Cultura e Società

Un futuro a ciascuno. Omosessualità, creatività e psicoanalisi. Angela Gesuè. Recensione di Anna Agazzi

20/03/17
Un futuro a ciascuno. Omosessualità, creatività e psicoanalisi. Angela Gesuè. Recensione di Anna Agazzi

Angela Gesuè (2015)

Un futuro a ciascuno. Omosessualità, creatività e psicoanalisi

Edizioni Mimesis

All’interno della rassegna annuale “PAGINE di PSICOANALISI”, ideata e condotta da Rita Corsa, sabato 11 marzo 2017 è stato presentato a Bergamo (libreria Palomar) il libro di Angela Gesuè Un futuro a ciascuno. Omosessualità, creatività e psicoanalisi (Mimesis, 2015).

Presenti all’incontro, oltre all’autrice, Giuseppe Sabucco, curatore dell’introduzione al libro, Livia Poloni, neuropsichiatra infantile e psicoterapeuta esperta di b/a, che ha discusso alcuni punti salienti, e un pubblico assai numeroso, interessato e attento ai temi trattati.

L’incontro è stato introdotto brevemente dalle parole di Rita Corsa che ha sottolineato l’utilità del libro per motivazioni diverse: le tematiche di grande attualità nel mondo presente e le modalità con cui sono sviluppate, l’attenzione alla clinica e alle dinamiche transfert-controtransfert con il contemporaneo mantenimento dell’occhio aperto sul mondo esterno, la scrittura chiara e accattivante, la ricca bibliografia.

Angela Gesuè ha raccontato il suo libro percorrendo i vari capitoli a volo d’uccello in modo chiaro e sintetico; si è soffermata poi ad approfondire alcuni aspetti su sollecitazioni e domande del pubblico. Il libro nasce dalla lunghissima esperienza clinica dell’autrice, in particolare con pazienti adolescenti omosessuali, ma pure con adulti omosessuali; i vari temi trattati così come l’approccio ai pazienti risente fortemente della rinuncia «… ad assumere la funzione di autorità giudicante, funzione di chi sa, di chi possiede la verità, assume al contrario l’atteggiamento di chi non sa, di chi non possiede la verità di chi socraticamente si apre alla vera conoscenza» – come ricorda Giuseppe Pellizzari nella prefazione.

Nel primo capitolo, come in tutto il libro, la clinica è la base da cui prendono corpo riflessioni e considerazioni teoriche. M. ragazzo diciottenne svalutato dal padre a causa della sua omosessualità, l’enactment della terapeuta “Ma Leonardo e Michelangelo erano omosessuali” fanno ripensare a una lettera di Freud in risposta a una madre il cui figlio era omosessuale:  «L’omosessualità non è certo un vantaggio, ma non è nulla di vergognoso, non è un vizio né una degradazione e non può esser classificata come malattia… Nel chiedermi se posso aiutarla… se posso abolire questa omosessualità e sostituirla con la normale eterosessualità… la risposta è che non possiamo promettere di riuscirci. Ciò che può fare l’analisi per suo figlio è qualcosa di diverso: se è infelice, nevrotico, lacerato dai conflitti, inibito nella vita sociale l’analisi può portargli l’armonia, la tranquillità psichica, una piena efficienza sia che rimanga omosessuale sia che cambi» (1935). Angela Gesuè afferma il diritto di ciascuno a un futuro, pur essendo omosessuale; la funzione della terapeuta con M. diventa quella di offrire un viso entro cui potersi specchiare e una mente che aiuti a ripensarsi in modo autentico e creativo.

Nel secondo capitolo l’autrice dialoga con la letteratura psicoanalitica e alcune testimonianze letterarie – Pier Paolo Pasolini e Marguerite Yourcenar citati nell’incontro – per estrapolare punti di vista utili alla costruzione di un senso alla specifica omosessualità per ogni singolo paziente. È fatto cenno alle teorie riparative che dagli anni ’40 in poi ebbero un certo consenso e che, come ricorda Sabucco, hanno rischiato di far perdere alla psicoanalisi la sua anima rivoluzionaria.

