La Cura

Un ricordo di Gina Ferrara Mori. S. Nicasi

15/06/25
Un ricordo di Gina Ferrara Mori

Gina Ferrara Mori

Parole chiave: Psicoanalisi Infantile, Infant Observation, Relazione madre-neonato, Formazione

Un ricordo di Gina Ferrara Mori

(Firenze, 11 novembre 1923 – Firenze, 25 maggio 2025)

Maggio è stato crudele con le analiste infantili: nel 2024 si è preso Marta Badoni e nel 2025 Gina Ferrara Mori. Da tempo Gina si era ritirata nella sua grande casa immersa nel verde di Via Senese dove aveva trascorso gran parte della vita familiare e professionale insieme al marito Franco Mori, pure lui analista SPI con funzioni di training, alle figlie Silvia e Laura, quest’ultima psicoterapeuta dell’Associazione Fiorentina di Psicoterapia Psicoanalitica, e ai due nipoti Margherita e Simone figli di Silvia prematuramente scomparsa.  

La madre di Franco, Marisa Luisa Lurini, era stata una pittrice di talento e le pareti sono piene dei suoi quadri pensosi.

Poco più sopra, in Via delle Campora, aveva abitato e lavorato Stefania Turillazzi Manfredi. E, sempre da quelle parti, risiedeva Giordano Fossi con la moglie Elena Minervini, anche loro analisti SPI con funzioni di training. In un fazzoletto della Firenze alto borghese, una formidabile concentrazione di analisti e un conseguente via vai di pazienti e allievi. Gina è stata la più longeva – aveva compiuto 100 anni nel 2023 – e, va detto, quella universalmente amata. Amata non solo dai candidati e colleghi SPI ma anche da uno stuolo di psicoterapeuti, operatori dei servizi, educatori e maestre di asilo nido che si formavano con lei all’Infant Observation, disciplina rigorosa ma non elitaria.

Per l’Infant ospitava tutti attorno a un lungo tavolo rettangolare in una sala dedicata. Al centro del tavolo c’erano fiori del giardino, caraffe d’acqua e di succhi, dolcetti vari. Si usciva, da queste riunioni dove a turno i partecipanti del gruppo leggevano un protocollo osservativo, nutriti e trasognati, con i neonati negli occhi della mente. Questo era effettivamente il prodigio: si osservavano il bambino e sua madre nel loro ambiente, annotando una congerie di minuti dettagli, e poi, durante il lavoro di gruppo che Gina dirigeva con piccoli tocchi, tutto si trasformava e la visione cambiava, si faceva più nitida, acquistava senso e profondità. Persino l’incredulo Tommaso che alberga in me si era convertito.

Nei messaggi di cordoglio espressi nella Mailing List della SPI e in quella interna al Centro Psicoanalitico di Firenze è stata ricordata come “maestra di rigore e libertà di pensiero”, “piena di tatto e di rispetto per l’altro”, “calda, anticonformista e creativa”, dalla “guida ferma e rigorosa ma sempre affettuosa e partecipe”, “maestra di lutto per ogni idealizzazione”.

In Spiweb si trova la bella intervista che le fece Paolo Meucci nel 2012 e nel sito del CPF il ritratto che lo stesso Paolo le dedicò nel 2023 per il compimento dei 100 anni: la storia della formazione, dell’attività professionale e del pensiero è narrata lì. Si intreccia con la storia della SPI e della psicoanalisi infantile da alcuni sdegnosamente considerata figlia di un dio minore, un’applicazione della psicoanalisi, quell’aristocratica psicoanalisi che inseguendo l’infantile disdegna l’infante e ne perde l’odore, la voce, il piccolo corpo sconosciuto, testardo e sensuale.

A rendere l’estremo saluto, una processione di colleghi di varia provenienza, molti incanutiti, divenuti a loro volta formatori di Infant, a testimoniare gratitudine per la gentile signora che incoraggiava a curvarsi sulla culla: quella dei bambini e quella della psicoanalisi che molto deve allo studio dell’infanzia e alla saggezza delle madri.

Stefania Nicasi

Firenze, 30 maggio 2025

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VideoIntervista a Gina Ferrara Mori. A cura di P. Meucci

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