Dossier

1° Maggio: Festa per quale lavoro? – Maggio 2013

1/05/13

Silvia  Vessella

La redazione del sito SPIWEB  in occasione del PRIMO MAGGIO  ha pensato fosse importante affrontare un tema che in questo momento preoccupa ed impegna tutti: quello del lavoro e della crisi. Il tema riguarda  gli psicoanalisti prima di tutto come lavoratori, poiché, come tutti, risentono dei cambiamenti economici e sociali.

Affrontare l’esame e la soluzione del problema certo riguarda la politica, l’economia, la finanza, ma nella ricerca delle vie di soluzione è necessario anche un esame etico,poiché  il valore che si è dato al lavoro è cambiato nel tempo e ha una sua storia.

Le vicende del valore attribuito al lavoro fino ad oggi riguardano da vicino la psicoanalisi, perché riguardano da vicino il valore che l’essere umano da a se stesso, insieme a tanti altri elementi. E’ il tema  dell’identità quello coinvolto, identità dell’individuo e identità sociale, e come i due piani  si intersecano.

Il senso di sé come persona che contribuisce con la propria opera alla vita sociale, al benessere proprio e della propria famiglia,  assicurando una crescita adeguata ai propri figli è quello cui ci riferiamo. La sensazione di essere capaci contribuisce a farci sentire  partecipi della società,  socialmente riconosciuti, apprezzati  e tutto ciò confluisce  nel senso di fiducia di sé, di sicurezza e continuità del proprio essere.

Tutto ciò è messo fortemente a rischio dalle difficoltà economiche e soprattutto dalla perdita del lavoro, ancor più in persone fragili.La crisi e la sensazione di precarietà da essa veicolata interviene a mettere in dubbio e a rischio tutto ciò.E’ questo  il contesto nel quale si muove il nostro interesse per il tema del lavoro.

Per illuminare il campo abbiamo  raccolto sia le riflessioni dei colleghi psicoanalisti,  sia rilanciando il dibattito ed il confronto con chi si interessa dello stesso argomento.Nasce così il dossier che vuol mettere in dialogo vertici osservativi diversi: Psicoanalisi, Sociologia, Media, Stampa, Cinema, Arte, Letteratura.

Già nel 2012 la Società Psicoanalitica Italiana (SPI) ,  aderente all’ International Psychoanalytical  Association (IPA ), aveva promosso il XVI Congresso sul tema “Realtà psichiche e regole sociali:Denaro, potere e lavoro fra etica e narcisismo”,  cui hanno partecipato psicoanalisti in dialogo con  personaggi rappresentativi della società e della politica, che si occupano delle tematiche del lavoro. Questo processo di liberazione  di un vertice ideologico chiuso  a favore di un dialogo fra le varie correnti di pensiero all’interno della stessa disciplina e di confronto-incontro con i diversi saperi porterà probabilmente la psicoanalisi a realisticamente contribuire allo studio dell’attuale stato di crisi. A favore di   una autorialità collettiva del pensiero, ciascuno all’interno della propria disciplina . In questa direzione va l’incontro, il dibattito, il dialogo con gli altri sapere e forse anche la risposta alla crisi potrebbe provare soluzioni diverse

Freud nello studiare i gruppi sociali, che, legati dal complesso edipico, si svolgevano intorno al tema dell’Orda primitiva e del parricidio.Tale punto di  vista era frutto di un pensiero piramidale, che quindi promuoveva, in consonanza con i tempi,  una separazione netta dei saperi. Si veda in proposito la storia dei rapporti tra psichiatria e psicoanalisi. La situazione è cambiata. Renè  Kaes ha dato una risposta diversa  ne il “complesso fraterno”, ed ha ravvisato  all’interno degli studi sui gruppi,  le forze coesive ed omologanti e insieme gli aspetti differenzianti che conducono a scontri fratricidi sanguinosi. L’ipotesi di Kaes è che l’accettazione della conflittualità può favorire lo sviluppo delle specificità individuali a favore anche della vita creativa del gruppo. Kurosawa in un vecchio film Kagemusha-l’ombra del guerriero, aveva evidenziato l’ipotesi del primo tipo, di guerra fra fratelli per prendere il posto del padre,  che conduceva alla disfatta per tutti.La filmografia attuale, come quella di Ken Loach ad esempio, sviluppa un’idea di fraternità coesiva, intorno ad un problema, in cui i differenti punti di vista confluiscono in direzione delle soluzioni dei problemi, nel caso dei film di Loach , lavoratori..

