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Conferimento dell’ IPA Climate Award a Cosimo Schinaia

12/06/23
IPA 53rd Congress/ IPSO 27th Conference. Cartagena, 26-29/07/2023

Conferimento dell’ IPA Climate Award a Cosimo Schinaia

Il Climate Committee dell’IPA ha deciso di conferire a Cosimo Schinaia il Climate Award

Il premio sarà consegnato in una cerimonia al congresso di Cartagena, mercoledì 26 luglio, 2023 alle 13:45

Pubblichiamo qui il breve discorso che Cosimo Schinaia pronuncerà in occasione del conferimento del Climate Award in Cartagena

Speech in recognition of the award

Before this congress, the hall we are in was empty and will soon become empty again. I imagine that this place frequently remains desèrted; emptiness is its natural state. If it had a consciousness of its own, it would judge our presence a nuisance, in spite of how relevant we humans feel. This can be a metaphor for our anthropocentric relationships with the environment around us.

I am honored to receive this award. I thank the members of the Climate Committee and IPA in the Community and the World Steering Committee for thinking of my work and my environmental engagement as psychoanalyst and person. The environment surrounds us. We breathe it and depend on it. At the same time, the environment dwells inside of us, in our minds, dreams, conflicts, anguishes. So, we need to explore the link between the individual suffering and social organization and the osmosis between inside and outside, the consciousness and unconsciousness. The transitions between mental space and external space, the instable and continuous redefinition of these two areas through their changes, transformations and reorganizations are thorny issues in a double register, intrapsychic and interpersonal, but psychoanalysis can and must deal with them.

In honor of our Colombian host colleagues, I will read a few sentences from the speech Gabriel Garcia Márquez gave when he was awarded the Nobel Prize in 1982.

“To oppression, plundering and abandonment, we respond with life. Neither floods nor plagues, famines nor cataclysms, nor even the eternal wars of century upon century, have been able to subdue the persistent advantage of life over death.

As William Faulkner said on a day like today: “I decline to accept the end of man”.

We must feel entitled to believe that it is not yet too late to engage in the creation of a new and sweeping utopia of life, where no one will be able to decide for others how they die, where love will prove true and happiness be possible, and where the races condemned to one hundred years of solitude will have, at last and forever, a second opportunity on earth.”

Many thanks for your attention.

Breve discorso in occasione del conferimento del Climate Award in Cartagena

Prima del congresso la sala in cui ci troviamo era vuota e a breve ritornerà vuota. Immagino che questo posto rimanga frequentemente deserto; il vuoto è il suo stato naturale. Se avesse una coscienza propria, giudicherebbe la nostra presenza una seccatura, a dispetto di quanto noi umani ci sentiamo rilevanti. Questa può essere una metafora delle nostre relazioni improntate all’antropocentrismo con l’ambiente che ci circonda.

Sono onorato di ricevere questo premio. Ringrazio il Climate Committee e l’IPA in the Community and the World Steering Committee per avere pensato al mio impegno ambientale e alla mia opera come psicoanalista e come persona.

 Noi siamo circondati dall’ambiente, respiriamo l’ambiente, dipendiamo dall’ambiente, ma al tempo stesso lo teniamo dentro di noi, nelle nostre menti, nei nostri sogni, nei nostri conflitti, nelle nostre angosce. Dobbiamo pertanto esplorare le relazioni tra la sofferenza individuale e l’organizzazione sociale attraverso lo scambio osmotico tra l’interno e l’esterno, tra il conscio e l’inconscio. Le transizioni tra lo spazio mentale e lo spazio esterno, il continuo instabile ridefinirsi delle relazioni tra i due territori, attraverso i loro mutamenti, le loro trasformazioni, le loro riorganizzazioni, si costituiscono come questioni assai spinose nel doppio registro intrapsichico ed interpersonale, ma la psicoanalisi può e deve affrontarle.

In onore dei colleghi colombiani che ci ospitano, leggerò alcune frasi tratte dal discorso che Gabriel Garcia Márquez ha tenuto in occasione del conferimento del premio Nobel nel 1982:

“Di fronte all’oppressione, al saccheggio e all’abbandono, la nostra risposta è la vita. Né i diluvi né le pestilenze, né le carestie né i cataclismi, e neppure le guerre eterne attraverso i secoli dei secoli sono riusciti a ridurre il vantaggio tenace della vita sulla morte.

William Faulkner, disse in questo luogo in un giorno come questo: “Mi rifiuto di ammettere la fine dell’uomo”.

Dobbiamo sentire di avere il diritto di credere che non è ancora troppo tardi per intraprendere la creazione di una nuova e radicale utopia della vita, dove nessuno possa decidere come gli altri debbano morire, dove l’amore sia davvero autentico e sia possibile la felicità, e dove le stirpi condannate a cento anni di solitudine abbiano alla fine e per sempre una seconda opportunità sulla terra”. 

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