Cultura e Società

“Bik Eneich” – “Un Fils” (Un figlio) di Mehdi M. Barsaoui. Commento di E. Marchiori

2/09/19
"Bik Eneich" - "Un Fils" (Un figlio) di Mehdi M. Barsaoui. Commento di E. Marchiori

Autore: Elisabetta Marchiori

Titolo: Bik Eneich – Un Fils (Un figlio)

Dati sul film: regia di Mehdi M. Barsaoui, Tunisia, Francia, Libano, Qatar, 2019, 96’, SEZIONE ORIZZONTI

Genere: drammatico

La storia è ambientata nel 2011, poche settimane dalla morte di Gheddafi, al confine tra Libia e Tunisia, quando inizia la guerra. Fares (Sami Bouajila), Mariem (Najla Ben Abdallah) e il figlio Aziz di dieci anni stanno cantando insieme una canzone in auto, mentre sono in viaggio per una vacanza, quando, improvvisamente, si trovano nel mezzo di uno scontro a fuoco. Aziz viene colpito per errore da un proiettile e trasportato in ospedale in gravi condizioni: ha subito lesioni gravissime, ha bisogno di un trapianto di fegato. Questo è  l’avvio, come ha dichiarato il giovane regista, di un viaggio iniziatico, per capire fino a dove ci si può spingere come genitori, come coppia, come famiglia. Un percorso difficile, sofferto, che incontra ostacoli difficilissimi, non solo medici e burocratici, da superare e affrontare, come il commercio illegale di organi. Viene alla luce un segreto drammatico che porta i protagonisti ad affrontare un passato negato e impone un confronto serrato con loro stessi e con l’altro.

Opera prima di altissimo livello e maturità, per un autore nato nel 1984, laureato all’istituto Superiore delle Arti multimediali di Tunisi e in Regia Cinematografica al DAMS di Bologna. Straordinari gli attori, capaci di rendere con grande efficacia il dolore e il tormento profondo dei protagonisti

È un film sulla società arabo musulmana e i suoi valori, sul dramma della guerra, che rimane sullo sfondo, sulla tragedia della disumanizzazione, lo sfruttamento, il grado di avidità cui può arrivare un individuo (esso stesso non più essere umano). Ma è soprattutto un film che affronta temi universali, da cui tutti noi possiamo essere toccati. In particolare, riesce a mettere in risalto, cosa rara nel cinema, una figura di padre che conferma quanto la genitorialità sia, prima e più che genetica, una questione di riconoscimento (non solo a livello legale, ma soprattutto emotivo), di assunzione di responsabilità, di amore.

Sono questioni che meritano certamente molto più spazio di questo breve commento: un film da non lasciarsi sfuggire.

Settembre 2019

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