva trascinato nel fango ( Strauss/ Robert Downey jr) nel 1963 verrà fermato nell’ascesa politica, poiché il Senato degli Stati Uniti voterà contro la sua nomina. Tra i senatori che gli votano contro c’è un giovanissimo John Kennedy.

Il film è girato usando una combinazione della pellicola IMAX da 65 e 70mm, che danno effetti di nitidezza e ampiezza. Nolan inoltre ha fatto un uso minimo di computer grafica, essendo tutti gli effetti prodotti da esperimenti veramente effettuati. Ovviamente non si tratta di esperimenti atomici, ma non sono comunqueriprodotti in CGI.

L’effetto è maestoso, inquietante cupo e minaccioso.

Siamo sbalzati in tre sequenze temporali: gioventù e inizio dell’insegnamento di Oppenheimer, procedimento nei suoi confronti poco dopo il lancio della bomba, e ulteriore indagine sull’accusatore e fine della sua carriera politica, nel 1959. Le storia non si succede in maniera lineare, come sempre accade nei film di Nolan: non per causalità ma per intensità e significanza emotiva, come se i fatti fossero legati da una rete e un incastro non determinabili a priori. Dipende da chi osserva, e noi siamo al tempo stesso osservatori e parte integrante dell’esperimento. Credo questo abbia a che fare con l’interesse di Nolan per la fisica quantistica.

Ci identifichiamo con un personaggio ambiguo e ne apprezziamo il genio e l’ossessività magnetica, e un po’ comprendiamo il gesto invidioso di vendetta del terribile politico Strauss che lo consegna al Maccartismo ma che non riesce ad essere del tutto antipatico, tanto comprendiamo il senso di inadeguatezza che una persona mediocre deve aver provato davanti a un genio.

Non siamo spettatori passivi, ma veniamo lanciati come un missile dentro a un’esperienza. Tre ore passano con estrema facilità. Durante i momenti topici si sente un battito ritmico grave e ineluttabile, come se fossimo proiettati nel mistero dell’universo e della natura umana.

Molte sono le domande che ci possiamo porre: può la Scienza essere neutrale? E vale comunque la pena di indagare e creare ad ogni costo? La natura umana è vendicativa fragile e misera? O invece immensa, tendente verso l’esplorazione dell’infinito e del cosmo che tutti ci accomuna, in quel che Freud aveva, parafrasando il mistico Rolland, chiamato “sentimento oceanico”?

Quello narrato fu un periodo storico grandioso, pieno di guerre e miserie, ma anche di grosse scoperte, rivoluzionari mutamenti, revisioni del senso delle cose e della loro logica, come accadde con la Psicoanalisi. Che cosa è rimasto di tutto questo? E per quanto l’Occidente potrà ancora vivere in pace, se la distruttività è così parte dell’uomo? Abbiamo guerre vicine infatti, che ci ripropongono il rischio dell’annientamento totale.

Nel film c’è poi il consueto interrogativo sul genio: è un essere super dotato e quindi nobile, o un narcisista troppo sicuro di sé, anaffettivo e spesso crudele con i mediocri e con le donne?

Cilian Murphy (attore irlandese conosciuto per la serie “Peaky Blinders”) è perfetto nel ruolo: bello, pallido, emaciato e ieratico, passivo e prepotente; ed Emily Blunt gli sta accanto perfettamente nel ruolo della moglie molto arrabbiata, infelice e nevrotica, ma che ne riconosce la genialità, e lo aiuterà durante il processo.

Einstein appare come un vecchio bonario che gli cede il passo. In realtà non si sa se i due si siano mai  neppure incontrati, ma è bello poter pensare di sì.

Capolavoro.

Riferimenti bibliografici:

K.Bird e M. Sherwin (2005), Robert Hoppenheimer, il padre della bomba atomica, Milano,Feltrinelli.

Carteggio Freud-Einstein (1932),  Perchè la guerra? Warum Krieg?, OSF, 11, Torino, Boringhieri, 1982.

C. Rovelli (2016), La realtà non è come ci appare, , Milano, Raffaello Cortina e

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