Cultura e Società

Cinemente XI edizione. Report della prima serata a cura di B. Bigelli. Roma, 15/05/2025

27/05/25
Cinemente XI edizione. Report della prima serata a cura di B. Bigelli. Roma, 15/05/2025

Le parole chiave sono: conflitto, donna, cinema e psicoanalisi

Report prima serata Cinemente – Benedetta Bigelli

“E se il cielo fosse un mare che ci sta per piovere addosso?”[1]

Giovedì 15 maggio si è tenuta, presso il Palazzo delle Esposizioni di Roma, la prima serata della Rassegna cinematografica Cinemente. Arrivata all’undicesima edizione, grazie alla collaborazione tra Azienda Speciale Palaexpo, Centro Sperimentale di Cinematografia – Cineteca Nazionale e Società Psicoanalitica Italiana, quest’anno la rassegna approfondisce le “forme della distruttività”.

La scelta di questo tema, racconta Fabio Castriota, rimanda a un’attualità del conflitto, ma si propone di ampliare la prospettiva immaginando un concetto di distruttività che non riguardi solo l’altro, l’esterno, ma anche, utilizzando il vertice psicoanalitico, l’interno, la componente distruttiva presente in ognuno di noi, contribuendo a vederla, ascoltarla e a non negarla.

La pellicola che inaugura la rassegna è l’interessante e coinvolgente film di Michele Placido, 7 minuti. A commentare il film sono presenti proprio il regista in dialogo con Valeria Condino e Alexandro Fortunato.

Il film racconta la storia di undici donne, operaie rappresentanti dell’intera forza lavoro di una fabbrica, alle prese con una scelta importante per il loro futuro lavorativo. Basato su una storia vera accaduta in Francia nel 2012, sulla scena compaiono conflitti su più livelli: con i proprietari della fabbrica, tra le operaie stesse e le lotte interne personali ad ogni donna. Nel film la distruttività all’inizio solo agita, lascia, poi, il passo alla possibilità di pensiero. Interessante è la scelta di portare in scena undici donne. Su questo si concentra il contributo di Valeria Condino che affronta il tema del femminile. In primis, il corpo femminile, corpo incarnato, negato dei suoi bisogni fisiologici elementari, e allo stesso tempo corpo simbolico, negato dei bisogni di pensiero e di rappresentazione come soggetto. In secondo luogo, il dispiegarsi della relazione tra le donne che si confrontano e si mettono in discussione. Valeria Condino parla di una “sorellanza imperfetta”, un rapporto tra le donne che permette un confronto e che diventa espressione di un conflitto portatore di generatività anziché di annientamento. A tal proposito Michele Placido ricorda quanto abbia sentito forte il desiderio delle attrici protagoniste di poter prendere parte a questo film. 

L’altro grande protagonista, assieme alle donne, è l’assemblea, il gruppo. Alexandro Fortunato pone l’accento sul funzionamento gruppale, in particolare sulle dinamiche inconsce che spesso sottendono e “spingono” il gruppo verso una direzione che devia dal raggiungimento dell’obiettivo: emergono la paranoia verso l’altro “cattivo” che deve essere attaccato, l’attesa di una “soluzione magica” che possa risolvere tutto…Qui il riferimento è allo psicoanalista britannico, Wilfred R. Bion.

I commenti dalla sala hanno portato molte interessanti suggestioni e ricordato registi come Elio Petri e Ken Loach, autori anch’essi di pellicole che portano sul grande schermo le questioni sociali e lavorative.

In particolare, una spettatrice ha commentato come l’estetica cinematografica sia cambiata, un po’ come nell’arte contemporanea: la bellezza di un film, così come di un’opera d’arte, non rimanda più al “bello”, ma al “vero”. La bellezza viene interpretata come tensione verso la verità.

Anche in psicoanalisi si parla di verità, la verità dell’Inconscio. Inizialmente tesa alla scoperta di questa verità, la psicoanalisi ha ampliato tale concetto spostandosi verso una ricerca dell’autenticità, questione che si va, via via, sempre più complessivizzando.

Mi chiedo se questo non sia ciò su cui Fabio Castriota ha posto l’accento nell’introduzione alla serata quando, facendo riferimento alla famosa metafora dell’iceberg ha immaginato che ad essere sommersa non sia solamente una parte, ma più parti, più diramazioni con diverse forme e direzioni.


[1] Citazione di una delle protagoniste del film.

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