Cultura e Società

Niente sesso, siamo tecno. Huffpost, 26/10/2022 di D. D’Alessandro

31/10/22
Niente sesso, siamo tecno. Huffpost, 26/10/2022 di D. D’Alessandro

Parole chiave: Eros, tecnologia, corpo, sessualità

Niente sesso, siamo tecno. Huffpost,26/10/2022di Davide D’Alessandro

Huffpost 26 ottobre,2022

Introduzione: Che fine ha fatto il desiderio?  Se lo chiede Luigi Zoja nel suo ultimo libro”Il declino del desiderio. Perché il mondo sta rinunciando al sesso”. Viviamo in una società telematica e consumistica caratterizzata dall’assenza di confini e dalle immagini di una sessualità esibita in corpi distanti dalla psiche. Il XXI secolo, a differenza  del secolo scorso centrato sulla ricerca di libertà, mostra un indebolimento del desiderio e della sessualità  ben visibile nelle nuove generazioni .(Maria Antoncecchi)

Davide D’Alessandro, saggista

Huffpost 26 ottobre,2022

Niente sesso, siamo tecno

Luigi Zoja, tra i più importanti psicoanalisti italiani, riflette sul declino del desiderio e spiega, anche grazie ai numeri di ricerche internazionali, perché il mondo sta rinunciando al piacere di una relazione vera

di Davide D’Alessandro

Niente sesso, siamo inglesi. Una volta. Oggi, niente sesso, siamo tecno. D’accordo, sarà una semplificazione, ma è molto di ciò che emerge dall’ultimo libro di Luigi Zoja, tra i più importanti psicoanalisti italiani, “Il declino del desiderio. Perché il mondo sta rinunciando al sesso”, edito da Einaudi.

Un tempo Eros era un dio, oggi è una dimenticanza, qualcosa di superfluo o, peggio, un prodotto scaduto magari per troppo abuso. Spiega l’autore: “Mentre Apple, Prada o Mercedes-Benz attiveranno marketing e mezzi di comunicazione per rimediare ai cali di vendite, l’eros verrà lasciato solo a sbrigarsela con questo vuoto. L’eros non è un committente, un soggetto dotato di iniziative proprie e di strumenti per tradurle in pratica. Un tempo il suo nome si scriveva con la maiuscola, Eros era un dio. Oggi sono rimaste solo alcune sue tracce indirette. La parola entusiasmo (il dio, theos, che sta dentro, en-) indica ancora la condizione in cui il soggetto sente in sé qualcosa di divino: una possibilità rara, in quella che è stata chiamata epoca delle passioni tristi. Il ricorso ad aiuti chimici come il Sildenafil (commercialmente noto come Viagra) o Flibanserin (Addyi, incorrettamente detto Viagra femminile) può riattivare certe parti del corpo: non può far tornare un dio che è sparito, da quando Max Weber ha diagnosticato la malattia dell’«incanto» in cui il mondo era vissuto”.

Zoja, che ha qualità didattiche non comuni, ripercorre il cammino della sessualità, dalla terra promessa al prosciugarsi dell’eros, analizza il tempo in cui ci troviamo, accompagna le analisi con ricerche internazionali di prim’ordine e chiude con riflessioni efficaci, da non scambiare per amare, se è vero che la verità deve aiutarci a comprendere e a comprenderci, non a deprimerci.
Il troppo stroppia e, con la recessione economica, non poteva non imporsi anche la recessione sessuale, caduta all’interno della rete, dove l’umano, il desiderio dell’umano viene fatto a pezzi. Continua Zoja: “In teoria, con Tinder o piattaforme simili le cose sono chiare. Ognuno sa cosa si aspetta: anche se quella ‘cosa’ da tempo non riguarda più la relazione ma, direbbe il filosofo e psicoanalista Galimberti, solo l’idraulica di una relazione. Incrementando la fretta e l’ansia che sono condizioni anti-erotiche per la psiche, l’uso dell’elettronica fa decadere la ‘qualità’ del rapporto sessuale: secondo Julian, solo il 31 per cento degli uomini e l’11 per cento delle donne raggiunge l’orgasmo con un nuovo partner incontrato tramite app. Se invece l’incontro sessuale avviene all’interno di un rapporto già esistente, le percentuali salgono all’84 per gli uomini e al 67 per le donne. La tecnica, dunque, ha permesso un enorme balzo, ma non verso una sessualità più soddisfacente. La delega a un’app del graduale processo di avvicinamento e conoscenza elimina le infinite, non programmabili declinazioni dell’eros. Tende a ridurlo alla meccanica del corpo, per il quale l’esperienza diventa nettamente meno piacevole”.

Abbiamo allontanato, se non separato, la psiche dal corpo, ci siamo consegnati alla sovrabbondanza e alla fretta, prestando il fianco alla crisi e cadendo nella psicastenia. La casalinga che viene presa dal panico fra i banchi sterminati del supermercato, provando vertigine e nausea davanti a una serie sterminata di prodotti che chiedono di essere scelti, è l’esempio appropriato che Zoja ripropone per spiegare come “per legge psicologica quasi immutabile, espressa da sempre nella leggenda dell’infelice re Mida, la sovrabbondanza in sé causa panico, caduta del desiderio, disgusto”.

Chiude lo psicoanalista: “Al di là della sua scomparsa dalla classificazione nel XXI secolo, la descrizione fatta da Freud dello psicoastenico sembra corrispondere con straordinaria precisione all’individuo medio che oggi rinuncia all’attività sessuale. Ci si sottrae all’eros non perché si è sottoposti a particolari divieti o perché implichi difficoltà insormontabili, ma per il fatto che la ‘ricompensa’ offerta da un’esperienza erotica è – proprio come nella definizione freudiana – permanentemente troppo bassa per motivare la sua ricerca”.

Pensavamo di aver eliminato, grazie alla rivoluzione sessuale, tabù e costrizioni e di aver risolto il ‘problema’ sesso. In realtà, è sempre davanti a noi, con venature persino più preoccupanti. Se, come ricorda Sarantis Thanopulos, presidente della SPI, “la sfera sessuale è al centro del mondo”, è doveroso constatare, anche grazie al libro di Zoja, che da abitanti di questo mondo non sappiamo più cosa farcene, come viverlo, come trarne felicità e benessere. Siamo scontenti, frenetici, disadattati e stanchi, da abitanti di questo mondo. Fatto da noi, eh, non da extraterrestri.

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