Cultura e Società

Mettere in scena la vita. M. Fraire

23/10/21
1

G. PANE, 1973 AZIONE SENTIMENTALE

Il movimento delle donne di Verona, Mai Più sole, ha celebrato ieri, 22 Ottobre, con una giornata di studio, il processo a PORTE APERTE per reati di stupro, una conquista delle donne avvenuta fin dai lontani anni 70, che ha garantito la possibilità di portare sostegno alla vittima. La richiesta era di poter tutelare la vittima che spesso e volentieri veniva trasformata in imputata. Oggi, alla luce di un accanimento quotidiano attraverso omicidi e violenze domestiche quotidiane, M. Fraire si chiede cosa attenda la donna oggi, che non è più solo difendersi ma di più, conquistare un destino umano.  www.univr.it/maipiusole

Mettere in scena la vita.

Il claustrum del tribunale è finalmente aperto al pubblico. Perry Mason  e i suoi molti eredi televisivi è ormai superato. A raccontare la vicenda di giudici e colpevoli in un prossimo futuro sarà il cittadino comune a cui è concesso di assistere addirittura ai processi di appello.

 Quale è la novità di questa giornata dedicata all’apertura delle aule di tribunale?

Temo che come è accaduto per molte altre “aperture”, la realtà resti in definitiva la stessa, mentre a livello  dell’immaginario collettivo viene proposta una versione aggiornata della  democrazia.

Cosa suggerisce alle donne questa apertura?

Che sia possibile non solo assistere e denunciare ma modificare nella sostanza  i pregiudizi sulla  donna che attraversano le leggi dello Stato?

Ovviamente questo non è possibile e in fondo un confronto in diretta tra  neanche auspicabile o un o una qualunque accusato\a si troverebbe ad essere in ostaggio della querelle che inevitabilmente si  accenderebbe tra giudici e pubblico che come sappiamo si risolve con uno “sgomberate l’aula”.

Non è sensato attendersi dall’apertura dei tribunali che la parola delle donne, e comunque di coloro che non fanno parte di una logica di potere, possa davvero modificare i criteri che regolano la mentalità patriarcale, che l’occhio femminile possa incidere sulla  inconscia misoginia che ancora alberga   nell’esercizio della giustizia. Tuttavia è per via della presenza delle donne , anche semplicemente da spettatrici, che sulla scena  pubblica     accada qualcosa   del tipo di ciò che Freud ha  descritto in  “Amore di transfert”.

C’è un completo cambio di scena , come quando uno spettacolo viene interrotto per un qualsiasi incidente banale  che improvvisamente irrompe, ad esempio quando durante una rappresentazione teatrale  si leva un grido d’allarme per un incendio.”

Il cambio di scena è dovuto all’insorgenza  del quid che solo la presenza viva dei corpi attiva. Un quid che riguarda la “differenza sessuale”, da non intendersi solo come presenza di uomini e donne- o qualsivoglia nuovo genere- bensì come il sessuale che distingue l’animale umano dall’animale non umano e che  il patriarcato ha rinchiuso nella gabbia dei generi.

Ecco cosa rappresenta la violenza sulle donne: un incendio che irrompe sulla scena del patriarcato che coglie di sorpresa le donne stesse non solo  perché  vittime di  vili agguati tesi dagli uomini  al cui controllo cercano di sfuggire, bensì perché nei fatti incredule che la partita che si sta giocando tra i sessi riguarda una forma specifica di potere.

 La violenza sulle donne esplode, anche se in forma surrettizia,  in risposta al potere procreativo femminile che non è più controllato dalle leggi della  famiglia patriarcale.

Oggi una donna ha meno timore di affrontare la responsabilità e il peso di una famiglia monogenitoriale di cui lei è il centro. Invece ancora è esitante, forse spaventata, spesso triste, di fronte al dramma che si sta consumando sulla scena maschile ,la stessa che  nelle aule dei tribunali spesso conferma la forza maschile anche se nella sua versione più negativa.

Ciò che attende  la donna del presente è non solo la capacità di difendersi in tempo dalla violenza omicida maschile ma anche la forza di conquistare ad un destino propriamente umano l’uomo che ha creduto e ancora in parte crede di esserne il protagonista.

Cosa vuol dire conquistare? L’interrogativo riguarda ognuna di noi ma in particolar modo  le più giovani che avranno il peso e la responsabilità di allevare gli uomini di domani, in primis i figli maschi, attente ad interpretare nel giusto senso il potere che la scienza della procreazione sta assegnando loro.

E’ una scommessa forte, ormai ineludibile, quella che  riguarda le donne di fronte ai costi e ai benefici che assegna loro il  morente patriarcato. Si tratta di difendere non solo la sopravvivenza, quella per prima, ma la potenza che viene alla donna dal lasciar nascere e crescere l’alieno che ha preso forma dentro il proprio corpo e dentro il proprio sé.

E’ la presenza viva delle donne che non cessa, anche di fronte agli assassini che popolano le aule dei tribunali, di mettere in scena la forza della vita.

Un suggerimento filmico: La forma dell’acqua..

Manuela Fraire

23 ottobre 2021.

Chi ha letto questo articolo ha anche letto…

"Dove tutto ha avuto inizio, dove è necessario ricominciare" Recensione al libro di C. Cimino

Leggi tutto

Desiderio

Leggi tutto