Cultura e Società

Far West – PUNTI DI VISTA: commento di GABRIELLA GIUSTINO

27/04/15

Far West a Milano. Una Sindrome Psicosociale?

Gabriella Giustino  (Psicoanalista Ordinario della SPI)

A partire dallo sconcertante episodio di cronaca che si è verificato al Tribunale di Milano,  ultimo di una catena d’ eventi simili e sconvolgenti, mi sono chiesta cosa possiamo dire come psicoanalisti  a proposito di   situazioni che sembrano occupare una posizione “extraterritoriale” rispetto alla nostra disciplina.

La mia opinione  è che, al di là delle psicopatologie e delle dinamiche individuali,  è utile riflettere sulla dimensione psicosociale contagiosa di questi fatti di cronaca.

Di Chiara nel 1999 ha  sviluppato  una  riflessione psicoanalitica profonda su questi aspetti  cercando di descrivere situazioni sociali che assolvono a funzioni difensive patologiche: le Sindromi Psicosociali. E’ questa un’area fertile della nostra disciplina che si sviluppa a partire dalle esperienze sulla psicoanalisi dei gruppi felicemente inaugurata da Bion.

E’ un aspetto che s’intreccia con altre scienze umane e che chiama la psicoanalisi a far parte della comprensione e della cura  dei fenomeni psicosociali.

Non solo  la cura del singolo nella stanza d’analisi, dunque,  ma  anche lo studio interdisciplinare di quello che Bion chiamava “socia-lismo” (1965 ).

Uno dei motivi principali che lega l’uomo alle istituzioni sociali è la difesa contro ansie profonde di natura persecutoria e, nei fatti accaduti,  sembra  proprio il legame Uomo-Istituzioni ad essere malato.

Spesso  le reazioni violente e vendicative  sono rivolte (oltre che a se stessi) anche  all’Autorità,  che non  è più vissuta come Regolatore e Contenitore delle ansie sociali e individuali.

Il Potere (non il Governo direbbe Di Chiara),   sembra vessare i cittadini ( intesi come massa indistinta: il popolo, la gente) con leggi inique ed ingiuste.

Il sistema fiscale,  ad esempio,  può  portare le persone a sentirsi sottoposte ad ingiuste persecuzioni;  oppure la “Legge”  è  considerata come provvedimento fatto contro e non a favore del cittadino.

Queste ansie paranoiche hanno purtroppo un drammatico nucleo di realtà che spinge le persone a sottrarsi alle leggi in un circolo vizioso che si autoalimenta.

In questa sorta di pervertimento  dei valori l’Istituzione non  rappresenta più il garante  della Cura, della Responsabilità e della Giustizia (per quanto imperfetta) ma diventa il contenitore (malato e quindi incapace di Governo delle angosce) di proiezioni persecutorie individuali e sociali.

La sindrome psicosociale “povertà-ricchezza” descritta da  Di Chiara  è, a mio parere, particolarmente utile per aiutarci a comprendere   l’episodio di Milano.

Proviamo  ad intrecciare la situazione psicosociale individuale con quella del gruppo.

L’autore del gesto violento  è stato descritto come  un ex “Yuppie” della Milano da bere. Egli ha  una   visione  della  ricchezza  senza limiti e ottenuta senza troppe fatiche, in barba agli sforzi degli altri. Il suo  stile di vita dei tempi “migliori” appare maniacale e onnipotente, totalmente inadeguato a sopportare la  frustrazione.

La sua vicenda sembra intrecciarsi fatalmente con la “crisi economica”  (elemento scatenante della crisi individuale) che provoca diffuse condizioni sociali di precarietà  ed insicurezza. Del resto la propaganda illusoria di un’abbondanza  senza limiti e senza meriti deve aver  preparato il terreno per tutto questo.

L’aumento reale di  gruppi sociali che passano dallo stato di benessere allo stato di povertà da un lato e la dimensione illusoria e onnipotente della ricchezza dall’altro  possono innescare una sindrome psicosociale ricchezza-e-povertà e la conseguente   difesa potente contro una dimensione realistica della ricchezza che significherebbe sottrarla all’universo illusorio .

Il rischio è che s’ innestino condizioni di reattività  condivisa paranoiche e distruttive.

Il Far west incita a   difendersi da soli vendicativamente perché l’istituzione ci attacca non ci difende. I colpevoli sono tutti coloro (giudici, avvocati, colleghi-“sono loro non io!”) che minacciano questo l’equilibrio patogeno preesistente.

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