Cultura e Società

Per Gianluigi Monniello

6/11/16

Gianluigi Monniello (Brescia 1954 – Roma 2016), psicoanalista e neuropsichiatra infantile, cresciuto dai primi anni 80 del secolo scorso come accademico con Novelletto e Giannotti, ha rappresentato un esempio emblematico di qualità e di impegno rigoroso e creativo nella cura dell’umano bisognoso, anche, e non solo, adolescente, nell’insegnamento e nel lavoro istituzionale. Il suo contributo teorico, specialmente alla psicoanalisi dell’adolescenza, è stato di rilievo in campo nazionale ed europeo. Ha iniziato a lavorare con gli adolescenti da giovane psichiatra nell’ambito della Neuropsichiatria infantile e della Giustizia minorile ed è rimasto, negli anni, attivo e partecipe alle problematiche dell’ambiente istituzionale e profondamente radicato nel sociale.

Ha avviato e attraversato la formazione e l’esperienza psicoanalitica con qualità di abnegazione, impegno personale, affettivo e scientifico, divenendo Ordinario ed Esperto B/A, e, anche formalmente, pronto a proporsi in quanto analista di Training. All’interno della Società Psicoanalitica Italiana e del Centro Psicoanalitico di Roma – ove per un mandato ha ricoperto la carica di Segretario Scientifico – ha svolto un ruolo importante come formatore, organizzatore e relatore scientifico di eventi locali e nazionali. Ha promosso lo studio e la ricerca psicoanalitica in Gruppi di lavoro fino all’ultimo (ricordiamo tra gli altri un gruppo di ricerca sul breakdown in adolescenza).

L’esempio per colleghi e allievi era di profonda capacità di vivere, riconoscere e utilizzare la dimensione affettiva e controtransferale, mantenendo al contempo rigore, astinenza, e “sguardo” agli obiettivi evolutivi. L’insegnamento, la cura, lo studio e il lavoro istituzionale hanno quindi per lui costituito ambiti centrali di passione e quasi inesauribile è stata la trasmissione di ricerche, esperienze e riflessioni. Aveva doti preziose, come la curiosità, l’ascolto rispettoso e l’attivazione della mente dell’altro. In ambito universitario è stato Professore Aggregato presso “La Sapienza” di Roma. Pure quando inquadramenti e vicissitudini  istituzionali universitarie non davano ragione e giustizia della sua preparazione e competenza, Monniello  è stato generoso, presente e fautore dell’importanza di non abbandonare tale dimensione della cura. Nelle sedi istituzionali pubbliche ha investito energie e tempo, tratti anche dalla vita privata, per la formazione di giovani specializzandi, per la diffusione del pensiero psicoanalitico nel “luoghi istituzionali”,  per la creazione del “sito psicoanalitico” in cui curare al meglio gli adolescenti.

Ha partecipato, fin dai primi anni della sua fondazione all’ISAP, rappresentando l’Italia come membro nel 1992 del Council of Delegates,  e portando il suo apporto di clinico e di attento e appassionato conoscitore del funzionamento della mente adolescente. Ha partecipato con importanti relazioni ai Congressi di Parigi, Ginevra, Chicago, Atene, Aix en Provence e Berlino, e dal 1995 al 2008 è stato Vice Presidente per l’Italia di detta Società, svolgendo tra altro ricerca sugli indici predittivi in prima adolescenza degli esordi psicopatologici.

Il suo impegno nel campo specifico dell’adolescenza lo fece promotore e fondatore dell’ARPAD (Associazione Romana di Psicoterapia dell’Adolescenza) e del corso di formazione per psicoterapeuti dell’adolescenza. Attività condivisa con molti dei colleghi che facevano parte del gruppo romano di studio dell’adolescenza presso la Neuropsichiatria Infantile di Roma. Dal 2006 ha diretto Rivista AeP. Adolescenza e Psicoanalisi fondata nel 2001 da Novelletto, mantenendo e ampliando il livello psicoanalitico di eccellenza espresso dalla prima Direzione e promuovendo un arricchente dialogo con l’Istituzione psicoanalitica. Ha accresciuto e curato la traduzione in italiano del lavoro di colleghi stranieri, in particolare Cahn e Gutton, contribuendo alla diffusione della conoscenza del pensiero psicoanalitico internazionale sull’adolescenza. Ha tessuto un forte legame affettivo, di ricerca e di pensiero coi citati autori francesi curando con essi, oltre a quanto detto, anche la realizzazione di seminari teorici e clinici e la presentazione di eventi culturali di spessore, come un Balthus rivisto da Gutton, presso le Scuderie del Quirinale in Roma.

Monniello richiedeva a se stesso una totale dedizione, che si trattasse di intervenire a un evento scientifico internazionale, a una semplice riunione informale, a un incontro pubblico o privato, a una serata fra amici. Nutriva grande passione per l’arte e la letteratura e sapeva sempre trovare in un libro un pensiero che lo riportava alla psicoanalisi ma anche alla poesia e alla estetica del pensiero psicoanalitico. Le parole con cui Domenico Chianese lo ha ricordato nei messaggi mail ai soci SPI risuonano:“Gianluigi era una persona rara e speciale, di pasta antica, animata da un profondo senso etico che si esprimeva negli affetti e nella vita professionale. Non ho mai sentito da lui una maldicenza o un pettegolezzo: discreto, pienamente affidabile, colto e creativo”.

Tito Baldini, Daniele Biondo, Paola Carbone, Paola Catarci, Piergiorgio Laniso, Cinzia Lucantoni, Giovanna Montinari, Cristina Ricciardi.

3 novembre 2016

 

 

 

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