Il terzo capitolo esamina l’omofobia esterna – proveniente dalla società entro cui l’individuo vive – e quella interna – interiorizzazione soggettiva del disprezzo e dell’odio proveniente dall’esterno – e indaga gli intrecci e le oscillazioni tra questi due piani nel determinare lo sviluppo dell’individuo. Se l’omofobia non è rielaborata a sufficienza, l’omosessuale corre il rischio di precludersi una vita affettiva soddisfacente limitandosi a viverne una promiscua. I casi clinici qui descritti aiutano quel lavoro di chiarificazione e comprensione che anima il libro.

Il capitolo successivo riguarda l’omofobia e il controtransfert: il presupposto è che il terapeuta è prima di tutto una persona con pensieri propri rispetto all’omosessualità: come li ha elaborati? Gesuè ricorda l’importanza che «un analista riesca a mantenere una sufficiente neutralità e apertura, che sia attento ai propri eventuali cedimenti a posizioni teoriche convenzionali, che sia capace di pensarli ed eventualmente tematizzarli con i pazienti».

Il penultimo capitolo “La domanda d’aiuto nelle persone omosessuali in alcuni momenti della vita” è un po’ sacrificato nella presentazione a favore dell’ultimo capitolo “Le nuove famiglie di Edipo. Domande che contano”. Dell’Edipo, che peraltro aveva due famiglie una adottiva a Corinto e l’altra originaria a Tebe, viene privilegiato il vertice della conoscenza con le domande relative al “chi sono, da dove vengo?”. Domande che riguarderanno i figli di coppie omosessuali e delle nuove forme di genitorialità: tutti noi siamo ingaggiati a costruire risposte che tengano conto della storia specifica di ogni romanzo familiare e delle numerose variabili implicate evitando generalizzazioni indebite. I diversi modi – adozione, cogenitorialità, procreazione assistita – con cui le coppie omosessuali scelgono di avere figli dipendono, tra i tanti fattori, da come hanno rielaborato il lutto della propria infertilità. Nel capitolo sono analizzati alcuni tipi di famiglie multiformi nelle loro plurime sfaccettature. È necessario tenere conto degli scenari fantasmatici che si vengono a creare, più complessi rispetto a quelli delle famiglie eterosessuali dove all’inizio si è in due. Il presupposto che i figli abbiano bisogno di un padre e di una madre sembra cedere il passo al bisogno di avere qualcuno che si prenda cura del figlio, al di là delle differenze di genere della coppia. Angela Gesuè invita a pensare che ogni vita si costruisce attorno ad una mancanza: l’importante è non ignorarla, così come non ignorare la rilevante questione del Terzo che ritorna, sebbene sotto forme nuove; per esempio il terzo nell’inseminazione artificiale con donatore può essere il donatore medesimo, o la procedura stessa dell’inseminazione, o l’istituzione in cui il procedimento è praticato, eccetera…

Il successivo, assai vivace dibattito tra il pubblico e Angela Gesuè, Rita Corsa e Livia Poloni ha toccato temi cruciali: la creatività come dimensione da scoprire e coltivare a fronte di una generatività da cui le coppie omosessuali sono escluse; il rapporto con il narcisismo e con l’accettazione del limite nella scelta di diventare genitori da parte delle coppie omosessuali; la disparità economica tra paesi ricchi e paesi poveri dove vivono le donne che si prestano alla gravidanza influenzi i correlati fantasmatici; la comunicazione ai figli nati da una coppia eterosessuale dell’omosessualità di uno dei genitori ammessa a posteriori.

La speranza è che il report e l’incontro di sabato abbiano incuriosito alla lettura del libro all’interno del quale prendono vita idee, citazioni e situazioni cliniche che per ovvi motivi il report ha dovuto sacrificare.

Bibliografia

FREUD S. (1935). Lettera a Mrs. N.N. In: Jones E. (1953). Vita e opera di Freud. III, Milano, Il Saggiatore, 1995.

GESUÈ A. (2015). Un futuro a ciascuno. Omosessualità, creatività e psicoanalisi. Milano-Udine, Mimesis.

PELLIZZARI G. (2015). Prefazione. In: Gesuè A. (2015). Un futuro a ciascuno. Omosessualità, creatività e psicoanalisi. Milano-Udine, Mimesis.

SABUCCO G. (2015). Introduzione. In: Gesuè A. (2015). Un futuro a ciascuno. Omosessualità, creatività e psicoanalisi. Milano-Udine, Mimesis.

Anna Agazzi,

Marzo 2017

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