Il focus di questo dossier si è incentrato sul lavoro che cambia e anche sulla sua scomparsa nelle forme conosciute e riconosciute; lo stato di crisi reale e psicologica in cui si trova il singolo direttamente colpito dalla perdita della propria occupazione, ma che colpisce anche ogni componente della società, se su di essa aleggia, come ora, lo spettro del venir meno di tutte le sicurezze economiche, della propria posizione sociale e psicologica

Tale  stato di precarietà esistenziale spesso si riflette anche sui legami ed affetti familiari.

Ciò incide sulla crescita degli adolescenti, sulle vicende migratorie dei cosiddetti cervelli, non solo dei laureati, anche dei migranti per disperazione, e sulla la serenità dei loro figli lasciati in patrie lontane. Abbiamo puntato i riflettori su come si sentono i giovani in questo vuoto di prospettive, che è anche vuoto di speranze, di fiducia, di fantasie su un futuro possibile.

Come disegnare contorni e contenuti della attuale crisi? Quali prospettive si possono aprire per le attuali e le prossime generazioni

L’incontro nelle stanze d’analisi  ci mette di frequente davanti ad uno stato di crisi e se la crisi impone imperiosamente la ricerca di un nuovo equilibrio, in quel contesto chiede riflessione e profondità di analisi. Allo stesso modo il dramma sociale che si impone come evento catastrofico, a saperlo guardare offre anche un versante costruttivo.E molti degli interventi del  dossier  si orientano su questo ultimo versante.

Abbiamo quindi interpellato  il sociologo, il sindacalista, il giornalista e domandato come la crisi cambia il lavoro e lo  abbiamo anche chiesto agli psicoanalisti. Trovarsi contemporaneamente, come cittadini e professionisti immersi in cambiamenti sociali e politici, riuniti in una riflessione insieme può produrre un approfondimento sulle molte facce della questione esaminata e aprire a prospettive diverse verso nuovi equilibri.

 

SOCIOLOGIA E SINDACALISMO 

1-Giuseppe De Rita, Presidente del Censis, ha proposto un’indagine non ideologica, ad ampio spettro, di modo che dall’interno delle competenze di cui ciascun sapere è responsabile, si possa sviluppare una sinergia e fecondi cambiamenti. Ha concluso riconoscendo l’importanza di un’analisi più approfondita, sollecitando l’indispensabile contributo della lettura psicoanalitica.

2-Susanna Camusso ha tenuto al XVI Congresso  della Società Psicoanalitica Italiana, Proponiamo il video del suo intervento, che  sarà poi uno dei punti discussi nell’articolo di Giovanni Foresti, che si trova  nella terza sezione.

 

STAMPA E MEDIA : LAVORO E CRISI

Il campo della comunicazione attraverso i media, i cambiamenti dovuti alla crisi e le possibili prospettive sono oggetto di questa sezione e vengono delineati e discussi con competenza ed esperienza, da  alcuni rappresentanti dell’informazione:

1-Bruno Ugolini (Unità), esperto in questioni del lavoro,

2-Silvia Garambois, che ci ha rappresentato la situazione delle donne ed i cambiamenti nel mondo del giornalismo. I

3-Monica Ricci Sargentini(Corriere della Sera) ha interpellato sullo “stato dell’arte” e sulle prospettive future , Massimo Gramellini( vicedirettore de La Stampa), Dario La Ruffa (conduttore del Tg.2)  Monica Maggioni (Direttore di Rai News 24)  e il condirettore del Corriere della Sera Luciano Fontana.

 

