Cultura e Società

“La vita di Chuck” di M. Flanagan. Recensione di G. Riefolo

15/12/25
“La vita di Chuck” di M. Flanagan. Recensione di G. Riefolo


Parole chiave: tempo, eternità, morire

Autore: Giuseppe Riefolo

Titolo: “La vita di Chuck”

Dati sul film: regia di Mike Flanagan, USA, 2024, 110’

Genere: fantasy; drammatico

LA SORPRESA DEL BALLO

“I fili scorrono invisibili,

un colpo solo forma mille combinazioni”

(Goethe, Faust cit. Freud, 1899,263)

Il film mi ha emozionato perché nella vita di Chuck Krantz, un uomo qualunque, c’è il ballo che invece è la sua cifra perché nessuno quando balla è leggero come Chuck. Il ballo è una configurazione inattesa che irrompe senza che tu lo sappia, e ti sorprende.

Chuck ora può solo salutare

Ti sei molto incuriosito per la poesia che la tua insegnante recitava con tanta passione: “Sono vasto. Contengo moltitudini!” Le chiedi: “cosa significa?” Lei ti prende le tempie fra le mani e ti spiega che fra le sue mani non c’è il cervello, ma tutta la tua vita di cui disponi continuamente e che puoi recuperare sempre in un solo momento: “c’è Il mondo, Chuck! Tutto ciò che hai sempre amato tutto ciò che vedi. Ogni anno che vivrai, quel mondo diventerà più grande e luminoso, più dettagliato e complesso. Sarai stato tu a costruirlo! Sarà il tuo universo. Non è meraviglioso?”. Ovvio che le chiedi: “e poi quando uno muore, che ne è di tutto quel mondo?” La maestra non risponde perché non ha senso rispondere. Significherebbe introdurre una dimensione temporale di sequenze e di causalità, parlare di finitezza laddove, invece, si tratta di eternità. Un’analista ha distinto le “esperienze di eternità” che contrappone alle “esperienze di infinito”: “l’infinito è un tempo cronologico… mentre l’eternità sfugge al tempo cronologico, è un tempo di altra natura” (Qiunodoz, 2008, 17). Il film dice che tutto è ora. Albie lo spiega a Chuck quando è bambino e Marty lo spiega a Felicia proprio quando tutto si va spegnendo: “30 mila anni in ogni secondo e i prossimi 10 secondi separano il Big Bang dalla nascita dell’uomo sulla terra! Milioni di anni sono concentrati in un secondo!”.

Anni fa mi ha colpito l’affermazione di un mio paziente: “il 20 luglio del’69, il giorno dell’allunaggio, da noi era pomeriggio ed io ero solo, in campagna, ad irrigare le vigne quando mi raggiunse mio padre! Io decisi che quella scena l’avrei tenuta per il giorno della mia morte!”. Con quel paziente stavamo finendo l’analisi e lui mi stava parlando di una scena che nel momento in cui stai per finire ti ci puoi aggrappare e significa una scena che ti tiene in vita. Non dissi nulla, ma mi emozionai per quella scena che ci legava entrambi e ci permetteva una sana separazione. Quella scena è un momento di eternità che ti puoi portare per sempre. Quello che accade ora (Stern, 2004) non è una ripetizione, ma una creazione perché quell’intersezione originale di eventi non è mai accaduto prima. Di allora ritorna solo l’emozione che non si è mai modificata ed è rimasta nella tua vita come una perla o una cicatrice (perché, da Freud, 1899, in poi, gli affetti si mantengono e si ripropongono intatti e non è possibile simbolizzarli nemmeno nei sogni…). Ma quelle emozioni, ora possono avere sequenze inattese. Infatti Taylor si sbaglia e Chuck passandole davanti, come in trance, comincia a ballare e il ballo sembra gli viene da dentro.

Ma il ballo rimane

Il nonno ha la stanza nel sottotetto dove può vedere in anticipo quelli che stanno per morire. Ciò che non riesci ad intuire prima è che ballerai. Ti farai portare dal ritmo per strada di Taylor, una batterista che si è ritirata dall’accademia senza che nessuno lo sappia e, trascinato dal ritmo di Taylor, inviterai a ballare con te Janice, che è stata appena lasciata dal suo ragazzo con un sms. Poi, andando ancora indietro, quand’eri ragazzo, nonostante tu sia molto più basso di lei, ballerai con Cat, la più brava e bella ballerina della scuola. La mossa che impari ed insegnerai a Cat è quella di scivolare accarezzando il pavimento che rischi di rigare. La tua maestra lo sa che non righerai il pavimento perché “Chuck è leggero come una piuma!”. Poi ancora più indietro, la volta che torni a casa e scopri che tua nonna Sarah si fa portare dal ritmo rock che viene dalla radio. Anche di lei ti coglie la leggerezza. Da lei, forse, hai imparato ad invitare qualcuno a ballare con te come farai con Janice all’angolo della strada dove Taylor suona la sua batteria e Janice è nascosta fra la folla. Gli analisti sanno che non si tratta di invitare, ma di condividere. Invitare è un’altra cosa. Vuol dire che sei solo e in quel modo qualcuno può renderti meno solo. Condividere significa che tu hai qualcosa da scambiare con un altro che appartiene al tuo bisogno.

