Cultura e Società

Il caso di Motta Visconti – Vittorino Andreoli per IL CORRIERE DELLA SERA – 16-6-2014

23/06/14

INTRODUZIONE : un fatto di cronaca brutale per l’efferatezza del pluriomicida, Carlo Lissi, e soprattutto per l’indifferenza mostrata nel confronto del delitto commesso e per l’assenza di una sia pur scarsa capacità autoriflessiva.
Il prof. Vittorino Andreoli, sulle pagine del Corriere della Sera, spiega una psicologia ed una patologia cosí “incomprensibile”, evitando impossibili proposte diagnostiche, ma proponendosi interessanti quesiti sul tema dell’incapacità di gestire i sentimenti.
Per Spiweb, www.spiweb.it, ” Punti di Vista”, il collega Prof. Luigi Solano, psicoanalista della Società Psicoanalitica Italiana si addentra nella questione e esplora la complessità del tema interrogandosi sul “come” di un’assenza di sentimenti e di emozioni. Ci fornisce così sue ipotesi esplorative, naturalmente fondate su una letteratura scientifica psicoanalitica, che da molto si interroga su un problema complesso e dalle radici così profonde.( Silvia Vessella)

CORRIERE DELLA SERA
16 Giugno 2014

Vittorino Andreoli sulla strage di Motta Visconti: “Carlo Lissi non è matto. È incapace di gestire i sentimenti”
Secondo lo psichiatra l’omicida ha voluto “liberarsi di un ostacolo” nell’illusione di poter avere una relazione con la donna di cui si era invaghito. E quando è andato a vedere la partita, non aveva dimenticato. È un uomo amorale e anaffettivo: la donna per lui è una preda.

ANNA MARIA SPERONI

Come si fa a uccidere la moglie, i due figli e poi ad andare a vedere la partita con gli amici? Rimozione, blackout su quanto successo nell’ultima ora? Secondo lo psichiatra Vittorino Andreoli, no, Carlo Lissi non aveva dimenticato. E, basandosi sugli elementi noti finora, tenta una ipotesi. “Lissi è molto attratto da una collega. Si dichiara, lei lo rifiuta, magari dicendo parole tipo “vergognati, hai moglie e figli”. Il suo desiderio è frustrato; lui, in modo più o meno inconsapevole, collega la sua delusione a loro. E, dopo aver fatto l’amore con la moglie (la donna è solo una preda) libera il campo dagli ostacoli. Dà una possibilità alla eventuale nuova storia. Poi va a vedere la partita. Non perché ha dimenticato: la sensazione immediata è di avercela fatta. Anche Pietro Maso, 23 anni fa, era andato in discoteca dopo aver ucciso i genitori per impossessarsi dell’eredità.
Un matto? No. Il 31enne Carlo Lissi, come molti oggi, è una persona incapace di gestire i sentimenti. Non sa perdere, non sa accettare un no, non sa reagire alle frustrazioni, la sua logica è individuale, pensa solo a sé. Ed è privo di senso morale, inteso come sentimento e rispetto per gli altri. Ciò che conta e che gli interessa sono solo le sue personali pulsioni. E’ la manifestazione estrema di un cambiamento antropologico enorme. Basti pensare alla violenza (anche contro se stessi) di molti adolescenti, o ai tanti corrotti: mi offrono centomila euro? Mi servono, li prendo. Conto solo io.
L’etica si impara, non è dentro di noi.Che cosa resta di un uomo se scompare la sua morale intesa, ripeto, come rispetto e attenzione per l’altro? Se scompare il suo senso di colpa? Una macchina disaffettiva. Perché quella di Lissi che chiede il massimo della pena è solo una recita. Il vero dolore è muto, impietrito. In lui, è come se i due scomparti del cervello che regolano ragione e sentimento non fossero in comunicazione tra loro.
Ha un’intelligenza che gli permette di vivere e lavorare, ma che non viene applicata alle emozioni”.
Ed è anche il solito bravo ragazzo da cui nessuno si sarebbe aspettato un graffio. Possibile che nessun’altro “no” abbia mai scatenato una reazione minimamente violenta, prima di questa? “Probabile che la sua vita sia stata non fortemente frustrante. Ma di fronte alla prima grande delusione (abbinata certo a una grande attrazione per l’altra donna) tutto è crollato”.

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