La Cura

Sublime, Sublimazione e Unisono nell’Arte e nella Psicoanalisi G. Civitarese

21/02/23
Sublime, Sublimazione e Unisono nell’Arte e nella Psicoanalisi G. Civitarese

R. SERRA

Parole chiave W.R.Bion, sublime, psicoanalisi, R.Serra

Riassunto L’estetica del sublime e il concetto psicoanalitico di sublimazione, opportunamente riletto, possono interagire in modo da illuminarsi reciprocamente. Ciò che otteniamo è, da un lato, una comprensione più penetrante dell’essenza dell’esperienza estetica nell’arte, dall’altro, una visione più convincente di come si svolge il processo del diventare soggetti. Infatti il primo barlume di autocoscienza si accende in una dimensione prettamente estetica, nel senso etimologico del termine, cioè in uno spazio fatto di sensazioni. Tale spazio, denominato “chora semiotica” da Julia Kristeva, è al tempo stesso dinamico e intersoggettivo – in altri termini, benché intessuto di sensorialità, non può comunque prescindere da una cornice simbolica. Per illustrare questa area tematica, l’autore esamina due esempi di sublime contemporaneo, il film di Kim Ki-duk intitolato “Pietà”, e alcune opere monumentali di Richard Serra. 

L’identità di terribile e felicità: sublime, sublimazione e unisono nell’arte e nella psicoanalisi[1]

Giuseppe Civitarese

English title The Identity of the Terrible and Happiness: On the sublime in Art and Psychoanalysis

Abstract The aesthetics of the sublime and the psychoanalytic concept of sublimation, properly re-read, can interact in a way that illuminates each other. What we gain is, on the one hand, a more penetrating understanding of the essence of aesthetic experience in art, and on the other, a more compelling view of how the process of becoming a subject unfolds. In fact, the first glimmer of self-consciousness is ignited in a purely aesthetic dimension, in the etymological sense of the term, that is, in a space made of sensations. This space, called “semiotic chora ” by Julia Kristeva, is at the same time dynamic and intersubjective-in other words, although woven of sensoriality, can not ignore a symbolic framework. To illustrate this thematic area, the author examines two examples of contemporary sublime, Kim Ki-duk’s film entitled “Pietà”, and some monumental works by Richard Serra.

Keywords Sublime, contemporary art, Kim Ki-duk, Richard Serra, aesthetic conflict, Wilfred R. Bion, sublimation, symbolization

In una lettera all’amica Margot Sizzo, datata 12 aprile 1923, Rilke[2]  tematizza l’essenza dell’estetica del sublime:

Il terribile ha spaventato e sgomentato gli uomini: ma dov’è una cosa dolce e magnifica che non porti, a tratti, questa maschera, la maschera del terribile? La vita stessa (e noi non conosciamo nulla all’infuori della vita) non è terribile? [è come dire che l’unica cosa che conosciamo è il terribile]? Ma non appena ammettiamo che è terribile (non come oppositori, perché come potremmo essere alla sua altezza? ma fidando che proprio quello terribile sia cosa interamente nostra, solo, per il momento, ancora troppo grande, troppo vasta, troppo incontenibile per i nostri cuori che imparano), non appena, dico, assentiamo al suo più tremendo essere terribile, col pericolo di soccombere in lei (lei che è troppo per noi!), allora si apre per noi un presagio della felicità massima, che a quel presso è nostra. Chi non arriva mai, con una decisione definitiva, a consentire al terribile della vita, anzi ad esultare nel consenso, non prenderà mai possesso degli indicibili poteri che il nostro essere ci affida (…), e nel giorno della decisione [ma è un giorno che arriva tutti i giorni] non sarà stato né un vivo né un morto. Dimostrare l’identità del terribile e della felicità, dei due volti di uno stesso capo divino, anzi di quest’unico volto, che semplicemente si mostra nell’uno o nell’altro verso, a seconda della distanza da cui, o della condizione in cui lo si percepisce…: questo è il significato vero dei miei due libri, di cui solo uno, i Sonetti a Orfeo, si trova già nelle sue benevole mani. …. leggi tutto l’articolo


[1] Versione rivista della relazione “Visioni sublimi e nascita della psiche: il bello è solo l’inizio del tremendo” tenuta il 27 marzo 2021 alla quinta edizione del seminario saffo Sperimentazioni Artistiche Filosofiche Fuori Orbita “L’anima e il sublime”. Il testo è in corso di stampa in italiano in un volume dallo stesso titolo, a cura di I. Casali, presso la casa editrice Jaca Book, Milano, e in inglese sulla rivista «Fort Da».

[2] R.M. Rilke, Poesie, ii, (1908-1926), trad. it. di A.L. Giavotto Künkler, Einaudi, Torino1995, p. 520.

© atque materiali tra filosofia e psicoterapia, 28-29 n.s., 2021, pp. 179-207 – ISSN 1120-9364

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