Il giorno dopo il film ho incontrato Cristina. Lei vuole un figlio, ma Roberto non si sente pronto e lei teme per il tempo che passa. Quindi: che significa invitare? Cristina che vuole un bambino, ma Roberto non se la sente a diventare padre. Ma nei giorni scorsi ha conosciuto il compagno di una sua vecchia amica e si è molto sorpresa che lui, nel salutarla, per due volte l’ha presa stretta nei fianchi. Poi questa notte ha sentito la stessa stretta da Roberto e sono stati insieme in un modo nuovo. Io rifletto e riconosco che oggi, insolitamente, è arrivata molto puntuale e mi ha chiesto di aiutarla perché da sola non riesce a dormire… mi chiede se posso darle qualcosa per dormire…

Il ballo improvviso da cui Chuck si fa prendere sul ritmo di Taylor accade perché Chuck è solo al convegno dei bancari e Janice è sola perché è stata appena lasciata da quello stronzo del suo ragazzo. Infatti Taylor insisterà perché i soldi che sono arrivati abbondanti dalla loro incredibile esibizione per strada siano condivisi in parti uguali fra loro tre. Quei soldi sono la dimostrazione che i tre personaggi sono stati insieme ed hanno creato qualcosa di nuovo ed originale che non può essere suddiviso. Gli analisti conoscono bene questo.

I fantasmi e la matematica del sottotetto

I fantasmi che abitano il sottotetto della casa di Albie e Sarah ti dicono in anticipo quello che sta per accadere alla tua vita. I fantasmi come la matematica di Marty e Albie, forse ti dicono che non puoi prendertela con ciò che ti accade, perché è tutto scritto e tu non puoi farci niente! Semmai ciò che è terribile è che tu lo sappia prima, mentre sei vivo. Mi ha sempre colpito una risposta che Bion diede in uno dei suoi seminari a Roma nel 1977 a chi gli chiese come, un analista, debba comportarsi con un paziente che all’improvviso abbia una leucemia. Bion rispose che non capiva la domanda, perché “noi tutti stiamo morendo! […] Quel pezzettino piccolo tra nascita e morte – quello sì, mi interessa” (Bion, 1983, 119). L’importanza di questa risposta, ovviamente, è nella provocazione e suggerisce all’analista che si potrà occupare solo delle quote di vita ancora presenti fra le mani della tua maestra che cingono le tue tempie o i tuoi fianchi. Forse l’aveva intuito Freud quando, 1920, vede la morte nella ripetizione e la vita nell’Eros.

Il film dice che la vita è nel ballo perché il ballo viene da solo da tutte quelle volte che hai sentito la bellezza e la leggerezza. È la sorpresa di scoprire Sarah che balla davanti ai fornelli e che ti porge la mano. È quando scopri che Cat, la più brava ballerina della tua scuola che è anche molto bella nei suoi tratti asiatici, vuole ballare con te. Lei ha già un ragazzo, ma tu sei sensuale e bello quando balli con lei perché la bellezza chiede sempre almeno due persone.  Ti vergogni perché tutti si accorgeranno che sei molto più basso nonostante metterai le scarpe con i tacchi alti. Se entri nel sottotetto dove ci sono i fantasmi, sei solo e scopri quando morirai: per questo devi evitare di entrarci il più che puoi! Mentre, se entri nella cucina di tua nonna, o passi all’angolo di Taylor oppure entri nella palestra della scuola, scopri che qualcuno ti aspetta e potrai ballare con tua nonna, con Janice e con Cat, E non lo sapevi.

I suicidi si sono ridotti; Perché”?

Forse perché siamo in attesa!

Di cosa?; Della fine

(Marty e Felicia)

Riferimenti bibliografici

Bion, W. (1983).  Seminari italiani, Borla Roma,

Bollas, Ch. (2009). La domanda infinita, Astrolabio, Roma, 2009.

Freud, S. (1899).  L’interpretazione dei sogni, Vol. 3.

Freud, S. (1920). Al di là del principio di piacere, OSF, 9.

Quinodoz, D. (2008). Invecchiare. Una scoperta, Borla, Roma. 2009.

Stern, D. (2004). Il momento presente, Cortina, Milano, 2005.

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