La Cura

“Il presepio dei folli” di C. Schinaia

27/11/23
“Il presepio dei folli” di C. Schinaia

Gino Grimaldi Cogoleto – foto © michele ferraris

 IL PRESEPIO DEI FOLLI

di C. Schinaia

Parole chiave: Psicoanalisi, Manicomio, Cura, Relazione, Esclusione/inclusione, presepio

In occasione del percorso celebrativo del millenario di Cogoleto (1023-2023), l’Amministrazione comunale e l’associazione Pax Christi hanno organizzato la presentazione del libro di Cosimo Schinaia “Il presepio dei folli. Scene da un manicomio” (Alpes, Roma), pubblicato anche in spagnolo (Biebel, Buenos Aires) e inglese (Routledge, Londra e New York).

Il 18 novembre presso l’Oratorio San Lorenzo di Cogoleto, dove sono conservati anche i dipinti di Gino Grimaldi, l’artista a lungo ricoverato presso l’O.P. di Cogoleto, Cosimo Schinaia ha dialogato con Angelo Magnano, Vicario generale della diocesi di Savona e giornalista.

Nei fondi di un padiglione abbandonato del vecchio manicomio di Cogoleto (Genova) si snoda un lungo e tortuoso budello ai cui lati si presentano in successione siparietti raffiguranti i momenti centrali della vita di quella istituzione. È il presepio di Cogoleto, grande più di 500 metri quadrati, che ricostruisce impietosamente, ma anche con qualche venatura nostalgica la storia del manicomio, l’abbandono e la segregazione degli ospiti, il reparto dei bambini, i luoghi della violenza pseudo-terapeutica, la colonia agricola e i vari tipi di lavoro spacciati come ergoterapia, per giungere infine alla città dove diventi possibile la convivenza con gli altri uomini senza inumane separazioni. Ripubblicato dopo 21 anni in occasione dei 40 anni della legge Basaglia, con una nuova presentazione e la postfazione di Giovanna Terminiello Rotondi, storica dell’arte e ex Soprintendente ai beni artistici e storici della Liguria, questo volume, che si avvale della bella presentazione di Fausto Petrella,  dopo anni di silenzio ripropone, in termini assolutamente originali e utilizzando anche il vertice psicoanalitico, il tema del superamento degli ospedali psichiatrici, mettendo in guardia dal rischio che i germi della manicomializzazione possano riprodursi anche in strutture ed esperienze inizialmente pensate come antitetiche al manicomio.

La presentazione del libro ha rappresentato anche l’occasione per un dialogo con il pubblico sullo stato attuale dell’assistenza psichiatrica, sulla scarsità di risorse assegnate, sul rischio di una oggettivazione farmacologica psichiatria attuale, sulla sofferenza psichica degli adolescenti, acuita dopo la pandemia, sulla necessaria cultura dell’inclusione sociale e infine sulla necessità di salvare un’opera artistica unica al mondo, esposta al degrado a causa dell’incuria delle istituzioni che dovrebbero averne cura.

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