Cultura e Società

Cena tra amici

10/09/12

Titolo: Cena fra amici (Le Prénom)

Autore: Rossella Valdrè

Dati sul film: A. de La Patellière, M. Delaponte; Francia, Belgio; 2012

Trailer: {youtube}Es3pab7KD7o{/youtube}

Giudizio: 3/5***

Genere: commedia

Recensione: Direttamente tratto dall’omonima commedia, di grande successo in Francia e recitata dagli stessi attori, Le Prénom (si segua, come sempre, il titolo originale per capire l’anima vera del film), è un gradevolissimo e intelligente “Carnage” giocato però sul registro della commedia. Un piccolo gruppo di affiatati amici di vecchia data (quattro persone, due coppie) si incontrano per una cena, e il nome (Le prénom) che una delle coppie intende dare al bimbo in arrivo, scatena e slatentizza impreviste tensioni sotterranee…..

Perché andare o meno a vedere il film?: Prima di tutto, perchè spettacolo di intelligenza e perfetti tempi umoristici in pieno ésprit francese; questo piccolo film teatrale, essenzialmente cinema di parola, non manca di arguzia, amarezza e profondità (anche se la scelta del genere commedia lo vincola ad uno scontato, seppur delicato, lieto fine). Perchè regala alcuni attimi, ormai non così frequenti nel cinema minimalista contemporaneo,  di perfetta scelta del linguaggio, attraverso assonanze e potremmo dire ‘libere associazioni’ che ne fanno un’opera relativamente inusuale, una piccola riscoperta di un cinema scritto ‘a quattro mani’ dalla diretta fantasia degli autori. E perchè diverte, fa pensare, soprende….

Qual’e’ lo specifico psicoanalitico: E’ l’ambivalenza il cuore, il nocciolo di ogni relazione umana anche – e soprattutto – le più strette, le più intime. Sotto le coltri del ‘politically correct’ le menti di ciascun personaggio serbano, un pò rimossi e un pò negati, antichi risentimenti, rivalità, desideri inconfessati, pulsioni in aperto contrasto con la morale cosciente…Lo psicoanalitico è l’infinita complessità dell’umano e il possibile esito felice che, un pò ottimisticamente, è riservato alla rivelazione, alla parola. La parola condivisa, la confessione, la liberazione ottenuta con una sorta di talking cure gruppale, conduce al dispiegamento dei conflitti e ad una possibile tolleranza dell’ambivalenza. Conosciamo davvero, in fin dei conti, quello sconosciuto che è il nostro vicino, il nostro amico di sempre?  

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