SOCIETA’ PSICOANALITICA ITALIANA: LAVORO E CRISI; ELEMENTI DI TEORIA, DI CLINICA E INDAGINI SUL CAMPO

In questa sezione sono raccolti gli apporti attorno a lavoro e crisi di psicoanalisti e di esperti in discipline contigue. La riflessione degli psicoanalisti negli ultimi anni è stata sollecitata dall’ormai dilagante fenomeno dei suicidi per lavoro. Molti sono gli ambiti di ricerca e d’intervento, come dimostrato dai contributi che seguono. Essi si collegano con l’allarme che i gruppi di auto-aiuto, l’associazionismo sociale, le associazioni degli artigiani e dei piccoli industriali hanno posto all’attenzione di tutti e che i quotidiani hanno rilanciato. La psicoanalisi risponde così, oltre che a una necessaria ricerca interna ai propri temi, anche al dramma sociale approfondendone lo studio. Le tematiche dell’identità e del sentimento di vergogna al quale spesso si collega l’atto suicidario, da sempre oggetto di studio psico- e socio- logico, sono diventate oggetto di rinnovata riflessione alla ricerca di  risposte  dal versante psicoanalitico.
Cono Aldo Barnà avverte delle cautele scientifiche  e della prudenza necessaria per non confondere il campo dell’analisi duale con quello dell’analisi sociale. Maria Grazia Vassallo torna su questa distinzione facendo il punto della riflessione sulla crisi economica nei vari consessi psicoanalitici. Giovanni Foresti si sofferma sui contributi che sono stati portati al XVI Congresso SPI del 2012 e sviluppa interessanti riflessioni integrando aspetti filosofici e psicoanalitici. Mario Rossi Monti ha approfondito il tema  degli atti suicidari, argomento in primo piano sulle pagine dei quotidiani, in genere causati da sentimenti di vergogna suscitati dalla perdita del lavoro, laddove  quella del suicidio sembra essere l’unica soluzione possibile. Su questo tema SpiWeb era già intervenuto con un editoriale dedicato al suicidio degli imprenditori del 1 maggio 2012, a cura di Stefania Nicasi, che ripubblichiamo nel dossier. Daniela Bonomo ha descritto dal vertice privilegiato di una ASL romana il disagio sociale legato alla precarietà del lavoro illustrando un protocollo di  terapia di gruppo messo a punto nella stessa ASL  per coloro che vivono la disperazione della perdita del lavoro. La neuropsichiatra Arianna Terrinoni ha raccolto l’esperienza degli adolescenti che hanno inscenato atti suicidari e ha presentato il protocollo di intervento  d’intervento utilizzato all’interno di  Neuropsichiatria Infantile di via dei Sabelli a Roma. Il sociologo Galvano Pizzol, Responsabile del “Centro di Documentazione e Ricerca  dello Spazio Adolescenti – ULSS 1 Regione Veneto”, ha documentato un’ indagine sui cambiamenti psicologici evidenziati nella nuova generazione.

Andrea Seganti ha indirizzato la propria  riflessione sull’importante  tema  dell’Identità sociale. Lydia Pallier e  Giulio Cesare Soavi hanno esaminato il complesso problema del sentimento della  vergogna alla luce della teoria e di una grande esperienza clinica. Sergio Muscetta ha offerto da un’altra angolatura la sua riflessione sul sentimento della vergogna che eventi reali traumatici possono  suscitare in chi è più fragile e condurre a esiti  drammatici. A Romolo Petrini, che è stato Segretario della SPI e che ha dato un forte impulso alla crescita di SpiWeb, abbiamo chiesto di raccontare i percorsi, le ragioni e gli scopi in virtù dei quali la Società Psicoanalitica Italiana  si  è dotata di nuovi strumenti di contatto e  di scambio con l’esterno attraverso la creazione del sito internet. Giuseppe Pellizzari ha raccolto l’esperienza e rintracciato le radici storiche del Centri di Consultazione della SPI, presenti  in tutti i Centri italiani da circa 20 anni. In particolare, quello di Milano, oltre a garantire da tempo una presenza clinica sul territorio a prezzi politici, si è aperto a nuove articolazioni del progetto che siano sempre più in ascolto del disagio e dei cambiamenti sociali.

LETTERATURA E CINEMA

La presenza della letteratura e del cinema si snoda attraverso cinque contributi significativi.

  1. Gabriella Giustino traccia un parallelo tra due grandi romanzi ambientati nel mondo del lavoro, Petrolio di Pasolini, del 1975, pubblicato postumo (libro al quale stava lavorando il giorno stesso della sua morte e del quale aveva parlato con Furio Colombo poche ore prima di essere ucciso) e Acciaio di Silvia Avallone del 2010.
  2. Pietro Rizzi attraversa insieme con noi la storia della rappresentazione del lavoro nell’opera cinematografica. Dagli inizi, senza immagini del lavoro, passando per la fantasia di Metropolis e Tempi Moderni degli anni ’30, il grottesco degli anni ’60, la commedia italiana, la crisi degli anni ’80, fino ai giorni nostri dove il “lavoro” assume varie valenze e aspetti.
  3. Manuela Fraire commenta con sensibilità e arguzia un recente film italiano, L’Industriale di Giuliano Montaldo, che entra proprio nel cuore della vita del nostro Paese.
  4. Tomasz Bonieck e Alice Goisis (due cosiddetti “giovani cervelli italiani all’estero”) commentano dalla loro angolatura (età, lavoro, Londra) il film documentario Girlfriend In A Coma, del 2012, girato da Annalisa Piras, tratto da un libro e un’idea di Bill Emmot, l’ex direttore dell’Economist. Il suo “atto d’amore” per l’Italia.
  5. spezzoni di Girlfriend In A Coma.

 

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